"Jules e Jim" di François Truffaut. La leggerezza dell’infelicità | il Chaos

“Jules e Jim” di François Truffaut. La leggerezza dell’infelicità

"Jules e Jim" di François Truffaut

Rivoluzionario nei temi quanto nella messa in scena, “Jules e Jim” di François Truffaut rappresenta uno dei cardini della Nouvelle Vague. L’inconfondibile eleganza del cineasta francese, supportata dalla maestria del direttore della fotografia Raoul Coutard, crea la cornice perfetta per l’intreccio narrativo nato dal romanzo di Roché. Infatti, l’utilizzo esclusivo di luce naturale restituisce immagini dai contorni sfumati e volumi morbidi. Di conseguenza la fotografia gioca un ruolo decisivo nel costruire l’atmosfera all’interno del film.

Nella prima parte di “Jules e Jim” il clima è disteso e spensierato, perciò la luce è brillante, quasi abbagliante. Tuttavia, man mano che la vicenda si dipana le luci cederanno sempre più il posto alle ombre, simboleggiando un progressivo incupimento della narrazione. Nel tragico finale luci e ombre si equivalgono ristabilendo l’equilibrio fra gioia e infelicità. Eppure l’avanzare dell’oscurità non influenza in alcun modo il tono generale della narrazione che si mantiene leggero, senza sconfinare nella drammaticità.

«Leggendo Jules e Jim ebbi la sensazione di trovarmi di fronte un esempio di ciò che il cinema non riusciva mai a fare: mostrare due uomini che amano la stessa donna senza che il pubblico possa fare una scelta affettiva tra questi personaggi, tanto si trova costretto ad amarli tutti e tre nella stessa misura. Ecco l’elemento, anti-selettivo, che mi toccò di più in questa storia che l’editore presentava così: Un amore puro a tre.» – François Truffaut

Il significato in “Jules e Jim” di François Truffaut è nella leggerezza dell’amore impossibile

«Il tempo passava. La felicità si racconta male perché non ha parole, ma si consuma e nessuno se ne accorge.» – Narratore

Ciò che rende “Jules e Jim” estremamente innovativo per i suoi tempi è indubbiamente l’originalità dei temi trattati. La caratterizzazione dei tre protagonisti, Jules (Oskar Werner), Jim (Henri Serre) e Catherine (Jeanne Moreau) sfida apertamente i canoni del cinema dei primi anni ’60. Se Jules e Jim rappresentano un’insolita coppia di amici, talmente affiatati da risultare inseparabili, Catherine demolisce completamente lo stereotipo della femminilità. Al contrario dei personaggi femminili tradizionali, Catherine è sfacciata e intraprendente. La sua natura ribelle la porta addirittura a tuffarsi nella Senna, per protestare contro le affermazioni sessiste di Jules. La vitalità dirompente di Catherine si contrappone alla pacatezza poetica dei due amici. Nondimeno l’attrazione fra i tre protagonisti risulta tanto inevitabile, quanto distruttiva.

Nonostante in un primo momento l’unione dei tre personaggi sembri essere idilliaca, ben presto lo spettatore si renderà conto della pericolosità di tale unione. Il presagio dell’infelicità che attende i tre protagonisti è suggerito dalla colonna sonora. Difatti la musica vivace domina il primo atto del film a simboleggiare l’allegria e la spensieratezza dei tre. L’arrivo della Prima Guerra Mondiale funge da spartiacque dell’intera vicenda. Con l’arrivo della guerra sia la fotografia che la colonna sonora si rabbuiano segnando la lenta disgregazione dell’equilibrio creato nella prima parte.

«Soffri? E invece io non soffro più. Non bisogna soffrire tutti e due insieme: quando smetterai tu, comincerò io.» – Catherine

L’amore impossibile che lega Jules e Jim a Catherine è estremamente potente, sebbene dannoso. Nonostante Catherine attiri a sé i due uomini con il suo temperamento esuberante, fin da subito è possibile notare quanto sia manipolatrice. Il desiderio di parità con gli uomini è esacerbato dalla sua mente instabile, portandola a prevaricare. L’infinita devozione di Jules e Jim renderà il giogo di Catherine tristemente fatale.

La Jeanne di “Jules e Jim”: il finale e l’unione nell’amore e nell’arte

Il legame fra Jules e Jim ha radici molto profonde che li porta non solo a vivere in simbiosi, ma anche ad accettare di amare la stessa donna. La voce fuoricampo accompagna lo spettatore nell’intero film descrivendo i sentimenti dei protagonisti e motivando la loro unione. Il narratore fuoricampo è onnisciente, conosce i pensieri di Jules e le riflessioni di Jim, e ha un ruolo essenziale nel rendere ragionevoli le decisioni prese dai personaggi. Il montaggio fluido, caratterizzato da numerose dissolvenze, conferisce alla narrazione un ritmo incalzante dando la sensazione che gli avvenimenti si susseguano rapidamente, in un’escalation inarrestabile fino all’imprevedibile finale.

«Era molto più bella e misteriosa di quanto avevano immaginato, la guardarono in silenzio. Ne parlarono soltanto il giorno dopo. Avevano mai incontrato quel sorriso? Mai. Cosa avrebbero fatto se lo avessero incontrato? Lo avrebbero seguito.» – Narratore

Jules e Jim di François Truffaut sono due intellettuali amanti della poesia e dell’arte. Sono proprio i loro interessi culturali a portarli ad avvicinarsi fino a diventare inseparabili. Inoltre, l’arte sarà il propulsore dell’amore per Catherine. La continua ricerca della bellezza idealefarà innamorare Jules e Jim del sorriso di una statua. Il coinvolgimento sarà tale da imporre ai due uomini di amare Catherine, la cui bellezza si sovrappone all’ideale inseguito dai protagonisti. Quando la donna compare per la prima volta sulla scena, François Truffaut la inquadra secondo le stesse angolazioni della statua, in modo da creareun parallelismo fra la scultura e Catherine.

Il sorriso di Catherine raffigura uno dei pilastri della narrazione. Truffaut sceglie di immortalare il suo iconico sorriso con dei fermo-immagine che, come delle fotografie, catturano la momentanea felicità della donna. Prima che le tragiche scene della guerra distruggano la serenità iniziale, il sorriso aperto di Catherine si impone al centro dell’inquadratura come illusione della felicità desiderata, ma irraggiungibile.

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