Margherita di Savoia, maliarda o saggia sovrana? Ce lo racconta Ciriè – PiemonteTopNews
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Margherita di Savoia, maliarda o saggia sovrana? Ce lo racconta Ciriè

CIRIE’. Margherita di Savoia, figlia di Amedeo V e castellana di Ciriè, Caselle e Lanzo, nata nel 1279, è un po’ la Maria Antonietta nostrana. Data in moglie a Giovanni I Marchese di Monferrato a soli diciassette anni, si trasferì a Ciriè con l’intera corte e nei documenti si parla del brio e della voglia di divertirsi che aveva la sovrana, probabilmente a causa della giovane età. Pare che all’epoca parecchi personaggi conosciuti si fossero trasferiti a Ciriè, dando vita e verve alla piccola cittadina.

 Di Ciriè Angelo Sismonda (fisico e studioso di tradizioni e storia vissuto nell’800) disse che il suo antico nome “Cerretum” la collocava probabilmente in un’epoca antica, prima ancora dei romani, sicuramente “al tempo della conquista della Gallia Cisalpina”. Da Cerretum, nome dovuto all’esistenza di interminabili boschi di cerro, il Quercus Cerris che cresce nelle temperature miti dell’Europa del sud e che ancora oggi si può vedere in queste zone, spazzate da un’aria particolarmente benigna, si passò poi a Ciriacum in pieno cristianesimo, quando le città erano tenute a scegliere un santo di riferimento e quella che sarebbe poi diventata l’attuale Ciriè, scelse San Ciriaco. Questo era probabilmente un ricco romano convertito, la cui storia ricorda quella di san Francesco, ma è possibile che fosse stato scelto per l’assonanza con il vecchio nome e non tanto per le qualità del santo.

Tornando a Margherita, la ragazza aveva un carattere solare, ma rimase vedova presto, a circa ventotto anni e anche se riuscì, grazie al padre, che le concesse la castellania di Ciriè, Caselle e Lanzo, ad avere una certa indipendenza, in quei primi anni fu discriminata a causa dei divertimenti ai quali i cortigiani si lasciavano andare, senza curarsi dei contadini che cercavano di tirare avanti, tra carestie, epidemie e problemi climatici.

Margherita però, come tutti, crebbe e comprese presto che i suoi sudditi avevano bisogno di aiuto e provvide a diminuire le pretese dei potenti uomini che arrivavano in città, consentendo allo stesso momento ai contadini una riduzione delle tasse, imponendo anche nuove regole per l’aiuto e la cura dei cittadini. Purtroppo la sua storia si concluse nel castello di Ciriè nel 1349, quando, colpita dalla peste che ormai imperversava in tutto il Canavese e non solo, la donna, che era ormai completamente entrata nel suo ruolo, si spense in pochi giorni. La mancanza di figli e il periodo difficile causarono una perdita di documenti, (tutt’ora le informazioni storiche su Margherita sono molto rare), anche se nei secoli sempre di più la figura di Margherita è entrata nelle simpatie dei ciriacesi, che per anni hanno portato avanti una rievocazione storica chiamata “Alla corte di Margherita” e più recentemente “1305, Margherita di Savoia a Ciriè”, con tornei, abiti in stile e leccornie di ogni genere.

Il ritratto di una giovane Margherita di Savoia

Nell’attuale piazza Castello si trovava il castello dove viveva Margherita, distrutto poi nel Millecinquecento, per mano dei francesi ma curiosamente le tracce delle sue presunte apparizioni conducono alla casa-torre Ampalla, una affascinante costruzione gotica già presente in quegli anni e addirittura nei resti di quello che era la torre cilindrica della cinta muraria. Le numerose leggende parlano di condotti sotterranei che probabilmente univano queste costruzioni, e anche se i cunicoli sono una caratteristica che emerge dai racconti di tutte le località, l’idea che i sovrani avessero concepito una via di fuga in caso di guerra, sollevazioni popolari o epidemie, non è poi così inconcepibile.

Chissà se lo spirito di Margherita era così affezionato a Ciriè da rimanere anche dopo la morte legata alla graziosa cittadina? In ogni caso il viaggiatore curioso può provare a percorrere la via centrale, via Vittorio Emanuele, con le sue abitazioni medievali, per provare ad immaginare come potesse essere la Ciriè del Medioevo e magari incontrare Margherita,

Katia Bernacci
(foto di Marino Olivieri)

Katia Bernacci

Katia Bernacci, giornalista pubblicista, saggista e ricercatrice indipendente, è attualmente direttrice editoriale della casa editrice Yume. Da anni si occupa di divulgazione in ambito culturale.

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