Congedo parentale: quando spetta e quanto dura
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Congedo parentale: quando spetta e quanto dura

24 Luglio 2023 | Autore:
Congedo parentale: quando spetta e quanto dura

Come funziona il periodo di astensione dal lavoro concesso dalla legge a mamme e papà per prendersi cura del loro bambino.

Forse in Italia nessuna misura a sostegno della genitorialità è cambiata tanto come il congedo parentale: al punto che, con tutte le modifiche intervenute nel corso del tempo, sorgono esitazioni nel rispondere alla semplice domanda: quando spetta e quanto dura questa agevolazione prevista in favore dei lavoratori che sono anche genitori?

In realtà la tendenza appare chiara: dalla sua introduzione, nell’ormai lontano 2001, sino alle più recenti novità – apportate nel 2022 dal Decreto conciliazione vita e lavoro, in adeguamento ad un’importante direttiva europea, e da ultimo con la legge di Bilancio 2023 – c’è stata una progressiva estensione del diritto all’astensione, obbligatoria o facoltativa, dal lavoro, spettante sia alla madre sia al padre di bambini fino a 12 anni di età.

Molta strada è stata fatta dal primo, embrionale riconoscimento, avvenuto più di 20 anni fa, e adesso il periodo fruibile è quasi il doppio di quello inizialmente previsto; ma la svolta definitiva è arrivata solo di recente, lo scorso anno, e le più recenti modifiche introdotte nel Testo Unico sulla Genitorialità [1] non sono state ancora pienamente recepite dal pubblico (e da alcuni datori di lavoro), sicché è opportuno spiegare quando spetta e quanto dura il congedo parentale nelle sue varie forme.

Congedo parentale: cos’è

Il congedo parentale – detto anche congedo di paternità, o di maternità – è il diritto del padre lavoratore, e della madre lavoratrice, ad astenersi dal lavoro per prendersi cura dei propri bambini e ragazzi, dalla loro nascita e fino al compimento dei 12 anni di età.

Congedo parentale: come è retribuito?

Per rendere effettivo l’esercizio di questo diritto, è previsto che il periodo di fruizione del congedo di paternità sia indennizzato dall’Inps. Precisamente, oltre ai primi 10 giorni di congedo obbligatorio, che sono retribuiti al 100%, ai genitori lavoratori spetta un’indennità, pari al 30% della retribuzione media giornaliera, calcolata in base alla retribuzione del mese precedente all’inizio del periodo di congedo, per un periodo massimo di 9 mesi, oltre i quali l’indennità viene riconosciuta solo se il reddito individuale del genitore richiedente è inferiore a 2,5 volte l’importo annuo del trattamento minimo di pensione [2].

La legge di Bilancio 2023 ha incrementato all’80%, anziché al 30%, l’indennità di un mese di congedo parentale di cui la lavoratrice madre può fruire entro il sesto anno di vita del bambino, fermi restando i limiti massimi dei periodi di congedo parentale spettanti ad entrambi i genitori, e che ti esponiamo di seguito.

Congedo parentale: come si chiede?

La domanda per usufruire del congedo parentale deve essere presentata prima dell’inizio del periodo di congedo richiesto, altrimenti l’Inps pagherà solo i giorni di congedo successivi alla data di presentazione.

La richiesta può essere presentata in via telematica, utilizzando il servizio online presente sul sito dell’Inps e inserendo le informazioni richieste (ci si può avvalere di un intermediario, come un patronato) oppure tramite contact center, chiamando al numero 803 164 (da rete fissa) e 06164164 (da rete mobile).

Congedo parentale: quando spetta?

In base alle attuali regole, il congedo parentale spetta ai genitori naturali (cui sono equiparati i genitori adottivi o affidatari), che siano in costanza di rapporto di lavoro, entro i primi 12 anni di vita del bambino per un periodo complessivo di 10 mesi, che può essere suddiviso tra i due genitori, se entrambi sono lavoratori.

I mesi diventano 11 se il padre lavoratore si astiene dal lavoro per un periodo, continuativo o frazionato, di almeno tre mesi. In caso di parto, adozione o affidamento plurimi, il diritto al congedo parentale spetta alle stesse condizioni per ogni bambino.

Congedo parentale: quanto dura?

Questo periodo di congedo può essere fruito anche contemporaneamente dai due genitori lavoratori, ma ci sono dei vincoli reciproci, per evitare di sforare il tetto massimo. Nel dettaglio, il congedo parentale spetta:

  • alla madre lavoratrice spetta un periodo (continuativo o frazionato) di massimo sei mesi;
  • al padre lavoratore per un periodo (continuativo o frazionato) di massimo sei mesi, che possono diventare sette in caso di astensione dal lavoro per un periodo di almeno tre mesi;
  • al padre lavoratore dipendente, anche durante il periodo di astensione obbligatoria della madre (a partire dal giorno successivo al parto) e anche se la stessa non lavora [3];
  • al genitore solo (padre o madre) per un periodo continuativo o frazionato di massimo 11 mesi. Si considera genitore solo anche quello che ha ottenuto l’affidamento esclusivo del figlio minore [4].

Ricordiamo che la madre può usufruire di tali periodi dopo il periodo di congedo per maternità obbligatoria, mentre il padre ne può usufruire anche durante il periodo di congedo di maternità della madre: quindi può ottenere, ad esempio, il congedo di paternità subito dopo il parto della consorte, in modo da stare insieme a lei vicino al loro figlio neonato.

Approfondimenti

Per altre informazioni leggi la guida Congedo paternità: come funziona?.

note

[1] Art. 27-bis D.Lgs. n.151/2001, intr. dal D. Lgs n. 105/2022, di recepimento della Dir. UE n.  2019/1158.

[2] Inps, mess. n. 3066 del 04.08.2022.

[3] Circ. Inps n. 122 del 27.10.2022.

[4] Art. 32, co. 1, lett. c) D.Llgs. n. 151/2001 e art. 337-quater Cod. civ.

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