La regina di Polonia che sbarcò a Malalbergo

Maria Casimira Sobieska Regina di Polonia si ferma a Malalbergo
– Testo di Giulio Reggiani –
Il Porto di Malalbergo è stato per secoli un passaggio quasi obbligato per tutti quei viaggiatori che, provenienti da Bologna, volevano raggiungere Venezia; anche i passeggeri che venivano da quest’ultima città, che arrivavano a Ferrara e che intendevano raggiungere Bologna o proseguire per Roma, dovevano necessariamente transitare di qui, sostando in paese per alcune ore oppure pernottando. Molti di questi erano personaggi illustri: artisti, avventurieri, scienziati, capitani di ventura, papi, imperatori, re e regine. Di alcuni è rimasta notizia, di molti altri nulla. Le strutture ed i servizi collegati al Porto erano certamente notevoli, sia dal punto di vista logistico che più prettamente pragmatico. Infatti a Malalbergo terminava la cosiddetta “Navigazione Superiore” (Bologna-Malalbergo) ed iniziava la “Navigazione Inferiore” (Malalbergo-Ferrara).
Per intenderci, i viaggiatori dovevano necessariamente trasbordare da un canale all’altro per poter proseguire la navigazione; ciò avvenne fino al 1775, anno in cui fu costruito un sostegno, per quei tempi “modernissimo”, che permetteva la continuazione diretta senza più alcuna sosta. Inoltre, non soltanto i passeggeri dovevano cambiare barca (e questo era abbastanza semplice) ma ciò doveva essere fatto anche con le merci, per cui quest’ultima operazione risultava certamente più complicata e onerosa. Andando verso sud, possiamo ipotizzare che il trasbordo dal Canal Morto (ultima propaggine della Navigazione Inferiore) al Canale Navile (inizio della Navigazione Superiore) portasse via un tempo non inferiore alle due o tre ore, che erano poche rispetto alla quantità media di merce trasportata, anche e soprattutto in virtù di un’efficiente organizzazione di facchini locali, che nel paese erano quasi una corporazione.
Tutto questo c’induce a pensare che, se l’arrivo al Porto di Malalbergo fosse avvenuto nel pomeriggio, quasi sempre i passeggeri avrebbero dovuto sostare e pernottare qui, non essendoci poi, nella prosecuzione del viaggio verso Bologna, nessun altro centro ben attrezzato per la sosta lungo il Navile. Infatti il paese annoverava un numero assai elevato di osterie, di ospitali, di ostelli, di taverne, di locande, fin dal tempo in cui Malalbergo era l’ultimo avamposto dello Stato Pontificio verso il Ducato Estense; era sede di Gabella Grossa bolognese, luogo di transito ma anche di sosta. Probabilmente accoglieva anche fuoriusciti, fors’anche malandrini, ed il suo nome si può far risalire proprio a quel periodo, poiché molto spesso i viaggiatori si ritrovavano, dopo una notte passata qui, senza bagagli e senza danaro; era quindi un “cattivo albergo” -cioè Mal’Albergo- per molti forestieri.

Così questo nuovo nome rimase al paese e soppiantò l’antico topònimo di Maleto o Maletto, dal latino Maletum. La capacità d’accoglienza delle strutture di sosta e di ristorazione (oggi si direbbe “ricettività alberghiera”) fu messa a dura prova in due occasioni: la prima, con l’arrivo nel 1502 di Lucrezia Borgia e del suo seguito, proveniente dal castello di Bentivoglio (a quel tempo chiamato “Ponte Poledrano”) e diretta a Ferrara quale futura sposa di Alfonso I d’Este; la seconda nel 1699 con il passaggio della Regina di Polonia, Maria Casimira Sobieska, accompagnata dai suoi cortigiani.

Nel primo caso la corte di Lucrezia, che era composta da un centinaio di persone, si fermò soltanto alcune ore, al mattino, al Porto di Malalbergo, attendendo qui l’arrivo della delegazione ferrarese capeggiata da Isabella d’Este, sorella del futuro sposo; nel secondo caso, invece, la Regina di Polonia ed il suo seguito pernottarono in paese, riprendendo il viaggio la mattina seguente. Questa volta il numero delle persone qui ospitate fu molto più alto, circa duecentocinquanta. Ne abbiamo testimonianza diretta in un libro di Antonio Bassani, il quale, a mo’ di diario, dà un resoconto particolareggiato del viaggio fino a Roma della Regina Maria Casimira Sobieska di Polonia.

Ma chi era Maria Casimira Luisa De La Grange d’Arquien, consorte di Jean Sobieski, chiamata dai sudditi polacchi Marysieńka? Nata in Francia, precisamente a Nevers il 28 giugno 1641, figlia di Henri Albert de Lagrange d’Arquien (1), si trasferì giovanissima in Polonia al seguito di Maria Luisa Gonzaga, moglie del re Ladislao IV. Sposò nel 1658 il magnate polacco Jan Zamoyski e poi, rimasta vedova il 7 aprile 1665, si risposò pochi mesi dopo, precisamente il 14 luglio, con Jan Sobieski che nel 1674 salì al trono di Polonia; i coniugi ebbero quattordici figli di cui solo quattro raggiunsero la maggiore età. Il marito, Re di Polonia col nome di Giovanni III, combatté Cosacchi e Tartari e fu assai conosciuto in tutta l’Europa occidentale soprattutto per la sua lotta contro i Turchi-Ottomani; aiutò infatti l’Imperatore Leopoldo I d’Austria nella difesa di Vienna, ottenendo un posto nella storia con la vittoria di Kahlemberg (1683) nella cui battaglia sconfisse il grosso esercito di Qara Mustafà con una geniale manovra aggirante. Entrò poi nella Lega Santa con l’Imperatore, il Papa e Venezia e ciò testimonia il legame della sua politica con gli Asburgo, il Papato e i più forti Stati italiani. Fu eccellente generale, uomo colto ed amante delle arti, ma fu d’altronde poco risoluto in politica, particolarmente verso le pretese della Russia, e un po’ troppo succube della moglie Maria Casimira, la quale lo spingeva continuamente verso un’alleanza con l’Austria, attuando una politica troppo anti-francese. Morì nel 1696 a Wilanow presso Varsavia (**).

La Regina tentò allora di assicurare la successione al trono per via dinastica al proprio figlio Giacomo Luigi ma, fallito il suo tentativo (infatti nel 1697 venne eletto re di Polonia Augusto II di Sassonia), cercò appoggio presso il Papato e presso i regnanti francesi. Anche per questo motivo intraprese il viaggio a Roma nel 1699, non soltanto per ragioni di devozione. Rimase nella città eterna fino al 1714 poi ripartì alla volta della Francia, dove rimase fino alla morte, avvenuta il 1° gennaio 1716 a Blois.

La parte del viaggio a Roma che c’interessa è quella che ritroviamo descritta dal succitato Bassani, dalla pagina 123 alla pagina 127; la descrizione della Corte è particolareggiata: « … e prima dell’occaso, comparve un sontuoso rinfresco così nobile e abbondante di zuccheri, pasta, canditi, frutti e prelibati liquori, che ne rimasero tanto invitati, quanto ammirati gli Astanti: ma il più dilettevole spettacolo fu in vederlo passare da quelle barche già abbordatesi a mano a mano; poiché erano ventiquattro Palafrenieri, e Lacchè con ricchissime livree tutte trinate d’argento e oro, quattro Forieri e Scalchi, quattro della Camera con maggior ricchezza altrimenti vestiti; succedevano poi, oltre alcuni Sacerdoti, e molte diverse persone, il capitano Moscardini Segretario d’ambasciata, Luca Pedrazzana Coppiere, Giovanni Castelli Cavallerizo, Mariano Leoncilli Maestro di Camera; seguivano li Cavalieri Camerate di Monsignore, …».

Marysienka, proveniente da Ferrara, arrivò a Malalbergo sul far della notte, l’11 febbraio 1699 e ripartì la mattina seguente. Ella, il padre Cardinale e tutto il seguito pernottarono in paese. La sosta fu talmente gradita e gradevole che lo stesso Bassani mette in evidenza lo stridente contrasto di questo fatto con il nome della località; dice testualmente: « … arrivata poi al Canale Poatello di Volani, più di un miglio di strada (da Ferrara), si congedò il Cardinal legato, e con particolar dimostratione di stima fu molto sensatamente dalla M.S. ringratiato de grandi favori ricevuti; doppo di che abbracciandosi fra di loro con espressioni di fraterno affetto i Cardinali si licentiarono, e la Regina postasi nella Barca, fra le molte altre nobilmente preparata, la più addobbata, giunse per la notte nel Bolognese a Mal’albergo, 24 miglia lontano, più tosto Buon Albergo, per le provisioni abbondanti, e ben allestite abitazioni; ricevutasi la M.S. in quella del pubblico e il Cardinale nella Casa Marescalchi. La mattina, conforme il solito vigilante la Regina si pose in viaggio sempre per acqua, mutandosi ivi le Barche nell’altro canale all’entrare del Reno fino a Bologna, dove prima di arrivare, fu incontrata da 100 Carrozze al Ponte di Corticella e si vide il primo ad ossequiarla il Marchese Filippo Bentivogli, cavaliere di qualificate doti, che la supplicò a degnarsi di onorar la sua casa … ».

L’ospitalità del paese verso la Regina e il Cardinale risulta quindi evidente; mentre Maria Casimira pernottò in un palazzo appartenente allo Stato Pontificio, il padre Card. De la Grange d’Arquien venne ospitato in una stanza della vicina “Locanda” di proprietà dei Conti Marescalchi (2). Ciò che più incuriosisce è la sistemazione di una Corte tanto numerosa, che aveva in sé non soltanto persone altolocate ma anche uomini addetti alle più umili mansioni. Certamente questo fu un caso eccezionale e molti di loro trovarono per quella notte sistemazioni di fortuna; però la maggior parte riuscì a trovare alloggio proprio perché Malalbergo offriva ancora determinate strutture ai viaggiatori.

Alla fine del XVII secolo, seppur avviato verso un’inevitabile decadenza e benché non fosse più quello di duecento anni prima -allorché costituiva uno dei punti strategici della “bassa” bolognese- il Porto di Malalbergo era pur sempre il maggior punto nodale sul tragitto via-acqua tra Bologna e Ferrara. La deviazione del Reno e la sua immissione nella “Valle Sammartina” (avvenuta già all’inizio del secolo, precisamente nell’anno 1604) avevano favorito e notevolmente esteso la zona valliva al limitare del paese; i problemi derivanti dal progressivo estendersi delle paludi anche verso sud, cioè nel bolognese, costituirono un freno progressivo e sempre più forte all’attività portuale malalberghese, la quale andò via via attenuandosi fino a spegnersi definitivamente nella sua funzione originaria verso la fine dell’Ottocento.

Senza il Porto, il Navile rimase come collegamento per il trasporto di prodotti agrari -o merci in genere- verso la città di Bologna (attività di solito attuata con i burchielli, trainati dai cavalli sulle restare) e pure come vena irrigua per le colture locali.

Però, a testimonianza dell’antica grandezza del Porto di Malalbergo, restano svariati episodi: fra questi, il passaggio della Regina di Polonia Maria Casimira Sobieska è uno dei più significativi.

Giulio Reggiani

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Note:

(1) Rimasto vedovo, Henri Albert de La Grange d’Arquien, nel 1695 fu nominato Cardinale Diacono e l’anno successivo ricevette la berretta cardinalizia; dopo la morte di Jan Sobieski, suo genero, si ritirò con la figlia a Roma, dove partecipò al conclave del 1700 che elesse papa Clemente XI.

(2) La “Locanda” è oggi il palazzo sito in Via Nazionale a Malalbergo, civico n° 376.

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Per saperne di più, si vedano:

Antonio BASSANI, Il viaggio a Roma della S.A.R. Maria Casimira Regina di Polonia vedova… Roma, 1700.

Francesca De caprio, Notarelle sul viaggio d’esilio a Roma di Maria Casimira Sobieska regina di Polonia, Viterbo, 2004.

Foto:

1) Ritratto della Regina di Polonia Maria Casimira Sobieska.

2) Disegno del 1706 che mostra il complesso sistema idraulico del Porto di Malabergo sul Naviglio, tra valli, case , Navigazione superiore e Navigazione inferiore

3) Il Canale Navile a Pegola, frazione di Malabergo, in stampa dell’800. La chiesa fu demolita pochi anni dopo e sul vecchio pavimento fu costruita quella che è stata abbandonata una ventina dia anni fa. La casa che si vede sulla destra è stata ristrutturata da pochi anni mantenendo il vecchio stile.

4) Ritratto del Cardinale Henri Albert de La Grange d’Arquien.

** Ulteriori informazioni sulla figura di Jan Sobieski, Giovanni III re di Polonia, marito di Maria Casimira su : https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_III_Sobieski