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La comunità internazionale sta rinnovando gli sforzi per realizzare la soluzione a due Stati, nella dichiarata aspettativa che questo porrà fine al conflitto israelo-palestinese.
I palestinesi sono persone adulte. Di tutti i concetti di cui mi è capitato di discutere nel corso degli anni in articoli, libri, conferenze, dibattiti, ho scoperto che questo è quello che sembra costituire una barriera mentale che pochi sono in grado di oltrepassare.
Nel 1998 sono stata fra i curatori di un libro, in occasione del cinquantesimo anniversario di Israele, intitolato Israele tra le nazioni. Il professor Alan Dershowitz giustamente intitolò il suo contributo “Israele – l’ebreo tra le nazioni”.
E’ lo slogan che riecheggia nei campus in tutta l'America e nelle piazze di tutta Europa. Se chiedete a quelli che lo urlano di quale fiume e di quale mare si tratti, molte volte non lo sanno nemmeno.
Dunque il vostro paese vuole riconoscere lo stato di Palestina? Benissimo. Procedete pure. Solo accertatevi di prendere nota che, se la Palestina è uno stato, nessun palestinese che vive in quello stato è, o potrà essere considerato, o sarà più riconosciuto dal vostro paese come un "profugo palestinese".
"Ho degli amici in Palestina". Queste parole pronunciate da Naama Levy, soldatessa israeliana e attivista per la pace, ai suoi sequestratori di Hamas mentre il suo volto è coperto di sangue, sottolineano ancora di più, se possibile, la tragedia del suo rapimento.
Oggi alle 18.00 ora israeliana (le 17.00 in Italia) viene diffuso un nuovo straziante filmato che mostra il rapimento di cinque soldatesse israeliane il 7 ottobre dalla base di Nahal Oz ad opera di terroristi palestinesi.
Il rinomato scrittore Salman Rushdie ha ragione. La creazione di uno stato palestinese, nelle circostanze attuali, porterebbe solo alla creazione di uno stato islamico a immagine dell’ISIS o dell’Iran. Ben presto Hamas rovescerebbe la corrotta e debole Autorità Palestinese
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito “vergognosa” la decisione del procuratore capo della Corte Penale Internazionale, Karim Kahn, di perseguire mandati d'arresto a carico del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del ministro della difesa, Yoav Gallant.
Le Forze di Difesa israeliane hanno diffuso domenica sera un filmato recuperato dai soldati che operano nella striscia di Gaza. Il video mostra due ex ostaggi israeliani minorenni – Ela Elyakim, di 8 anni, e Dafna Elyakim di 15 anni – filmate dai terroristi davanti a una bandiera delle Brigate al-Qassam di Hamas.
Riconoscere adesso e unilateralmente uno stato palestinese equivale ad “abbandonare gli ostaggi” ancora nelle mani dei terroristi a Gaza. Lo ha detto martedì il ministro degli esteri israeliano Israel Katz ricevendo il commissario dell’Unione Europea per il vicinato e l’allargamento, l’ungherese Olivér Várhelyi, il quale dal canto suo ha affermato che non sosterrà mai un cessate il fuoco a Gaza che non includa il rilascio incondizionato degli ostaggi.
In base ai primi accertamenti, le Forze di Difesa israeliane sospettano che un deposito di munizioni, armi o altro materiale combustibile, di cui non si era a conoscenza, abbia causato l’esplosione secondaria e l’incendio che hanno investito alloggiamenti di sfollati nel quartiere di Tel Sultan, nella parte occidentale Rafah (sud della striscia di Gaza) causando la morte di civili palestinesi a seguito dell’attacco israeliano di domenica notte contro due capi terroristi di Hamas (Yassin Rabia e Khaled Najjar). A poche decine di metri da dove sono stati colpiti i due comandanti terroristi si trovava una rampa di lancio di razzi come quelle usate nei giorni scorsi per bersagliare il centro di Israele. L’attacco israeliano non ha avuto luogo nella “zona umanitaria” di al-Mawasi, sulla costa: il complesso di Hamas preso di mira si trova a più di un km dalla zona umanitaria. Nel tentativo di prevenire danni collaterali, gli aerei israeliani hanno utilizzato missili minori, con testate da 17 kg, che di per sé non sarebbero stati sufficienti per innescare l’incendio.
Un’università democratica in un paese democratico. Martedì mattina, all’Università di Gerusalemme, decine di studenti di gruppi estremisti contrapposti hanno manifestato pro e contro Israele a pochi metri di distanza, separati da semplici transenne, previo accordo con la polizia. Da un lato, slogan come “Con spirito e sangue, ti redimeremo, Palestina”. Dall’altra, “Andatevene a Gaza”. Vedi le immagini su Times of Israel
“Khamenei, Sinwar e la vice primo ministra [spagnola] Yolanda Diaz chiedono l’eliminazione di Israele e la creazione di uno stato terrorista islamico palestinese dal fiume al mare”. Lo ha scritto martedì su X il ministro degli esteri israeliano Israel Katz, mentre la Spagna si appresta a riconoscere uno stato palestinese. La scorsa settimana, Yolanda Diaz ha concluso un discorso con lo slogan “la Palestina sarà libera dal fiume al mare” sostenendo contro ogni evidenza che si tratta di uno slogan a sostegno della soluzione a due stati. “Sanchez – ha scritto Katz rivolgendosi al premier spagnolo – se non destituisci la tua vice e dichiari il riconoscimento di uno stato palestinese, sei partner nell’istigazione al genocidio degli ebrei e in crimini di guerra”.