I matrimoni sospetti tra i marinai francesi di Brest e le studentesse cinesi: le «trappole al miele» della Cina | Corriere.it

I matrimoni sospetti tra i marinai francesi di Brest e le studentesse cinesi: le «trappole al miele» della Cina

diGuido Olimpio e Guido Santevecchi

I dubbi dei servizi segreti sul «numero notevole» di relazioni tra
ragazze venute dalla Repubblica popolare e personale militare e scientifico nella città dove è di base la flotta di sottomarini nucleari della Francia

Una cerimonia nella scuola ufficiali della Marina francese in Bretagna

Una cerimonia alla scuola ufficiali della Marina francese in Bretagna

«France-Chine, le liaisons dangereuses». Mentre Xi Jinping sorride a Emmanuel Macron, riemerge una vicenda di «relazioni pericolose»,
non tra i due presidenti ma tra marinai francesi e studentesse cinesi.
Legami sentimentali che potrebbero contenere tentativi di spionaggio. L’origine del sospetto è a Brest, base della flotta francese di sottomarini nucleari e sede di università con indirizzo tecnologico frequentate anche da centinaia di ragazzi e ragazze venuti dalla Cina per laurearsi e fare ricerca scientifica. Nella città portuale, tra i lupi di mare francesi e diverse giovani cinesi sarebbero nate simpatie coronate da «un numero notevole di matrimoni». 

Uno snodo strategico

Di qui il dubbio: sono tutte romantiche storie d’amore o qualcuna ha
nascosto azioni di infiltrazione e intelligence orchestrate dallo
spionaggio di Pechino? Nel linguaggio dei «servizi» si chiamano «trappole al miele»: uno dei sistemi più mitizzati in quel mondo opaco.
Questa di Brest non è una vicenda nuova, ma che serpeggia da tempo ed è stata anche al centro di un’audizione a porte chiuse al Parlamento di Parigi.

Fu rivelata nel 2019 dal giornalista Antoine Izambard in un libro dal 
titolo «France-Chine, le liaisons dangereuses». L’autore citava
un rapporto del Secrétariat général de la Défense et de la Sécurité
nationale che aveva rilevato uno strano (e preoccupante) aumento di
unioni sentimentali franco-cinesi sbocciate nella città del Nordovest
francese. Brest e la Bretagna sono un nodo strategico per le forze armate di Francia: sull’Ile Longue è basata la flotta di sottomarini nucleari, nella regione ci sono le scuole ufficiali della Marina e dell’Esercito, 400 industrie che lavorano per la Difesa, università e centri di ricerca. 

È naturale che giovani militari, ingegneri e ricercatori civili possano entrare in contatto con studentesse di varie nazionalità, il corteggiamento può
essere reciproco, casuale e innocente. Però, è altrettanto «naturale»
che quelle installazioni strategiche possano essere al centro
dell’interesse del Ministero della Sicurezza Statale cinese, che coordina l’intelligence. E questa attività non è altrettanto innocente. Amiche, fidanzate e mogli cinesi potrebbero ricevere informazioni «sensibili» dai sommergibilisti e dagli ingegneri navali. 

I sospetti della Sécurité

Sul caso l’Assemblée Nationale di Parigi ha ascoltato l’ammiraglio
Bernard-Antoine Morio de l’Isle, che nel 2019 comandava la flotta
oceanica ed essendo stato un sommergibilista era ben informato su
abitudini e passioni dei suoi uomini. Sappiamo solo che un deputato
chiese al comandante: «Come dobbiamo valutare queste relazioni?». Sulla risposta nessuna informazione pubblica. Nessuna notizia di provvedimenti disciplinari o arresti di personale di Brest.

Non ci sono dati chiari sul numero di matrimoni, fidanzamenti e avventure
con ragazze cinesi che hanno insospettito la Sécurité francese. In
un’intervista il presidente dell’Université Bretagne Occidentale (UBO), Matthieu Gallou, affermò che c’erano stati «tre o quattro casi sospetti dal 2016» (al 2019, ndr). Ma concluse che l’allarme del libro cavalcava «voci e
fantasmi». È noto peraltro che all’UBO i cinesi rappresentano
numericamente la seconda comunità di studenti stranieri.

Fonti militari assicurano che se un sommergibilista dell’Ile Longue di Brest, cuore della dissuasione  nucleare francese, «fosse avvicinato in modo sospetto sarebbe escluso da ogni incarico operativo». I timori per le «trappole di miele», dunque, non sono condivisi da tutti. Almeno a livello teorico.

Un funzionario dei servizi francesi, con il volto oscurato, ha
raccontato in tv tutta un’altra storia. In caso di ricatto sessuale —
ha spiegato — la nostra reazione è semplice: «Fate pure, mia moglie è
informata del mio tradimento».
Così, la pressione non avrebbe alcun
effetto. Lo 007 si riferiva ad eventuali manovre dei russi ma la
«lezione» potrebbe essere applicata ai cinesi. La realtà è meno netta.

Le «stazioni d'ascolto» di Pechino

La regola è che non ci sono regole. Lo dimostra un caso giudiziario, con
un altro agente francese, basato per lungo tempo a Pechino, che è stato
condannato in patria perché aveva sposato la traduttrice locale per poi
passare molte informazioni all’intelligence della Repubblica popolare.
Un altro suo collega ha fatto la stessa fine dopo che hanno scoperto i
suoi contatti ripetuti, compresi viaggi in un’isola dell’Oceano Indiano
dove aveva incontri con un referente del Dragone.

Vicende lontane nel tempo, intrecciate con altri allarmi riguardanti sempre le possibili incursioni dei cinesi. I comandi militari di Parigi hanno
messo in guardia, in alcune occasioni, sulla possibile presenza di
stazioni d’ascolto di Pechino nei pressi di siti strategici sul
territorio francese
. Una certa attenzione ha destato un edificio
collegato alla rappresentanza diplomatica cinese che ospita un’antenna
per le trasmissioni e altre due che probabilmente servono ad altro.

Apparati usati da diversi Paesi — leggi Russia e Stati Uniti — ovunque
vi sia una sede ufficiale, «rastrelli» elettronici in grado di cogliere conversazioni utili: in questo mondo non si butta niente, si cercano dettagli riservati ma anche dati meno rilevanti che sommati aiutano a capire, permettono di formare un mosaico su un progetto, su un piano.

Alla fine, la paura più grande è rappresentata dal singolo individuo, l’insospettabile infiltrato nei corridoi nel potere, non importa quanto sia alto il livello. Proprio in questi giorni due assistenti di parlamentari, uno in
Germania e l’altro in Gran Bretagna, sono stati accusati di essere delle
«talpe» al servizio della Cina.

L'ex direttore dell'MI6: «Ci spiano su scala industriale»

Lo strano caso delle «liaisons dangereuses» di Brest è stato rilanciato ora in un articolo del Financial Times sullo spionaggio cinese, tornato in primo piano a fine aprile per quattro arresti in Germania e due in Gran Bretagna. Qualcuno sospetta che sia uno sgarbo inglese per silurare il Tour de France di Xi Jinping. Nigel Inkster, ex direttore delle operazioni del Secret Intelligence Service britannico, noto anche come MI6, ha appena messo in guardia dall’attività del Guoanbu cinese che «ci spia su scala industriale e ha un’intensità e risorse enormi, capaci di travolgere le difese occidentali».

Costituito nel 1983, il Ministero della Sicurezza Statale di Pechino, Guoanbu in mandarino, è un servizio segreto che secondo gli americani ha la forza di FBI e CIA messi insieme, sorveglia la società cinese per proteggere il potere
del Partito comunista, sempre in nome dell’interesse nazionale conduce
azioni di spionaggio e influenza all’estero. L’intelligence di tutti i Paesi del mondo si basa su eroi senza volto e traditori, a seconda del punto di vista. 

Inkster spiega che i cinesi, grazie alla grande disponibilità di fondi, sono molto generosi nei pagamenti dei loro agenti e delle fonti straniere. L’ex capo dell’MI6 segnala una debolezza del sistema cinese: gli agenti dei servizi mandarini catturati in Occidente non ricevono alcun soccorso, perché Pechino non ammette mai di spiare e dunque non si impegna in una trattativa per il rilascio, magari con uno scambio di prigionieri.

6 maggio 2024 ( modifica il 6 maggio 2024 | 10:20)