Giovanna II di Napoli e Maria Antonietta di Francia: corsi e ricorsi storici Giovanna II di Napoli e Maria Antonietta di Francia: corsi e ricorsi storici
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La regina Giovanna II di Napoli come Maria Antonietta di Francia. Tanti i punti che accomunano la Napoli del XV secolo degli Angioini e gli intrighi della Corte di Versailles.

Nella sua opera Scienza Nuova, Giambattista Vico parlava di corsi e ricorsi storici, quei fenomeni legati alla volontà degli uomini, che avevano la capacità anche di far regredire la storia. Chissà se Maria Antonietta, nel XVIII secolo, conosceva la storia della regina Giovanna II di Napoli, forse ciò le avrebbe impedito di finire al patibolo.

Entrambe le sovrane, infatti, erano originarie di quell’area che aveva costituito l’Impero di Carlo Magno: giungeva dall’Austria la Delfina di Francia, dall’Ungheria la celeberrima regina napoletana.

Giovanna II di Napoli
Giovanna II di Napoli

I matrimoni delle sovrane

Giovanna sposerà giovane Guglielmo I d’Asburgo, ma, a differenza della sovrana francese in sposa a Luigi XVI, resterà vedova dopo pochi anni di matrimonio. Anche Giovanna si sentì straniera in una corte lontana dalla propria, così decise di spostarsi nell’amata Napoli, alla corte del fratello Ladislao di Durazzo.

Se Maria Antonietta salì al trono nemmeno ventenne, quando Giovanna si ritrovò a regnare a seguito della prematura scomparsa del fratello di anni ne aveva quarantuno. Entrambe le sovrane tuttavia non erano preparate a farlo, ma mentre Maria Antonietta si ritrovò nella più comoda posizione di regina consorte, sperperando il denaro dei sudditi tra gioielli e abiti alla moda, Giovanna rivestì la più scomoda posizione di sovrana di un regno tutt’altro che pacifico.

Maria Antonietta di Francia, Élisabeth Vigée Le Brun (1783) – dettaglio

Come alla corte di Francia

La figura di Maria Antonietta è indissolubilmente legata a quella del diplomatico e militare svedese Hans Axel von Fersen, con il quale intrecciò una relazione appena diciottenne. Anche Giovanna II di Napoli divenne, suo malgrado, nota per le sue relazioni, tra cui quella con Pandolfello Piscopo, detto Alopo per la sua calvizie, che innalzò al rango di Conte Camerlengo e la storia restituirà come traditore.

I regni delle due regine erano funestati da arie di tempesta: se ai cancelli di Versailles erano forti i venti rivoluzionari, alle porte del Regno di Napoli erano forti le pressioni lungo i confini. Giovanna, che non era una stratega militare, né aveva la preparazione culturale adeguata a comprendere quanto accadeva intorno a sé, si era servita dei suoi amanti per regnare, incrementando però il numero dei suoi nemici.

Il Petit Trianon all’interno del Parco della Reggia di Versailles

Maria Antonietta visse il suo amore nella discrezione del Petit Trianon, un piccolo casino all’interno del Parco della Reggia di Versailles.

I bagni della regina Giovanna II di Napoli

Più scenografico e meno discreto uno dei luoghi preferiti di Giovanna II di Napoli: una piscina naturale che si trova sulla Punta del Capo di Sorrento, dove la sovrana era solita incontrare i suoi amanti, oggi nota proprio come Bagni della Regina Giovanna: «Colsi sulla bocca del popolo – scriverà di lei Benedetto Croce – la frase non elogiativa, detta di qualche donna di sfrenate voglie: “È come la regina Giovanna”».

La vita dissoluta di Maria Antonietta aveva attirato l’odio dei rivoluzionari, che vedevano in lei una ragazzina superficiale e sciocca poco attenta ai veri bisogni del suo popolo. Proverbiale, benché frutto di un falso storico, la sua frase riferita al popolo: «S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche», ovvero “Se non hanno più pane, che mangino brioche“. Una leggerezza che porterà Maria Antonietta alla ghigliottina: «Una donna che non aveva se non gli onori senza il potere – dirà Napoleone a proposito della sovrana – una principessa straniera, il più sacro degli ostaggi; trascinarla dal trono al patibolo, attraverso ogni sorta d’oltraggi… Vi è in ciò qualcosa di peggio del regicidio». Sì, perché anche le spoglie della sovrana non furono risparmiate: il corpo fu portato nell’ormai inesistente Cimitero della Madeleine e cosparse di calce viva.

La tragica fine del Regno degli Angioini

Giovanna si era legata ad un nuovo favorito, l’ambizioso Sergianni Caracciolo, di cui fu presto costretta a liberarsi, quando scoprì che aveva ordito una congiura ai suoi danni. La regina continuò ad avvicendare con alterne fortune alleanze con casati e papati diversi fino alla sua morte. La sua morte segnò la fine degli Angioini. Anche le sue spoglie, come quelle di Maria Antonietta, non ebbero fortuna migliore: fu sepolta nella Chiesa dell’Annunziata in una tomba anonima, la quale andò distrutta nel 1757 a causa di un rovinoso incendio che colpì la chiesa alle porte di Forcella. Oggi, queste due donne molto diverse, per epoca, origine e cultura, sono invece accomunate dalla fama per i loro amori e il desiderio di libertà, vittime, forse, di una società che le voleva simulacri inermi rinchiusi in gabbie dorate.

Bibliografia

La vita segreta di Maria Antonietta (Memorie), Madame Campan

I Signori di Napoli, Sara Prossomariti

Napoli Babilonia, Vittorio Del Tufo

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