Anno: 2003 Durata: 93 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:-
Specifiche tecniche:35 MM
Tratto da:-
Produzione:ALESSANDRO COLIZZI, SILVIA COSSU PER FILM DAEDALUS
Distribuzione:ISTITUTO LUCE (2004)
Tre giorni della vita di un uomo che, tornato da un viaggio all'estero, scopre che la moglie non solo lo tradisce da mesi, ma cosa pi� grave, ha deciso, forse a causa di questo, di suicidarsi. Che fare? Un abisso gli si � spalancato sotto i piedi: sta per conoscere una persona molto diversa da quella che credeva.
"Il regista Alessandro Colizzi, dopo 'L'ospite', continua freudianamente con 'Fino a farti male' a scegliere quel cinema fuori target, sensibile e introverso sulla tolleranza degli affetti che il padre Pino, talent scout della coppia Hill-Spencer, non avrebbe mai fatto. La prima parte promette molto, i caratteri ben delineati, le movenze psicologiche e i segnali delle quotidiane nevrosi sono espresse con originalit� dagli attori Agnese Nano, Christopher Buchholz, figlio di Horst, Karin Giegerich e Jacqueline Lustig. Poi il riavvolgersi della storia, un montaggio complicato e l'elogio della ripetitivit� tolgono al film, lodevole nelle intenzioni di cartolina dal subconscio, il suo fascino del non detto." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 5 giugno 2004) "A cinque anni da 'L'ospite', Alessandro Colizzi torna sui doppifondi dell'anima e l'impossibilit� di conoscere chi ci sta accanto, cos� come di decidere fra identit� apparentemente opposte. Martina (Agnese Nano) non sa, non vuole, non pu� decidersi. Piuttosto, � pronta a morire. Stile raggelato e consapevole, drammaturgia azzerata, Colizzi per� si disperde in psicologismi (la madre di Martina, le liti fra le amanti). Trascurando proprio l'intreccio sotterraneo di sentimenti e interessi materiali che faceva la forza del suo esordio." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 4 giugno 2004) "Al secondo film dopo 'L'ospite', Alessandro Colizzi continua una personale indagine sulla famiglia borghese, allestendo una narrazione pi� piena, dalle rifrangenze 'gialle', che procede per segnali allarmanti e smottamenti progressivi. (...) Labirintico e ansiogeno, 'Fino a farti male' non � una versione rovesciata de 'Le fate ignoranti'; l'occhio del regista (e della sceneggiatrice Silvia Cossu) � tutt'altro che indulgente, la favola della coppia perfetta, inscenata nel prologo, si sbriciola sotto colpi inattesi di quell'intrigo di menzogne, silenzi, non detti. C'� qualcosa di Antonioni nella tessitura drammaturgia, un senso di inadeguatezza sentimentale che raggela i rapporti e stordisce le sicurezze acquisite. Da vedere." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 4 giugno 2004)
Incasso in euro