La Vardera e Piera Aiello a Castelvetrano. Ficili, “Semplificazione amministrativa contro la mafia”
Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
20/05/2024 06:00:00

La Vardera e Piera Aiello a Castelvetrano. Ficili, “Semplificazione amministrativa contro la mafia”

 Sono stati diversi i temi trattati, lo scorso sabato, nel comizio di Salvatore Ficili. Il candidato sindaco di Sud Chiama Nord ha esposto alcuni punti del suo programma elettorale, mettendo l’accento su mafia, corruzione, clientelismo e semplificazione amministrativa.

Insieme a lui, a sostenerlo, anche Ismaele La Vardera e Piera Aiello, entrambi candidati al parlamento europeo col movimento di Cateno De Luca.

Noi donne siciliane non partoriamo dei figli per farli morire ammazzati o per farli venire arrestati – ha detto la cognata di Rita Atria, la ragazza di Partanna che aveva denunciato le cosche e che si suicidò poco dopo la morte del giudice Borsellino - ma per farli essere uomini, persone civili che rispettano chi ci sta accanto”.

 

Ismaele La Vardera ha ricordato un suo vecchio servizio in cui qualcuno aveva espresso parole di ammirazione per il boss Matteo Messina Denaro: “Ricordo quei video che fecero il giro dell’Italia. Caro Ciccio Casablanca (capogruppo di Sud chiama Nord in consiglio comunale, ndr), quella non era Castelvetrano. La vera Castelvetrano è questa qui, che oggi dice che la mafia è una montagna di merda e che noi non vogliamo avere nulla a che fare con quei soggetti che in qualche maniera hanno potuto distruggere la nostra immagine”.

 

Quando il clientelismo sfrenato è legato alla politica – ha invece affermato, tra le altre cose l’avvocato Ficili – danneggia i cittadini e avvantaggia le poche persone che sono clienti, che sono amici degli amici dei politici”. E ancora: “Quando il clientelismo politico si spinge a certi livelli corruttivi, c’è il rischio dell’infiltrazione mafiosa. E sappiamo come Castelvetrano abbia pagato per lo scioglimento per mafia e per il dissesto finanziario avvenuto anche per colpa della clientela. Clientela che si sconfigge con la trasparenza e con la semplificazione dell’azione amministrativa, che distrugge il clientelismo, l’affarismo e la mafia. A Castelvetrano la mafia, purtroppo, non è sconfitta”.