Ruggero Leoncavallo e il mito di “Pagliacci”

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L’opera più rappresentata al mondo è I Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. Ritratto di un grande compositore al centro del Festival di Potenza 2023

Tra i compositori e librettisti più rappresentativi del sentimento e del vigore musicale del verismo italiano ricordiamo il Maestro Ruggero Leoncavallo, simbolo per il Sud Italia. Nasce a Napoli nel 1857, il padre si chiamava Vincenzo e svolgeva la professione di magistrato; la madre Virginia D’Auria fu artefice del suo destino, perché fin da bambino lo indirizzò allo studio del pianoforte. Il giovane Ruggero proseguì gli studi sotto la guida del maestro Beniamino Cesi presso il Conservatorio Di San Pietro a Majella di Napoli. Ruggero Leoncavallo, per i continui trasferimenti del padre, visse parte della sua infanzia e adolescenza fra la Calabria e la Basilicata, in particolare a Montalto Uffugo in provincia di Cosenza, dove ebbe una tragica esperienza: l’assassinio del suo tutore, delitto d’amore e di gelosia perpetrato dai fratelli d’Alessandro dopo il presunto tradimento della giovane donna che aveva rapito il cuore di Giovanni Scavello, ucciso proprio sotto gli occhi del piccolo Ruggiero sulla porta del convento domenicano dove i due si erano recati per assistere ad uno spettacolo. Queste scene cruenti lo segnarono profondamente e lo influenzarono a tal punto che negli anni più maturi compose Pagliacci, la sua opera lirica più importante e tra le più rappresentate al mondo.
Dopo la morte della madre Virginia, il padre divenne presidente del Tribunale di Potenza e di conseguenza Ruggero ed il fratello Leone si trasferirono con lui; Leoncavallo viaggiò tra la città potentina e Bologna e nella prima insegnò canto e pianoforte ai più piccoli: accurate ricerche hanno permesso di scoprire che il pianoforte che spesso utilizzava il Maestro fosse proprio quello che ancora oggi è custodito nel teatro comunale Francesco Stabile. Leoncavallo studiò Letteratura con Giosue Carducci, conobbe un giovanissimo Giovanni Pascoli e fece la conoscenza di Richard Wagner, del quale era grande ammiratore.


Dopo Bologna rientrò a Potenza per il servizio militare e, finita la leva, decise di restare in città per comporre le prime pagine dei I Pagliacci. Tra le opere e operette di Leoncavallo sono da ricordare: La Bohème, La reginetta delle Rose, Zazà e L’Edipo Re, Mameli, La Candidata, Il primo bacio e alcuni spartiti composti come canzoni ma privi del testo, Una menzione speciale va alla romanza Mattinata, interpretata dai più celebri tenori, primo fra tutti Enrico Caruso, che la incise con lo stesso Ruggero Leoncavallo al pianoforte. Una curiosità che riguarda il binomio Caruso-Leoncavallo è quella dell’aria tratta da I Pagliacci, Vesti la giubba: la vendita del disco sfiorò un milione di copie vendute.
La vita di Ruggero Leoncavallo fu un saliscendi di emozioni e di scoperte: grande viaggiatore, visse per ben quattro anni in Egitto, mentre la vita parigina, gli regalò la conoscenza, tra gli altri, di Alexander Dumas, Charles Gounod e Jules Massenet. Conobbe il baritono preferito di Giuseppe Verdi, Victor Maurel e incontrò l’amore con Berhte Rambaud, sua allieva di canto, con la quale si sposò.
Si spostò da Milano in Svizzera e a Brissago fece costruire Villa Myriam, punto di riferimento per artisti e letterati del tempo, ma che dovette vendere a causa di un tenore di vita troppo alto rispetto al mancato successo di alcune sue opere. Si ammalò di diabete e per le cure si recò spesso a Montecatini Terme, dove morì nel 1919.
Chissà come il Maestro Leoncavallo tradurrebbe oggi le pagine di cronaca… forse la risposta la si può trovare nei versi che canta Canio nel primo atto dell’opera I Pagliacci: “Un tal gioco, credetemi, è meglio non giocarlo … Il teatro e la vita non son la stessa cosa”. Perché la vita, s’intende, può essere molto più amara e spietata della finzione scenica e la realtà superare di gran lunga la fantasia.

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1 commento

  1. Gentilissimi, leggo con piacere che la Vs. mission è la diffusione della cultura e dell’identità e ne sono ammirato.
    Devo segnalarvi, purtroppo, in riferimento a un post apparso a mome di Alma Manera, sul personaggio Ruggiero Leoncavallo, che lo stesso contiene diverse inesattezze e imprecisioni che diffondendosi generano il ripetersi di errori spiacevoli e lontano dalla verità. Due su tutti sono rappresentati da errori facilmente modificabili in correttezza e sono il nome del Maestro Leoncavallo che è Ruggiero con la i, mentre, secondo il secondo errore è rappresentato dal nome dell’Opera che è Pagliacci senza la i.
    Si tratta di una semplice i che in realtà rappresenta una serie di motivazioni storiche, culturali e caratterizzanti di un grande personaggio e della relativa apparenza territoriale.
    Tanto dovuto in nome della cultura e del Vero.
    Franco Pascale

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