Josh O’Connor, che ancora si sente scomodo nei panni del principe Carlo: "Costretto a scelte che lo hanno reso infelice" - la Repubblica
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Josh O’Connor, che ancora si sente scomodo nei panni del principe Carlo: "Costretto a scelte che lo hanno reso infelice"

Josh O’Connor, che ancora si sente scomodo nei panni del principe Carlo: "Costretto a scelte che lo hanno reso infelice"
L'attore, nonostante abbia interpretato il ruolo del principe di Galles nella terza e quarta stagione della serie Netflix, racconta di come continui a sentirsi estraneo al personaggio: "Per lui essere una persona concreta è impossibile: resterà sempre una figura mitologica"
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Nel ruolo di Carlo d’Inghilterra nella terza e quarta stagione di The Crown, si è guadagnato un Emmy e un Golden Globe, oltre a una notorietà inaspettata: e pensare che Josh O’Connor non voleva accettare la parte. Inglese, formazione teatrale e da cinema indipendente, fare carriera in tv non era nei suoi piani. «Poi sono stato felice di avere interpretato il Principe, certo», dice oggi. «ma, pur dopo avere letto e studiato tantissimo, continuo a sentirmi estraneo al personaggio. Ho imparato che, per chi vive in una posizione simile, essere una persona concreta è impossibile: resterà sempre una figura mitologica». 
Nato a Southampton nel 1990, l’attore cerca nella recitazione emozioni e risposte sulla vita. Alcune le ha trovate, assicura con entusiasmo, in Secret Love (in sala dal 20 luglio), film che la regista Eva Husson ha tratto dal romanzo Mothering Sunday di Graham Swift. Accanto a O’Connor anche Olivia Colman (vecchia conoscenza di The Crown), Colin Firth e la co-protagonista Odessa Young, promessa australiana nei panni di Jane, voce narrante che racconta la propria storia. Il film si svolge negli anni Venti ed è il racconto di una giovane cameriera al servizio di una ricca e prestigiosa famiglia, che vive in segreto una relazione con Paul, il figlio dei vicini destinato a sposare un’amica d’infanzia. È un giovane tormentato dai sensi di colpa causati dall’essere tornato illeso dal fronte, a differenza dei suoi due fratelli uccisi nella Grande Guerra. Con il passare degli anni, Jane riuscirà a ribaltare il proprio destino e diventare una scrittrice, ma non dimenticherà mai quell’amore. «Anche Paul, come il Principe Carlo», commenta O’Connor, «è una vittima della società di appartenenza, costretto a scelte che lo renderanno infelice. Nell’interpretarlo ho potuto fare emergere tutte le sue fragilità, la parte più vulnerabile della mascolinità. Sono convinto che anche i maschi abbiano sofferto, in passato, a causa delle leggi non scritte del patriarcato. Come uomo mi pongo spesso domande su quale sia il nostro posto, quanto siamo liberi di mostrare le nostre insicurezze dopo secoli di pregiudizi e privilegi che ci hanno costretti a nasconderle». 


Un aspetto che la regista Husson ha raccontato attraverso scene di profonda intimità e nudi integrali. «Siamo tutti un po’ insicuri riguardo ai nostri corpi», aggiunge Josh. «In questo caso, non è stato un problema mostrarci, perché era necessario per dimostrare che solo togliendoci gli abiti possiamo accettarci, stare bene con noi stessi. Jane è l’unica persona con cui Paul si sia sentito libero. Rivestirsi significa rientrare nei ranghi e riaffrontare i propri demoni». Dopo essersi trasferito a New York con la fidanzata (Margot Hauer-King, dirigente di una startup digitale), vedremo O’Connor protagonista in due progetti italiani: La chimera, mistero etrusco con la regia di Alice Rohrwacher, e Challengers di Luca Guadagnino, un intreccio di sport, il tennis, e amore: con Zendaya e Mike Faist, è girato in America.