Arrestato il fratellastro di Antonio Cassano: era in una banda che rubava negli appartamenti tra Bari e Bat - la Repubblica

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Arrestato il fratellastro di Antonio Cassano: era in una banda che rubava negli appartamenti tra Bari e Bat

Arrestato il fratellastro di Antonio Cassano: era in una banda che rubava negli appartamenti tra Bari e Bat

Nell’operazione dei Carabinieri sono stati arrestati in otto, tra questi anche Giovanni Cassano (che non ha rapporti con l’ex calciatore). Tre sono finiti in carcere, cinque ai domiciliari

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Si introducevano nelle abitazioni travisati con parrucche da donna, mascherine antiCovid, cappellini e passamontagna: sono stati arrestati dai carabinieri gli otto componenti di una banda dedita a furti e rapine in abitazione nelle province Bari e Bat. Tre sono finiti in carcere, cinque ai domiciliari. Tra loro c’è anche Giovanni Cassano detto “u curt”, fratellastro del calciatore Antonio, con il quale non ha alcun rapporto.

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Cassano si trova attualmente nel carcere di Taranto per un’altra vicenda giudiziaria di cui è stato protagonista ma già in passato era stato condannato per furti e rapine e poi protagonista di numerosi video, pubblicati su tik tok anche mentre si trovava ai domiciliari. A lui è stata notificata un’altra ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dalla giudice Rossana De Cristofaro, così come a Michele Sciacqua e Giuseppe Armenise. Ai domiciliari, invece, Gennaro Cassano, Domenico Padolecchia, Maria Calabrese, Onofrio Cippone, Vito Catenacci, Dario Novelli.

Le persone indagate sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere, dodici furti in abitazione, cinque furti su auto, un furto di auto, ricettazione di un’autovettura, due reati di falso (alterazione di targhe), una violazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale. Per arrivare alla loro identificazione sono state necessarie lunghe indagini da parte dei carabinieri, basate anche sulle intercettazioni telefoniche, rispetto alle quali è stato chiarissimo il procuratore Roberto Rossi: “Questa operazione dimostra che questi reati, che crediamo semplici, sono fatti da gruppi organizzatissimi, scientificamente attrezzati, che hanno organizzazioni complesse di fronte alle quali bisogna fare investigazioni complicate, che hanno bisogno di strumenti investigativi sofisticati. Quindi, se rimaniamo privi di questi strumenti, non riusciremo neanche a fare le indagini per i furti in appartamento, che vanno a violare l’intimità delle persone. Occorre fare investigazioni complesse, quindi lasciateci lavorare su questo”.

L’indagine – denominata “Infiniti” e coordinata dalla pm Carla Spagnuolo – è nata nel 2020 da un’attività dei carabinieri della Compagnia di Monopoli in relazione a due furti messi a segno a Castellana Grotte e Conversano e ha portato a scoprire una banda che utilizzava auto di grossa cilindrata per andare a fare furti nelle abitazioni, scardinando le casseforti con la fiamma ossidrica e portando via denaro, gioielli, oggetti di valore.

Le vittime da colpire venivano individuate in seguito a precisi studi, fatti tramite l’acquisizione di informazioni sulle abitudini di vita e le disponibilità economiche, anche tramite pedinamenti e appostamenti ripetuti. In alcuni casi le chiavi degli immobili in cui entrare venivano sottratte ai proprietari, in altri riprodotte dal titolare di un ferramenta tramite le rappresentazioni fotografiche e in cambio di 70-80 euro. Compiacenti anche i titolari di un’agenzia di pratiche automobilistiche (anche essi retribuiti), che accedevano alla banca dati per la visura delle targhe delle autovetture.

Nel corso delle perquisizioni, effettuate contestualmente alla notifica delle ordinanze di custodia cautelare, sono stati trovati ulteriori elementi definiti “utili” per le indagini, tra cui 110mila euro in contanti nascosti in una valigia, passamontagna, radio ricetrasmittenti, telefonini dedicati, chiavi universali.

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