Hollywood, Richard Dreyfuss contro l'inclusività nei film: "Basta: ho il diritto di recitare con il volto dipinto di nero" - la Repubblica

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Hollywood, Richard Dreyfuss contro l'inclusività nei film: "Basta: ho il diritto di recitare con il volto dipinto di nero"

Hollywood, Richard Dreyfuss contro l'inclusività nei film: "Basta: ho il diritto di recitare con il volto dipinto di nero"
L’attore premio Oscar si scaglia contro l’idea che gli Academy Awards debbano essere inclusivi
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New York - Contro la cultura "woke" di Hollywood. Contro i premi inclusivi dell'Academy, il "politically correct". Contro chi dice che un bianco non dovrebbe interpretare un nero. Il cinema deve essere solo arte, cinema, talento, senza fare distinzioni, senza blandire minoranze per ripulirsi dal passato schiavista o razzista e allargare la platea di spettatori. Arte, non solo money. Arte, senza paura di urtare la sensibilità del pubblico. Laurence Olivier interpretò Otello nel '62, tingendosi la faccia, e lo fece "benissimo". L'attore premio Oscar Richard Dreyfuss ha gettato un masso nello stagno di Hollywood, attaccando l'idea di favorire gli attori transgender, binari, gay, afroamericani per il loro essere minoranza, di richiedere che un film per essere candidato all'Oscar come miglior pellicola debba essere come minimo inclusivo e celebrare la diversità. "Questa cosa - ha detto - mi fa vomitare".

A 75 anni, l'attore newyorkese di Lo squalo di Steven Spielberg ha lanciato un duro attacco all'Academy of Motion Picture Arts and Sciences. Parlando a Margaret Hoover al programma "Firing Line" della tv pubblica americana Pbs, Dreyfuss ha onorato il titolo dello show, infiammando la polemica. "Questa non è una forma d'arte - ha aggiunto - è anche una forma di commercio, porta soldi ma non è arte. E nessuno dovrebbe venire a dire a me artista di cedere all'idea attuale di moralità". Nel 2020 l'Academy aveva annunciato che dall'anno successivo avrebbe cominciato a considerare l'inclusività come uno degli standard richiesti per selezionare i film, in modo da "da incoraggiare una più equa rappresentazione dentro e fuori dallo schermo e meglio riflettere la diversità del pubblico". Dal 2024 i film dovranno rispettare quattro nuovi standard di diversità e inclusione per poter essere selezionati.

Dreyfuss demolisce l'idea: "Cosa stiamo rischiando? Stiamo davvero rischiando di urtare la sensibilità del pubblico? Non puoi deciderlo per legge, devi lasciare che la vita vada da sé, mi dispiace ma io non penso che ci sia una minoranza o una maggioranza nel Paese che debba essere blandita, alimentata in quel modo". L'attore di American Graffiti ha attaccato un altro punto, diventato caposaldo di Hollywood: vietare a un bianco di recitare la parte di un nero. Dreyfuss ha difeso l'interpretazione di Olivier nell'Otello del '65, quando l'attore aveva recitato nei panni del personaggio creato da Shakespeare, tingendosi il volto di nero. "L'ha interpretato benissimo - ha tagliato corto Dreyfuss - dunque a me viene detto che non avrò mai la possibilità di recitare la parte di un nero? E' come se a qualcun altro venisse detto che se non è ebreo non dovrebbe fare il Mercante di Venezia. Siamo impazziti?" "Ci siamo dimenticati che l'arte è arte? - ha aggiunto - Questa è condiscendenza, è trattare le persone come bambini".

E' proprio questa paura di urtare la sensibilità, a non piacere all'attore di "Incontri ravvicinati del terzo tipo" e vincitore di un Oscar e di un Donatello  per Goodbye amore mio, uscito nel '77. "Io penso - ha commentato - che siamo dei vigliacchi. I repubblicani mandano i loro figli a scuola sperando e pregando che tornino a casa repubblicani, e i democratici mandano i loro figli a scuola pregando che tornino democratici". "L'idea - ha aggiunto - che un genitore entri in una scuola pubblica e dica 'non voglio che a mio figlio vengano mostrate opinioni diverse dalle sue', beh, quello è sbagliato".