Il Quattrocento: I Paesi scandinavi in "Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco" - Treccani - Treccani

Il Quattrocento: I Paesi scandinavi

Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)

Carolina Belli
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Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook

Per tutto il XV secolo l’Unione costituzionale dei tre regni scandinavi, Svezia, Norvegia e Danimarca, realizzata a Kalmar nel 1397, è caratterizzata dal ruolo egemone della Danimarca. L’Unione è però sottoposta più volte a spinte centrifughe da parte della nobiltà svedese, che vuole instaurare un regno nazionale e nomina un proprio sovrano, mentre più deboli e comunque inefficaci sono i tentativi secessionisti dei Norvegesi. Favorevole all’Unione è una parte del clero, che sostiene i re di Danimarca. 

L’Unione della Scandinavia

L’Unione è costituita dalla regina Margherita di Danimarca nel 1397 a Kalmar, porto svedese sul Baltico, con l’annessione alla Danimarca della Norvegia – ottenuta mediante il matrimonio con Haakon, re di Norvegia e di Svezia, di cui rimane vedova, e in seguito alla scomparsa prematura del figlio Olav IV Haakonsson – e della Svezia, conquistata sconfiggendo nel 1389 Alberto di Meclemburgo, chiamato a regnare in Svezia dopo la morte di Haakon, ma osteggiato dalla nobiltà, che sollecita l’intervento danese. L’Unione, a lungo vagheggiata, è approvata dall’assemblea di nobili e vescovi scandinavi nella Dieta tenuta tra il 12 e il 20 luglio; il suo scopo è difendere gli interessi commerciali della Scandinavia contro lo strapotere delle città tedesche della Lega anseatica. In questo modo si creano le condizioni per rilanciare il commercio e sostenere lo sviluppo manifatturiero, favorendo il rafforzamento della borghesia. Margherita adotta Erik di Pomerania, figlio di sua sorella e di Vratislav VII; è un fanciullo di sei anni, che Margherita fa incoronare re nel 1396. Erik è XIII di Svezia, VIII di Danimarca e III (IV) di Norvegia.

Il malcontento svedese

Alla morte di Margherita, nel 1412, Erik di Pomerania governa da solo, instaurando un regime dispotico, e Stoccolma – la città più grande, con 5 mila abitanti, proclamata capitale nel 1419 – mal sopporta i suoi metodi di governo, che seguono quelli di Margherita per quanto concerne la concessione di feudi e cariche a Danesi e Tedeschi. Inoltre, la riduzione dei poteri nobiliari e la volontà di controllo sulla Chiesa fanno dilagare il malcontento. L’inasprimento delle imposte e la revoca del privilegio di portare la spada al fianco in chiesa e nelle assemblee popolari suscitano la ribellione degli Svedesi contro i Danesi. I nobili svedesi contrari all’Unione si pongono alla testa di rivolte contadine fin dagli anni Venti.

Engelbrekt Engelbrektsson, esponente della piccola nobiltà, assume nel 1434 la guida della rivolta dei contadini della Dalecarlia (Dalane). Come capo del partito dell’indipendenza combatte per cacciare il re e staccare la Svezia dalla Danimarca. Il movimento si allarga ai nobili, ai borghesi e al clero. Erik deve lasciare la Svezia e si rifugia nell’isola di Gotland: i Danesi sono espulsi. Erik decide di ritornare e riconosce Engelbrekt come reggente nel 1435, durante l’assemblea di Arboga, che è considerata la prima convocazione del Parlamento (Riksdag), emanazione dell’antica assemblea (thing), nel quale sono rappresentati, accanto ai nobili, al clero e ai cittadini, i contadini. Engelbrekt è assassinato nel 1436 e la luogotenenza è assunta dal maresciallo Karl Knutsson, che ha partecipato con Engelbrekt alla lotta contro la Danimarca. Karl, che è figlio di Knut Tordsson della nobile famiglia Bonde, governa la Svezia fino al 1441.

Deposizione di Erik ed elezione di Cristoforo III

Erik è detronizzato nel 1439 nei tre regni scandinavi. In base al principio stabilito dall’Unione di Kalmar, secondo il quale il re deve essere eletto in comune, è scelto come successore il nipote di Erik, Cristoforo III di Baviera, figlio di Giovanni di Baviera e di Caterina Vratislava, sorella di Erik. L’aristocrazia unionista svedese riconosce Cristoforo III, seguita dallo stesso Karl Knutsson, che è compensato con la Finlandia e numerosi feudi. Cristoforo III è proclamato re di Norvegia nel 1442, ma deve combattere per assumere il potere. Deve lottare anche contro la Lega anseatica, che ha ripreso il sopravvento. Stabilisce la capitale a Copenaghen. Cristoforo III muore a Helsingborg nel 1448.

Elezione di Cristiano I e secessione svedese

La Danimarca elegge come re Cristiano I, figlio del conte Didrik il Felice di Oldenburg e di Edvige di Holstein. Estinta la dinastia di Swein Estredsen, il potere passa alla casa di Oldenburg, ramo collaterale dei Glücksborg. Il duca Cristiano I ha ricevuto un considerevole aiuto dal duca Adolfo VIII di Slesia, nella cui casa è stato educato. Gli esponenti del partito nazionale svedese nel 1448 si staccano dall’Unione di Kalmar ed eleggono un proprio sovrano, Karl Knutsson, che diventa Carlo VIII e regna dal 1448 al 1457. Carlo VIII è anche re di Norvegia per un anno tra il 1449 e il 1450.

La Norvegia si unisce alla Danimarca 

I Norvegesi sono divisi e lottano tra loro per l’annessione alla Danimarca o alla Svezia. Prevale la posizione favorevole all’annessione alla Danimarca. Cristiano I, che è accettato come sovrano dai Norvegesi nel 1450, riuscirà a mantenere la Norvegia unita alla Danimarca fino al 1481. Benefici (feudi, terre e incarichi) sono concessi a Danesi e Svedesi.

Cristiano I riconosce all’assemblea norvegese l’autorità di eleggere il sovrano, stabilendo in questo modo l’eguaglianza giuridica con la Danimarca, ma la concessione non sarà rispettata.

Cristiano I contro la Svezia

Cristiano I combatte contro gli Svedesi per imporre la propria autorità. Attacca nel 1452 Stoccolma con 46 vascelli danesi, ma è sconfitto dagli Svedesi, che sono guidati dal loro re. I nobili unionisti e il clero con l’arcivescovo Jens Bengtsson Oxenstierna organizzano l’opposizione a Karl Knutsson e a quanti combattono per l’indipendenza.

Cristiano I, confidando nell’aiuto degli unionisti, torna alla carica l’anno seguente, sconfigge gli Svedesi e mette in fuga Karl Knutsson, che si rifugia con le sue truppe a Danzica. Cristiano I è riconosciuto come sovrano nel 1457. Malgrado l’impegno di difendere l’Unione di Kalmar, Cristiano I conculca i diritti dei nobili svedesi e si mette contro il potente arcivescovo, per cui deve affrontare una nuova ribellione nel 1464. Nobili e clero sono decisi questa volta a difendere la propria autonomia dall’ingerenza danese e richiamano Karl Knutsson, che è sostenuto dalle potenti famiglie di Sture e Tott. Ma il vescovo Kottil (Vasa) e suo zio Jens Bengtsson Oxenstierna continuano a essergli ostili. Karl VIII Knutsson, ritornato al potere nel 1464, è nuovamente scacciato dagli Svedesi nel 1465. Due anni dopo Carlo VIII riprende il potere, che mantiene fino alla morte (15 maggio 1470). Carlo VIII commissiona al decano del capitolo di Uppsala una storia della Svezia fino al 1464.

Prima di morire Carlo designa come reggente il nipote Sten Sture il Vecchio, che pur senza aver la nomina a sovrano ne esercita le funzioni. Cristiano I organizza una spedizione contro gli Svedesi e attacca Stoccolma con 70 navi, ma è sconfitto l’11 ottobre 1471 a Brunkeberg, presso Stoccolma, da Sten Sture il Vecchio, che governerà la Svezia fino al 1497. Sten Sture patrocina importanti iniziative culturali, come la fondazione dell’Università di Uppsala per iniziativa del vescovo Jakob Ulvsson nel 1477, la prima e la più antica università nell’Europa settentrionale, che è resa economicamente autosufficiente con la concessione di 2000 fattorie. A Uppsala è introdotta la stampa.

La Norvegia tenta di emanciparsi dalla Danimarca

La guerra con gli Svedesi ha aggravato la posizione finanziaria di Cristiano I, che con un atto d’arbitrio toglie alla Norvegia nel 1469 gli ultimi possedimenti marittimi, le isole Orkney e Shetland, per darle in dote alla figlia Margherita, che va in sposa a Giacomo III Stuart, re di Scozia. Alla morte di Cristiano I (1481) la Norvegia tenta di ribellarsi alla Danimarca, ma è sottomessa da Hans, figlio ed erede di Cristiano.

La Danimarca di Cristiano I e Hans

Cristiano I, dopo l’ascesa al trono, deve accettare la carta di incoronazione, un patto rimesso in vigore per garantire una serie di diritti in campo legislativo, fiscale, giudiziario e di politica estera. In caso di mancato rispetto del patto, il sovrano può essere deposto. Poiché Cristiano non rispetta sempre tali obblighi, nel 1468 convoca gli Stati, per svincolarsi dal Consiglio.

Nel 1460, alla morte dell’ultimo erede della contea dello Holstein, Cristiano I ha raggiunto un accordo con la famiglia, risarcendo coloro che ne rivendicavano diritti. È diventato conte di Schleswig e duca di Holstein e si è impegnato a mantenere uniti i due territori, che devono essere governati da un membro della casa reale scelto dalla nobiltà locale. A Copenaghen viene fondata l’università nel 1479.

Hans, figlio e successore di Cristiano I, in forza dell’Unione di Kalmar diventa re di Norvegia e di Svezia. Deve affrontare la rivolta in Norvegia, ma riesce a imporre la propria autorità nel 1483. In Danimarca s’impegna a rafforzare la monarchia e per questo limita il potere della nobiltà. Cerca d’altra parte il consenso dei contadini e dei borghesi, e questi ultimi sono remunerati con incarichi amministrativi e tutelati contro la Hansa grazie agli accordi commerciali con l’Olanda e l’Inghilterra. La situazione in Svezia invece si prospetta ben diversa.

Hans di Danimarca si accorda con Sten Sture di Svezia

In Svezia, Sten Sture il Vecchio, che governa dal 1471, riesce a tenere Hans lontano dal Paese. Sture ha provveduto all’emancipazione dei contadini, ha riordinato l’amministrazione e ha reso prospera la Svezia. Ma durante la lotta con i Russi, intenzionati ad occupare la Finlandia, deve affrontare l’opposizione dei nobili e del senato, che invitano il re Hans a prendere possesso del trono (1495). Sture, col sostegno dei contadini della Dalecarlia, da lui reclutati, marcia contro Stoccolma, ma è sconfitto a Rotebro il 28 ottobre 1497. Hans, riconosciuto come sovrano dagli Svedesi, preferisce allearsi con Sture il Vecchio e, per riportare la pace nella regione, lo nomina governatore della Dalecarlia.

La Svezia verso l’indipendenza

I nobili svedesi insorgono ancora una volta e abbandonano Hans dopo la dura repressione da lui attuata contro i contadini ribelli dell’Holstein: il 29 luglio 1501 assegnano nuovamente a Sten Sture la reggenza. Alla sua morte, nel 1503, il partito dell’indipendenza nomina reggente suo nipote, Sten Sture il Giovane, che è ostacolato nei suoi progetti di proclamarsi re dall’arcivescovo Gustav Trolle. Il partito dell’Unione è favorevole a Cristiano II, re di Danimarca e di Norvegia dal 1513. Questi tenta per tre volte, tra il 1517 e il 1520, di conquistare la Svezia. Dopo due sconfitte, riesce vincitore sul lago ghiacciato di Åsunden, vicino a Bogesund, mentre Sture il Giovane viene ferito a morte in battaglia. Cristiano è incoronato re a Stoccolma, ma la sua decisione di riportare l’ordine e la pace con un massacro induce l’opposizione a riorganizzarsi: Cristiano infatti all’indomani della propria incoronazione mette a morte un’ottantina di oppositori. Il nobile Gustav Johansson Vasa incita la popolazione della Dalecarlia alla rivolta e la ribellione si estende a tutto il Paese. Con l’aiuto di Lubecca la Svezia sconfigge la Danimarca e si rende indipendente nel 1523, eleggendo come sovrano Gustav Vasa. L’Unione di Kalmar tra Svezia e Danimarca è definitivamente sciolta. La Norvegia rimarrà legata alla Danimarca, malgrado altri tentativi di rendersi indipendente, fino al 1814.

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