The Turning - La casa del male, la recensione dell'horror Amazon Exclusive

The Turning - La casa del male, la recensione dell'horror Amazon Exclusive

Il nuovo adattamento del classico gotico di Henry James, diretto da Floria Sigismondi, è un horror confuso e involontariamente parodico.

The Turning - La casa del male, la recensione dell'horror Amazon Exclusive
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La giovane e bella Kate viene assunta come tata per occuparsi di una bambina rimasta orfana di genitori, la piccola Flora. Un impegno apparentemente semplice per la ragazza, abituata a gestire un numero ben più alto di pargoli, e che le potrebbe permettere di prendersi maggiormente cura della madre, una pittrice ricoverata in una casa di cura per via di una profonda depressione.
Kate arriva nell'antica dimora dove presterà servizio e viene accolta in maniera non troppo calorosa dall'anziana governante, che sembra covare un'attenzione morbosa per Flora. Per di più Kate scopre soltanto il giorno dopo che questa ha un fratello maggiore in età adolescenziale, Miles, il quale è appena stato espulso da scuola per comportamenti violenti nei confronti di un compagno.
Il giovane manifesta un interesse particolare per la nuova arrivata, la quale nel frattempo inizia a essere vittima di inquietanti incubi e allucinazioni. Cosa si nasconde realmente nel passato di quelle quattro mura e perché Flora e Miles sembrano avercela a morte con lei?

A volte ritornano

Un progetto fortemente voluto da Steven Spielberg e passato per tante, forse troppe, mani nel corso degli anni, tanto che il risultato finale è un pasticcio indecifrabile. E pensare che alla base vi è un classico della letteratura gotica come Il giro di vite di Henry James, qui smembrato brutalmente in una sceneggiatura che non sa mai dove andare a parare e che si è discostata completamente dalla fonte originaria.
The Turning - La casa del male, nuova esclusiva del catalogo di Amazon Prime Video, è un film senza capo né coda, un horror incapace di spaventare e generare quel minimo di suspense a tema dietro al substrato mystery, che dovrebbe reggere il tessuto narrativo. Dovrebbe, appunto, perché fin dai primi minuti - tra rimandi che sembrano guardare al recente cult nostrano The Nest - Il nido (2019) e atmosfere che strizzano l'occhio a un immaginario dark - la confusione aleggia sulla storia e i personaggi e non è difficile comprendere il senso di spaesamento e terrore della povera Kate, pari a quello dello spettatore sempre più ansioso di capirci qualcosa.

Ritorno al passato

In realtà vi è poco da capire perché tutto o quasi avviene per caso, e lo stesso cast è in balia di eventi che sembra non comprendere. Certo, lo scarso carisma del Finn Wolfhard di Stranger Things nei panni del fratello maggiore non aiuta ma almeno Mackenzie Davis prova a dare personalità al suo alter-ego, schiava di un destino che prende vie sempre più assurde e improbabili.
Effetti speciali non all'altezza, il numero limitato di figure in gioco e la regia anonima e svogliata di Floria Sigismondi, che si affida a banalissimi jump-scare e inquadrature prive di ispirazione, rendono The Turning - La casa del male un prodotto involontariamente parodico.
Per chi volesse godere di una trasposizione all'altezza dell'opera di James alla base, l'unico consiglio che possiamo darvi è quello di recuperare un capolavoro di diversi decenni fa, ossia il leggendario Suspense - The Innocents (1961) diretto da Jack Clayton.
In questo modo avrete la possibilità di assistere a una versione più chiara e comprensibile della vicenda, oltre che di recuperare una perla del cinema horror passato che merita di essere vista e rivista dagli appassionati del genere.

The Turning - La casa del male I cultori del cinema horror ricorderanno con piacere il mitico Suspense - The Innocents (1961), mentre quelli della letteratura avranno letto più e più volte il racconto Il giro di vite di Henry James, alla base di tutto. In questo The Turning - La casa del male, nuova trasposizione per il grande schermo, si è perso tutto il fascino dei suddetti e ci troviamo davanti a un film irricevibile per il pubblico odierno, non tanto per una paura pressoché assente ma per un delirio narrativo che snatura completamente il soggetto originario e trascina lo spettatore in un vortice di spaesamento e confusione, quasi come si trovasse nei panni della sfortunata protagonista. Una vecchia magione, due fratelli orfani e una giovane tata sono al centro di un horror totalmente fallimentare.

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