Girato con tutta l’abbondanza di mezzi di un kolossal hollywoodiano (il regista Edward Zwick è lo stesso de “L’ultimo samurai” con Tom Cruise) “Blood diamond – Diamanti di sangue” vorrebbe inserirsi nella scia di opere come “Hotel Ruanda”, che mettono tragicamente in scena la situazione odierna dell’Africa, con le sue contraddizioni interne, le brame delle multinazionali, il sincero desiderio di pace di molti dei suoi abitanti, ma anche la crudeltà di popolazioni attratte dal miraggio della ricchezza e attratte dalla sopraffazione come via più veloce per ottenerla. I personaggi del film attingono al più classico dei repertori: c’è un contrabbandiere/avventuriero/mercante d’armi (DiCaprio) nello splendore dei suoi trent’anni, dall’aspetto di duro disincantato ma che da subito si arguisce che tirerà fuori il suo cuore tenero; una giornalista bella e impegnata (Jennifer Connelly), consapevole che le sue corrispondenze di guerra avranno pochissimo spazio nei notiziari, più interessati al meteo o alla partita di football; e per finire un pescatore del luogo (Djimon Hounsou), che chiederebbe solo di vivere la sua vita e permettere al figlio di studiare. Ma i ribelli gli rapiranno il figlio e lui sarà costretto a scavare nelle miniere di diamanti, fino a quando il ritrovamento di un enorme e preziosissimo diamante rosa non legherà i destini del trio, che dovrà vedersela da ribelli, mercenari sudafricani, bambini abituati a sparare senza motivo, mercanti europei di pietre preziose, bombardamenti vari e quant’altro. ,Il film ha molti difetti, tipici delle grandi produzioni: troppe storie che si rubano spazi l’una con l’altra, una descrizione stereotipata dei personaggi, molta retorica dei buoni sentimenti, troppa violenza, ostentata con immagini, rumore e musica. Però bisogna dare atto che anche con questi limiti evidenti “Blood Diamond”, grazie anche alla bravura degli interpreti, è profondamente credibile e può aiutare a portare alla conoscenza dei tanti indifferenti il dramma dei bambini-soldato, una piaga che rischia di compromettere il futuro di molte nazioni africane. In definitiva, è un film da vedere.,Beppe Musicco