Spinelli, l'interrogatorio show: «Ho 84 anni, ma sento di averne 40». E chiama «signorina» la giudice | Corriere.it

Spinelli, l'interrogatorio show: «Ho 84 anni, ma sento di averne 40». E chiama «signorina» la giudice

diGiuseppe Guastella

L'imprenditore di fronte al magistrato: «Io voglio parlare, non me ne frega niente». «La condanna pregressa? Piccole cose, io pago 10 milioni l'anno di tasse»

spinelli

Aldo Spinelli in una foto di  qualche anno fa 

Freme dalla voglia di dire la sua, non lo tiene nessuno, nemmeno la glicemia alle stelle che, dice il suo avvocato, sconsiglierebbe lo sforzo e l’emozione dell’interrogatorio di garanzia, il primo dopo gli arresti domiciliari: «Ma non vuol dire, io voglio parlare, non me ne frega niente». È fatto così Aldo Spinelli, 84 anni, presunto corruttore del Governatore ligure Giovanni Toti, incontenibile anche quando si rivolge alla giudice con un «ma sa signorina…» che non sembra voler essere ironico e tanto meno irrispettoso, ma che la gip Paola Faggioni corregge: «Guardi, io non mi chiamo signorina, se vuole mi chiami dottoressa perché sono un giudice».

Durante l’ora e poco più dell’interrogatorio, che si svolge in un un’aula del palazzo di giustizia di Genova la mattina di lunedì scorso, il re della logistica portuale genovese tiene la scena. Esattamente come era abituato a fare anche con chi incontrava per strada in città fino all’arresto del 7 maggio. Alla domanda «nato dove e quando», ha la risposta pronta che è l’esatto suo ritratto: «4-1-1940, però mi sento dell’ 80 e non del ’40». C’è da giurarci che è vero, come testimonia la grande vitalità a dispetto dell’età avanzata. Titolo di studio? «Quinta elementare».

Un uomo "che si è fatto da sé" e un gruppo da 1 miliardo di euro

Spinelli è un uomo che si è fatto da sé e che in 50 anni, da padroncino autotrasportatore di legname, è divenuto dei punti di riferimento della logistica navale italiana. Beni patrimoniali? «Cosa vuol dire?», si rivolge al suo avvocato Andrea Vernazza che gli risponde traducendo nel più concreto: «Proprietà». Ed allora parte l’elenco: «Abbiamo la casa in via…», che è una villa bellissima, «diversi immobili (…) soprattutto a Genova (…) una casa a Prato Nevoso che ci andavo cinquanta, sessanta anni fa (…) la barca (il Leila 2 da 9 milioni di euro) su cui c’è il mutuo da pagare (…) il 57 % della Spinelli Srl», che lui dice in un’ intercettazione valga in tutto un miliardo, e poi varie altre quote societarie.

La condanna pregressa per corruzione

Si confonde sul suo certificato penale, ma poi con l’aiuto dell’ avvocato ricostruisce una condanna di «sessanta anni fa» che prova a giustificare: «Le spiego… Un ingegnere di Livorno», ma la giudice lo stoppa immediatamente. «No, adesso non mi deve spiegare». Corruzione? «No, no...», risponde ancora, ma quando la gip gli dice che nel casellario c’è anche questo, allora ricorda: «Quella della revisione dei camion, che è stata indagata tutta Genova», «la motorizzazione». 

Il giudice: «Dal nostro casellario risulta una condanna del ’90 per corruzione, una per corruzione elettorale e una per falso, anni ’90». Interviene il pm Luca Monteverde, facendogli notare che in quel periodo patteggiò una condanna: «Ma, io non so», risponde Spinelli provando a cambiare discorso: «Io ho sempre risposto ai giudici (…) sono stato assolto in primo e secondo grado per una telefonata…». Si va oltre, la giudice Faggioni legge il capo di imputazione che parla di una attuale corruzione per aver dato 74 mila euro ai Comitati di Giovanni Toti in cambio di delibere e favori e altri 400 mila, tra benefit e regali dati e un lavoro da 300 mila l’anno promesso al presidente dell’autorità portuale Paolo Signorini.

«Pago 10 milioni l'anno di tasse»

Quindi gli chiede, ora, se vuole rispondere o no alle domande.
«Giudice, guardi io vorrei rispondere perché non ho niente… purtroppo le dico quello che penso. Dottoressa», e stavolta non sbaglia l'appellativo . «Io sono un cittadino italiano e pago 10-11 milioni di tasse l’anno…». La gip lo interrompe di nuovo: «Non le ho fatto ancora nessuna domanda». «Mi dica le domande, quello che posso rispondere, rispondo, io non ho paura di niente», dichiara l’indomito imprenditore. E via con le domande della giudice, costretta ad arginare l’irruenza di Spinelli più volte, e a quelle del pm. Si arriva al «signorina», che viene superato come detto. Di lì in poi sarà tutto un deferente «signor giudice»,«dottoressa», con un paio di «signora» che sfuggono al controllo cui la giudice non dà peso. 

Le conversazioni che provano le mazzette

Verso la fine, forse convinto di aver conquistato con il suo modo di fare estroverso perfino la gip, azzarda: «Le posso chiedere una cosa?», «Guardi, lei a me non può chiedere niente», risponde gelida. Spinelli non si dà per vinto: «Ho tre telefonini che lei ha (sequestrati dal pm, ndr), se avevo qualcosa che non andava fatto in buona fede, usavo il telefono di Montecarlo, che non ho mai usato». L’ accusa dice che le conversazioni proprio con quei cellulari con Toti e con gli altri indagati sono la prova schiacciante delle mazzette.

17 maggio 2024 ( modifica il 18 maggio 2024 | 07:49)