Il mulino sulla Floss di George Eliot: romanzo autentico e ribelle
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Il mulino sulla Floss di George Eliot: romanzo autentico e ribelle

30 Novembre 2020
Il mulino sulla Floss di George Eliot: storia di fratelli divisi

“Una donna non serve che sia intelligente, peccato che non sia un maschio… “

È il motivo per cui, sfogliando Donne tra le righe di Annalisa Bellerio, ho scelto di concludere il ciclo di letture novembrine con Il mulino sulla Floss di George Eliot, pseudonimo maschile di Mary Ann Evans.

Leggere questo romanzo è come trovare dinanzi a sé le possibilità che, date e precluse all’individuo in base al genere, rimangono per reagire, in modo coerente a sé stessi, a idee e convinzioni che regolano la convivenza e i rapporti sociali. Il mulino sulla Floss è un libro che è stato difficile reperire però c’è, è complesso e ha molto da dire.

Il mulino sulla Floss di George Eliot: storia di fratelli divisi

Il mulino sulla Floss racconta in sei libri – Un bimbo e una bimba, Gli anni di scuola, La catastrofe, La valle dell’umiliazione, Grano e loglio, La grande tentazione e Il riscatto finale – la storia di Tom e Maggie Tulliver.

Figli di un mugnaio i protagonisti osservati da George Eliot crescono in una sobria e rispettabilissima società ottocentesca, ignari della percezione che hanno di sé e del legame che, per diritto di nascita, li riconosce come fratelli.

Un bimbo e una bimba

Senza precorrere i tempi, George Eliot narra di Tom e Maggie mentre, bambini, esplorano e giocano liberamente nei dintorni di Dorlcote o sfuggono alle mani materne chiudendosi in soffitta e immergendosi nei libri senza interessarsi ai dialoghi degli adulti, interessati a decidere cosa fare del loro futuro.

Di indole distinta, Tom si presenta un ragazzo ignorante di sana e robusta costituzione che, dall’alto dei suoi dodici anni, ha interiorizzato presto la convinzione che, tutto sommato, le bambine sono stupide e buone a nulla mentre Maggie è una vivace ragazzina dagli occhi neri che riesce in tutte le sfide lanciate dal fratello maggiore che, peraltro, adora e rappresenta il modello di amore al quale aspira, di cui ha bisogno.

Le famiglie correlate a Mr e Mrs Tulliver hanno opinioni differenti sull’immagine dei due fratelli e se sia giusto o meno occuparsi della loro istruzione ed educazione in un modo diverso da quello regolato dai principi tradizionali dei Dodson. Opinioni che si scontrano con le idee e le intenzioni di Mr Tulliver deciso a fare dei figli delle persone istruite, più per aumentare il valore e la reputazione delle sue proprietà che per valorizzare l’indole e le inclinazioni dei ragazzi.

Orgoglioso e ostinato, Mr Tulliver segue la linea di condotta delle persone semplici che, ne Il mulino sulla Floss:

“[…] hanno la speciale attitudine a vestire di idee sbagliate i sentimenti più giusti”

in tempi in cui:

“[…] l’ignoranza è assai più comoda che al giorno d’oggi, e veniva ricevuta con tutti gli onori nella miglior società, senza sentirsi costretta a camuffarsi di un’accurata parvenza di cultura […]”

Con queste premesse, Tom inizierà il suo periodo di apprendimento presso il buon Mr Stelling, insegnante mediocre appassionato di materie di carattere umanistico che, con metodo, impartisce lezioni astratte inadatte alla mente troppo pratica del suo primo allievo e non necessarie per alleviare le sofferenze del secondo studente, Philip Wacken, figlio deforme dell’odiato rivale in affari di Mr Tulliver.

Anni di scuola

È una fase in cui su Il mulino sulla Floss i sentimenti degli adulti nei confronti dei propri simili serpeggiano e influiscono sul modo che hanno Maggie e Tom di relazionarsi con gli estranei e con Philip, in particolare. Quest’ultimo, bisognoso di un’amicizia che non si fermi alle sue deformità esteriori, attirerà l’attenzione dei fratelli con la sua abilità nel disegno ma, malgrado i suoi consigli, l’effetto non basta a renderlo meno solo.

“Basta guardare bene le cose, e poi disegnare e ridisegnarle tante volte. Quel che vi riesce sbagliato alla prima potete correggerlo alla seconda”.

Il legame d’amicizia che si crea tra Tom e Philip è troppo debole e, ad eccezione della promessa di Maggie a preservarne la memoria, non ha le basi per reggere alla catastrofe che si abbatterà su Dorlcote.

La catastrofe

Per un crollo fisico ed economico di Mr Tulliver i fratelli, infatti, saranno richiamati a casa per adoperarsi a risollevare la famiglia dalla disgrazia in cui sono caduti.

Con viva sollecitudine i parenti daranno il loro apporto morale ricordando a un giovane di sedici anni e a una fanciulla di tredici i doveri che li attendono con il risultato che Tom si assumerà il compito di pagare i debiti di famiglia lavorando e chiudendosi in un rabbioso silenzio interiore mentre a Maggie ricadrà l’onere di rimanere in casa e di sopprimere, per volere paterno e desiderio fraterno, il suo naturale bisogno di amare ed essere amata.

La figlia del mugnaio cerca di adattarsi come può alla nuova condizione, anche se di colpo si rende consapevole della spiacevole verità che emerge quando confronta il mondo dei libri con quello della realtà in cui vive.

“Nei libri c’erano dei personaggi sempre gentili o teneri, contenti di fare ciò che rende gli altri felici, che non mostravano la loro bontà con dei rimproveri. Il mondo fuori dei libri non era lieto, pensava Maggie. Pareva un mondo dove la gente si comportava meglio verso quelli che non pretendeva di amare, e con cui non aveva alcun legame”.

Nonostante ciò, l’unica consolazione di Maggie rimane nei libri che, per solidarietà, le vengono procurati da Bob Jankin, unico amico rimasto malgrado la cattiva reputazione che ruota attorno alla sua immagine di merciaiuolo e girovago che vive di espedienti e ciarlatanerie.

La valle dell’umiliazione

Malgrado le brevi e fugaci comparse di Bob Jakin, che danno un po’ di respiro a una narrazione pesante nello stile e nei contenuti, Il mulino sulla Floss avvisa il lettore che:

“Voi non potreste vivere tra simile gente; sareste soffocate dal bisogno di una evasione verso qualcosa di bello, di grande, di nobile; sareste irritati contro questi uomini e queste donne insignificanti”.

e conduce il lettore e la giovane e sempre più disgraziatamente bella Maggie al di fuori delle mura domestiche per passeggiare sola nei dintorni di Dorlcote, in cerca di un momento per ricaricare le energie psichiche ed emotive impiegate per soddisfare il desiderio paterno di essere costantemente accudito dalla sua piccina e rispettare la volontà fraterna di mantenersi immobile e non far vergognare la famiglia andando in città, in cerca di un lavoro, lasciando che tutti vedano la povertà del suo abbigliamento.

Grano e loglio

Maggie non aspira agli ideali che George Eliot suggerisce al lettore però li ispira a Philip Wacken che non l’ha mai dimenticata. In segreto, i due giovani divisi dai dissapori che intercorrono tra le rispettive famiglie, riallacciano l’infantile amicizia scambiandosi libri, confidenze e pensieri che nulla hanno a che fare con la volgarità dei sentimenti altrui.

Il mulino sulla Floss però è troppo sincero e trasparente per mantenere il riserbo sulla relazione tra i due amici ritrovati ma è discreto nel far notare in che modo all’umiliazione privata seguirà quella pubblica. Un altro giro di ruota porterà Maggie, con grande angoscia e insopprimibile desiderio d’indipendenza, sempre più lontano dall’amato ma tirannico fratello.

La grande tentazione

La separazione tra i due fratelli pare completa ma Il mulino sulla Floss non ha dimenticato Lucy Deane, la dolce e bionda cugina di Maggie e Tom Tulliver. Innamorata di Stephen Guest e da questi ricambiata, Lucy è sicura delle sue buone intenzioni nel riavvicinare Philip Wacken ai Tulliver e concedere una vacanza alla sfortunata cugina.

L’idea è di formare un delizioso quartetto di voci dove tutti sono felici e spensierati lasciando da parte Tom il quale, rinunciato al desiderio inespresso e trattenuto di avere una moglie, preferisce occuparsi della necessità di accumulare ricchezza e rinuncia ad occuparsi di Maggie che, entrata in società grazie all’adorata cugina, sarà esposta all’attrazione che, naturale, sorge tra uomini e donne al di là della morale corrente.

Tentata, Maggie si distrae dal proposito di rinunciare al bisogno di amare ma obbediente ai suoi principi e desiderosa di non far del male ai suoi cari, torna sui suoi passi negando a sé stessa il diritto di essere felice. Tuttavia, secondo le considerazioni di George Eliot, la verità della bellissima e intelligente Miss Tulliver non viene però colta dalla società di St. Oggs e, ancor meno, recepita dal fratello che avrebbe il potere di dimostrarne la fondatezza a beneficio di parenti e amici. Un potere che non esercita perché:

“[…] nei caratteri fortemente improntati dalle qualità positive e negative che formano la severità – forza di volere, dirittura di propositi, limitatezza d’immaginazione e d’intelletto, grande dominio su se stessi e disposizione a esercitare una supremazia sopra gli altri – i pregiudizi costituiscono il naturale nutrimento delle tendenze che non trovano di che sostenersi in quel sapere complesso, frammentario, dubitoso che chiamiamo verità”.

Ma Maggie, ancora una volta, si rivela una sorpresa e, invece di cadere, rimane come la bimba fotografata per la prima volta nei dintorni di Dorlcote.

Riscatto finale

Finalmente Il mulino sulla Floss completa la macinatura dei personaggi e della realtà sociale portata ai lettori di George Eliot e si saprà se tutto quello che avviene nel romanzo avrà resistito ai cambiamenti introdotti per dividere Tom e Maggie, se vinceranno le superstizioni che ruotano intorno alla visione del mondo e al concetto di proprietà attribuito a cose e persone e se ci sarà un modo per riunire i due fratelli al loro antico, infantile, affetto.

Lasciando da parte, per un momento, le opinioni di lettura, ritorno alle informazioni riportate da Annalisa Bellerio su Mary Ann Evans.

In Donne tra le righe, infatti, ricompare la voce e il pensiero di Henry James su di lei che, come è noto, aveva un’opinione precisa su tutto e su tutti. Se ne dichiara innamorato, malgrado la romanziera non corrispondesse ai canoni della bellezza del tempo e avesse pretese intellettuali. Un dettaglio, questo, che induce chi legge a fare un confronto tra Ritratto di signora e Il mulino sulla Floss e riporta all’opinione, lasciata da parte, che reputa il secondo migliore del primo pur essendo entrambi, in egual misura, dei grandi classici della letteratura.

Anche se è spiacevole riscontrare che la necessità di usare uno pseudonimo maschile per far luce sulla cultura e sui pregiudizi di genere segnalino che, sotto la polvere di una ottocentesca narrazione, sono rimasti immutati non si può fare a meno di notare che Il mulino sulla Floss di George Eliot, per quanto sia difficile da reperire sugli scaffali di una libreria di un centro commerciale o di una piccola biblioteca comunale, esiste, serve ed è un libro più utile di quanto si creda o ci si aspetti. Ma, anche questa, è una mia opinione. 🙂

Autrice: Mary Ann Evans (George Eliot)
Titolo: Il mulino sulla Floss
Titolo originale: The Mill on the Floss
Traduzione: Giacomo Debenedetti
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar Classici
Pubblicazione: 1993, Prima Edizione
Pagine: 671
Prezzo di copertina: € 11.00

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