L'apetta Giulia e la signora Vita - Film (2003) - MYmovies.it

L'apetta Giulia e la signora Vita

Film 2003 | Animazione Film per tutti 76 min.

Anno2003
GenereAnimazione
ProduzioneItalia
Durata76 minuti
Regia diPaolo Modugno
AttoriIrene Grandi, Nino Manfredi, Ludovica Modugno, Raf, Michele Mirabella .
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: Film per tutti
MYmonetro 2,92 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Paolo Modugno. Un film con Irene Grandi, Nino Manfredi, Ludovica Modugno, Raf, Michele Mirabella. Genere Animazione - Italia, 2003, durata 76 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: Film per tutti - MYmonetro 2,92 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 22 dicembre 2014

Dietro il sorriso disarmante e la voce incantevole dell'apetta Giulia si nasconde un cuore rivoluzionario!

Consigliato sì!
2,92/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 2,83
CONSIGLIATO SÌ
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Cinema
Trailer
Un film coraggioso che pone al suo centro uno dei tabù più radicati della nostra cultura occidentale: la naturalità della morte.
Recensione di Marco Chiani
Recensione di Marco Chiani

Sfiancata dai ritmi lavorativi dell'alveare, un'ape operaia va a fare visita all'Ape Regina per rivendicare il diritto ad un'esistenza diversa; inoltre insiste per essere chiamata Giulia e non 333202122, freddo numero di serie che le è stato dato quando è venuta alla luce. Nonostante continui ad essere altera e distaccata, ogni sera, la madre di tutte le api le racconterà una favola riguardante il mondo degli esseri umani: il piccolo Simone, dalla nascita all'età adulta, e Sarah saranno i protagonisti di storie che insegneranno a Giulia com'è che va il mondo.
Primo cartone animato italiano realizzato in 3D, L'apetta Giulia e la signora Vita è un piccolo saggio sulla "brevità della vita" ad uso di fanciulli vispi che siano in grado, dietro alle forme e ai colori consueti, di famigliarizzare con un contenuto denso di spunti e riflessioni realmente capitali. Perché il film diretto da Paolo Modugno, autore anche della sceneggiatura insieme alla produttrice Veronica Salvi, filosofeggia in maniera seria sull'importanza di cogliere sempre il meglio, sulla necessità di costruirsi una propria identità, sull'implicita accettazione della caducità dell'esistere. Mediante lo schema-cornice dell'Ape Regina che cerca di educare con parole ed esempi concreti, la vicenda apre al mondo umano, spaziando tra diverse situazioni, quadri, persino generazioni con la conseguenza di frastornare non poco l'attenzione dei più piccoli, ai quali non è dato il tempo sufficiente per entrare in empatia con i personaggi. In breve, Giulia viene messa da parte per dare spazio a digressioni - o sarebbe meglio dire numeri, trattandosi a tutti gli effetti di un musical - di cui è soltanto destinataria. Così com'è lo spettatore. Se, da un punto di vista tecnico, l'operazione può dirsi riuscita, benché distante anni luce dai coevi esperimenti americani, il piano narrativo risulta troppo complesso, alla fine addirittura ostico per il pubblico per cui è stato pensato. Al di là di ogni dubbio, si tratta di un film coraggioso, tanto produttivamente quanto tematicamente: al suo centro, del resto, troviamo quel concetto della naturalità della morte che rimane uno dei tabù più radicati della nostra cultura occidentale.
Buono il cast delle voci che comprende Irene Grandi (Giulia), Ludovica Modugno (Ape Regina), Raf (Angelo il matto), Michele Mirabella (Angelo del Paradiso) e Nino Manfredi (il cavallo Bobo) in una delle sue ultime interpretazioni. Musiche di Alessandro Molinari.

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Recensione di Giancarlo Zappoli

Prima operazione totalmente tridimensionale nell'ambito dell'animazione italiana, questo film racconta di una piccola ape che si ribella ai ritmi massacranti dell'alveare. Sua madre, l'ape regina, proverà a spiegarle come va il mondo prendendo, come soggetti delle storie che le racconta, gli umani. Se ogni tanto la differenza di budget (e quindi di tecnologia impiegata) si vede, questo film gode comunque di una libertà narrativa interessante. Giulia (doppiata da una toscanissima Irene Grandi)non intende sottomettersi ma lo fa con spirito. Così come sua madre sa descrivere bene, anche per i più piccoli, il mistero della vita e dei suoi percorsi.

Sei d'accordo con Giancarlo Zappoli?

L'APETTA GIULIA E LA SIGNORA VITA disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 10 aprile 2013
Il Pollo

Fantastico ! Posso affermare che piccoli capolavori come questo mi fanno sentire fiero di vivere in Italia. Nonostante la pesante differenza che si può notare fra questa produzione e una qualsiasi produzione americana, reputo questo film una pietra miliare del cinema d'animazione e ( personalmente ) della mia infanzia.  Pur essendo rivolto sostanzialmente ad un pubblico di età [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Nepoti
La Repubblica

Una prima osservazione, incondizionatamente positiva: il livello qualitativo delle immagini digitali non ha nulla da invidiare a corazzate dell'animazione americana come Monsters & Co. o L'era glaciale. Neonata ape operaia, Giulia lavora in una fabbrica di miele pre-fordista, controllata da un direttore delle risorse apesche e regolata da ritmi massacranti.

Lietta Tornabuoni
La Stampa

La piccola ape operaia nasce felice cantando «Buongiorno vita, buongiorno mondo». Comincia a produrre miele come a una catena di montaggio in fabbrica (canzone: «Se questa è vita, che razza di vita è»). Rivendica una individualità e il proprio nome, Giulia. Quando la mamma, l'Ape Regina, una vanesia tutta specchi, cosmetici e ciglia finte che somiglia un poco alla Regina di «Biancaneve», le racconta [...] Vai alla recensione »

Fabrizio Liberti
Ciak

L’animazione italiana manda segnali di esistenza e ora ten ta anche l’approccio con le moderne tecnologie legate al 3D. L’apetta Giulia e la signora Vita, rispetto ad altri film visti recentemente, dimostra un miglioramento deciso del lo standard di animazione 3D raggiungibile in Italia, ma ancora ben lontano da quello a cui siamo stati finora abituati dalle major americane.

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