La disfida dell’erba alta: “Non tagliamola in città per aiutare api e natura” - la Repubblica

Cronaca

La disfida dell’erba alta: “Non tagliamola in città per aiutare api e natura”

La disfida dell’erba alta: “Non tagliamola in città per aiutare api e natura”

Da Milano a Parma, da Vienna a Barcellona: “Serve a preservare la biodiversità”. I medici: “No, attenti alle zanzare che portano la Dengue”

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La questione spacca destra e sinistra, mette medici contro ecologisti e divide gli entomologi. Ma davvero – come ha scelto Milano – l’erba non va tagliata per il bene della natura? «Lasciare crescere l’erba significa offrire un habitat più ricco per api e insetti impollinatori, uccelli e piccoli mammiferi, e contribuire alla diversità biologica delle aree urbane» spiega il Comune, dopo aver annunciato che farà tacere i decespugliatori in 54 parchi della città, lasciando incolti 1,3 milioni di metri quadrati.

Porte aperte agli sberleffi: i cittadini sui social hanno maliziosamente pensato a incuria, pigrizia e tirchieria mascherati da ambientalismo. La Lega ha attaccato la scelta. Ma il Comune ha avuto buon gioco a citare i precedenti delle città che da anni adottano lo “sfalcio ridotto”: da Vienna a Francoforte, da Barcellona a Ginevra e, in Italia, Parma, Bologna, Torino e Bergamo. Con tanti precedenti, Palazzo Marino si è permesso di tenere il punto: «L’erba alta protegge la superficie del terreno dagli effetti della radiazione solare e delle alte temperature, tutela il suolo dall’erosione superficiale, e gli consente di conservare più materiale organico».

Con molte città come Roma che non tagliano l’erba per incuria, menzionare api e fiori denota almeno afflato per la natura. Il grosso della polemica era però di là da venire. E a infiammare il dibattito ha contribuito l’epidemia di Dengue in Sudamerica. Il Brasile e i paesi circostanti hanno registrato, nella loro estate in via di conclusione, un numero record di infezioni di febbre tropicale Dengue, trasmessa dalle zanzare. Con l’arrivo del caldo e il risveglio degli insetti è facile prevedere focolai anche da noi.

La comunità dei medici, guidata dal microbiologo del San Raffaele Roberto Burioni, è sbottata sui social: «Dei Comuni stanno pensando di tagliare meno l’erba per favorire gli insetti e la biodiversità. Se tra gli insetti di cui si favorirebbe la presenza ci fossero anche le zanzare, sarebbe una follia autolesionista in vista del pericolo Dengue».

Non finisce qui. «L’erba va tagliata per evitare il proliferare anche di zecche e ogni altro tipo di vettori di infezioni» ha rincarato Matteo Bassetti, infettivologo del San Martino di Genova. Per gli entomologi quella dei medici non è una tesi campata in aria: «Gli adulti di zanzara tigre volano di notte e di giorno riposano nell’erba» spiega Giuseppe Lozzia, professore in pensione di Entomologia agraria all’università di Milano. La zanzare tigre è la specie capace di trasmettere la Dengue alle nostre latitudini. «Se qualcuno, penso ai bambini, si avventurasse nell’erba alta disturbando le zanzare, verrebbe facilmente punto». Quanto ad api e farfalle, «non credo che l’erba di città sia molto sana per loro, piena di inquinanti com’è».

In ogni caso, scuote la testa Lozzia, «non mi aspetterei di vedere le farfalle sotto al Duomo, neanche lasciando l’erba alta. Viceversa, un prato ben rasato facilita la fruizione del verde da parte dei cittadini». La partita non si è chiusa qui. All’entomologo che, sempre sui social, ha fatto notare a Burioni che nell’erba, oltre alle zanzare, proliferano specie antagoniste a questi molesti insetti, il microbiologo ha risposto che la realtà è in effetti complessa. Meglio scegliere un approccio umile, ha ammesso tornando in parte sui propri passi.

Mentre in Italia discutiamo, la Gran Bretagna fende tranquilla l’erba alta da cinque anni. Qui nel 2019 è nato il movimento “No mow May” (maggio senza tagliaerba), promosso dall’associazione ambientalista Plantlife. L’iniziativa si basava su una serie di studi scientifici che misuravano il beneficio dell’erba incolta in termini di numero di specie vegetali e insetti.

A tutti i possessori di un giardino Plantlife chiede ogni primavera di rimandare lo sfalcio a giugno o luglio, quando le piante hanno completato il loro ciclo vitale con la caduta dei semi e gli impollinatori hanno approfittato delle fioriture. In migliaia, senza grandi dibattiti, partecipano all’iniziativa. Che ha anche il vantaggio di essere riposante.

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