De Ambris, Alceste nell'Enciclopedia Treccani - Treccani - Treccani

De Ambris, Alceste

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Sindacalista italiano (Licciana, od. Licciana Nardi, 1874 - Brive, Guyenne, 1934). Organizzatore sindacale, militò dal 1892 nel partito socialista; nel 1898 espatriò. Rientrato in Italia nel 1903, svolse un'intensa attività sindacale e giornalistica, aderendo all'indirizzo sindacalista rivoluzionario. Nel 1908 fu l'animatore dello sciopero agrario del Parmense, in seguito al quale dovette esulare. Eletto deputato, tornò in Italia nel 1913 e fu tra i promotori dell'Unione sindacale italiana che resse sino al 1914, quando, dopo Serajevo, si schierò su posizioni interventiste-rivoluzionarie. Combattente, nel primo dopoguerra fu vicino a Mussolini e poi a D'Annunzio (fu capo di gabinetto a Fiume ed estensore della Carta del Carnaro cui D'Annunzio si limitò a dare forma letteraria). Con la fine del 1920 assunse però posizioni nettamente antifasciste. Per questo dopo la marcia su Roma dovette esulare in Francia. Qui fu tra i promotori della Concentrazione di azione antifascista. Negli ultimi tempi della sua vita scrisse Dopo un ventennio di rivoluzione. Il corporativismo (post., 1935) per difendere la propria concezione corporativa contro quella del fascismo.

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