William Shakespeare: William Shakespeare: i 5 migliori film di sempre tratti dalle sue opere
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Venerdì, 24 Maggio 2024

L'approfondimento

Giulio Zoppello

Giornalista

460 anni di Shakespeare: i 5 migliori film di sempre tratti dalle sue opere

460 anni di William Shakespeare, del bardo, del poeta e drammaturgo che assieme ad Omero, ha creato le basi per la nostra narrativa, per tutto quell'insieme di trame, personaggi, eventi e temi che ogni autore, regista, scrittore o sceneggiatore ha usato come base per donarci secoli di letteratura, cinema e teatro. Shakespeare ha portato verso nuovi confini non solo la costruzione narrativa, ma lo stesso iter psicologico dei personaggi,  In occasione dell'anniversario della nascita di colui che cambiò tutto ciò che si era scritto o pensato su vizi e virtù dell'animo umano, una Top 5 con cui ripercorrere i migliori film mai tratti o ispirati alle sue tragedie, commedie, a ciò che Shakespeare ha significato e continua a rappresentare ancora oggi, a tanti secoli di distanza. 

Enrico V (1989)

Primo film e primo grande successo per Kenneth Branagh, che pur contando su un budget tutto sommato ridotto, cesella una perla cinematografica di incredibile bellezza, raffinatezza e potenza, riportandoci lì, sul fatale campo di Azincourt, dove Enrico V nel 1415 colse un’improbabile vittoria contro l’armata francese valendosi dei suoi formidabili arcieri e del campo fangoso. Ciò che William Shakespeare scrisse per onorare la grande battaglia, rimane un caposaldo della letteratura mondiale e Branagh, già veterano dei drammi del bardo sui palchi più prestigiosi, è assolutamente fenomenale come interprete e regista. Questo Enrico V è un grandioso viaggio nel tempo a metà tra il realismo della dura verità di quel periodo sanguinoso ed incerto, e l’epica immortale che William Shakespeare donò ai valorosi che vinsero nel giorno di San Crispino e San Crispiniano. Successo clamoroso di pubblico e critica, fu candidato ai Premi Oscar per Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista a Branagh e Migliori Costumi ed aprì ad una riscoperta del Bardo sul grande e piccolo schermo. 

Macbeth (1971)

Ad oggi, quella di Roman Polanski rimane la più grandiosa versione cinematografica della celeberrima tragedia shakespeariana, ed è anche la più cupa, macabra, violenta, quella che pare quasi spingersi in più di un’occasione verso il limite estremo della follia. Primo film girato dal grande cineasta dopo i drammatici fatti di Cielo Drive, Macbeth è un film che abbraccia un grande naturalismo nella messa in scena, ma contemporaneamente ci porta dentro il cuore putrido, spietato e miserevole della lotta per il potere che William Shakespeare aveva creato tanti anni prima. Jon Finch, Francesca Annis, Martin Shaw e Terence Bayler sono i quattro pilastri di un film magnifico e terrificante, pessimista dal punto di vista storico e cinico sotto il profilo della visione dell’umanità. Caratterizzato da una tensione sessuale fortissima, nonché da metafore politiche profonde, ha cambiato completamente la rappresentazione di un dramma shakespeariano sul grande e piccolo schermo. Flop commerciale dolorosissimo, negli anni è diventato un vero e proprio metro di riferimento.

Amleto (1948)

“Essere, o non essere, questo è il dilemma” non è mai più stata pronunciata con tale perfezione. Amleto è diretto, interpretato e prodotto nientemeno che da Laurence Olivier, semplicemente il più grande attore britannico di ogni tempo. C’è la sua firma su questa pietra miliare cinematografica, con ogni probabilità il film più perfetto di sempre mai tratto da un’opera di Shakespeare. Ben quattro Premi Oscar e Leone d’Oro alla Mostra di Venezia, Amleto è un capolavoro di scrittura, concezione visiva e con una profondità di analisi psicologica sul protagonista, che fino ad allora non era stata mai immaginata. Molto connesso all’espressionismo tedesco e al filone noir nella sua struttura e dimensione cinematografica, Amleto ha cambiato tutto nel rapporto tra William Shakespeare e il cinema, di fatto anche sancendo la necessità di una rilettura e riduzione del materiale originale per il grande schermo, che all’epoca fu fonte di critiche per Olivier. Ogni altra produzione su Shakespeare da quel momento in poi, fino all’avvento del corso di Kenneth Branagh, ha dovuto fare i conti con questo film, ancora oggi ineguagliato.

Romeo e Giulietta (1968)

Non poteva mancare in questa lista il film di Franco Zeffirelli, senza dubbio una delle migliori pellicole mai tratte dalla più popolare opera di William Shakespeare. In quel 1968, quasi seguendo l’onda della rivoluzione giovanile, Zeffirelli cesella un Romeo e Giulietta in cui la fedeltà al testo shakespeariano si accompagna ad una ricerca di realismo storico di incredibile fattura. Il film si aggiudicò l’Oscar per Costumi, Fotografia, nonché la nomination per Regia e Miglior Film. Gli allora giovanissimi Leonard Whiting e Olivia Hussey si fissarono nella memoria collettiva, guidandoci dentro una storia d'amore cucita in un meraviglioso viaggio tra alcuni dei borghi più belli d’Italia, che fecero da cornice a quella che è e rimane la migliore trasposizione della tragedia amorosa per eccellenza. Successo enorme di pubblico e critica, impreziosito da una colonna sonora leggendaria di Nino Rota, Romeo e Giulietta fu anche il primo film su un dramma di Shakespeare in grado di fare breccia nel pubblico giovanile, stabilendo un precedente che poi sarebbe stato imitato da Baz Luhrmann, John Madden e ogni altra trasposizione del dramma. 

Falstaff (1965)

Chiudiamo in bellezza, con quello che è e rimane il film più importante, più potente e più incredibile mai tratto dalle opere di Shakespeare. Ci voleva un genio del teatro e del cinema come Orson Welles per creare un capolavoro come questo, connesso alla figura di Falstaff, personaggio utilizzato dal Bardo in Enrico IV e nelle Allegre comari di Windsor. Film semplicemente incredibile per grandiosità e complessità, Falstaff rappresenta il coronamento di un percorso di studio e produzione artistica che Welles aveva portato avanti per decenni basandosi sulle opere di William Shakespeare, appoggiandosi sulla figura di questo stranissimo individuo, sorta di maestro di feste, truffe, avventure, cantastorie fantasioso, filosofo, codardo, fido consigliere, festaiolo, che accompagna il futuro Re Enrico V verso il suo destino. Falstaff è unico per complessità, riferimenti alla politica e all'etica, al mito e all'interpretazione di esso, è un anche un gioiello formale per regia, capace di precorrere i tempi nelle scene di battaglia, per fotografia e suono, unisce in sé commedia e tragedia, il grottesco e il realistico. Senza ombra di dubbio tra le opere più personali di Orson Welles, rappresenta una riuscitissima sintesi di William Shakespeare, del perché è ancora oggi così fondamentale con le sue opere. Su tutto e tutti, questo film rappresenta soprattutto l'amore sconfinato per l'uomo da parte del Bardo, per le mille emozioni, idee, facce e contraddizioni che esso nasconde. 

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