La madre della sposa, recensione (no spoiler) della commedia romantica

La madre della sposa

Emma è al settimo cielo quando il suo adorato fidanzato RJ le chiede di sposarlo e accetta la proposta, senza pensarci neanche un secondo. L’unico problema è che sua madre Lana era completamente all’oscuro della sua relazione e ha paura che la notizia possa sconvolgerla… Inizialmente la donna la prende meglio del previsto e accetta di partire insieme alla figlia per la Thailandia, precisamente nell’esotica Phuket, dove si terranno le nozze. Al suo arrivo scopre però che il futuro consuocero altri non è che una sua vecchia fiamma, Will, con il quale aveva rotto bruscamente prima di conoscere poi il suo futuro marito. Marito scomparso da vent’anni e che quindi la rende ora una vedova single, tanto da far colpo anche su un aitante residente dell’isola. Ma se il detto dice che l’amore vero non muore mai, tra i due genitori degli sposi potrebbe rinascere la scintilla di un tempo, con tutte gli imprevisti del caso.

La madre della sposa: come prima, più di prima – recensione (no spoiler)

Soltanto qualche settimana fa su queste stesse pagine vi avevamo parlato di Ticket to Paradise (2022), rom-com dove Julia Roberts e George Clooney partecipavano nel suggestivo contesto di Bali alle nozze dell’adorata figlia, dando inizio ad una serie di battibecchi e situazioni sentimentali più o meno divertenti. Questo La madre della sposa ne sembra una brutta e scialba copia e nonostante alcuni cambiamenti nella sceneggiatura e nei rapporti intercorrenti tra i personaggi, la storia è a dir poco la stessa.

Nei panni dei due protagonisti troviamo Brooke Shields, attrice e modella sex symbol degli anni Ottanta ora arzilla sessantenne, e Benjamin Bratt, con i ruoli dei rispettivi pargoli affidati a Miranda Cosgrove e Sean Teale, con Chad Michael Murray a giocare la parte del potenziale terzo incomodo. Perché naturalmente nel corso dell’ora e mezzo di visione non mancano gelosie ed equivoci di sorta, pronti a rovinare quel lieto fine che tutti in realtà sanno essere già scritto.

Paradiso e inferno

Una retorica sentimentale scontata e abusata accompagna così questo matrimonio da sogno che rischia di trasformarsi progressivamente in un incubo, non soltanto per le ingerenze di mamma e papà ma anche per quel programma organizzato meticolosamente e da seguire alla lettera, con attività varie da completare nell’arco di quei tempi prefissati e che complicano non poco quei legami familiari già in forte crisi. La sceneggiatura parte poi da un’assurda premessa basata su coincidenze fin troppo estremizzate e ricalcate, che toglie qualsiasi verosimiglianza anche applicata al relativo filone.

Tra partite a pickleball – una variante soft del tennis – nel quale le palline colpiscono le parti basse, ubriacature in spiaggia, fortuite cadute in piscina e il classico balletto finale sui titoli di coda, La madre della sposa rispetta pienamente tutti i luoghi comuni del genere, senza un pizzico di originalità che possa farne consigliare la visione a meno di non essere totali neofiti del suddetto.

Conclusioni finali

Una rom-com banale e ripetitiva, che cita produzioni recenti senza un minimo di inventiva, figlia di quegli algoritmi che spesso sembrano dominare le sceneggiature contemporanee, soprattutto per i titoli pensati per le piattaforme di streaming.

E siamo certi che La madre della sposa farà facilmente breccia nel pubblico di Netflix, con quelle spiagge esotiche della Thailandia e quel matrimonio in pericolo quali furbi specchietti per le allodole. Un’ora e mezzo di visione tra gag e battute scontate, forzature in serie fin dall’improbabile premessa e un cast mal amalgamato alle prese con personaggi stereotipati.

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