Giza: l’unica delle sette meraviglie del mondo antico giunta fino a noi

Redazione Lonely Planet
5 minuti di lettura

La Piana di Giza è il sito più famoso dell’Egitto ed è qui – dove il confine occidentale del Grande Cairo incontra il deserto – che l’industria turistica dà il meglio di sé. Se volete visitare le piramidi al mattino presto e/o a piedi merita dormire in questa zona, se invece esplorate anche altre aree del Cairo, quest’area è troppo lontana dal centro e conviene raggiungerla con una gita in giornata.

Dove il confine occidentale del Grande Cairo incontra il deserto © ImAAm / Shutterstock
Dove il confine occidentale del Grande Cairo incontra il deserto © ImAAm / Shutterstock
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Le piramidi di Giza

Le Piramidi di Giza sono tra i monumenti più noti della terra; tuttavia, non si è mai preparati a vedere da vicino l’unica delle sette meraviglie del mondo antico giunta fino ai giorni nostri. Inoltre, non ci sono solo la Sfinge e le tre immense piramidi, perché l’intera Piana di Giza è una necropoli della IV dinastia dell’antico Egitto, organizzatevi pertanto per non visitare soltanto i siti principali.

Grande Piramide di Cheope

La Grande Piramide è sia la più imponente d’Egitto sia la più antica della Piana di Giza. Avvicinatevi per vedere i mastodontici blocchi di pietra (del peso di 2,5 tonnellate ciascuno). Costruita come tomba di Cheope (regno ca. 2589-2566 a.C.), fu completata intorno al 2570 a.C., quando era alta 146 m, ma oggi, dopo 46 secoli di vento desertico che ne ha eroso il rivestimento calcareo, la piramide si è ridotta di 9 m.

Seppur all’interno non ci sia granché da vedere, poter esplorare un monumento così antico è per molti un’esperienza indimenticabile e merita il prezzo del biglietto; la visita è invece sconsigliata a chi soffre di claustrofobia o ha difficoltà motorie.

La Sfinge davanti alla Grande Piramide di Cheope
 © Kiwisoul / Shutterstock
La Sfinge davanti alla Grande Piramide di Cheope © Kiwisoul / Shutterstock

Piramidi delle regine

Le tre piramidi satellite lungo il lato orientale della Grande Piramide furono erette come tombe per le parenti di Cheope e, ormai segnate dalle intemperie, sembrano cumuli di macerie benché in passato fossero alte circa 30 m. La più settentrionale è la Piramide della Regina Hetepheres I, madre di Cheope, mentre quella centrale è attribuita da molti archeologi alla regina Meritites, sposa di Cheope. La terza è la Piramide della Regina Henutsen, un’altra moglie di Cheope. All’epoca dell’ultima nostra visita gli interni erano chiusi al pubblico.

Cimitero orientale

Nel cimitero orientale, subito a est delle piramidi delle regine, la Tomba di Meresankh III (moglie di Chefren e nipote di Cheope) e le Tombe di Qar e Idu (alti ufficiali) sono aperte ai visitatori, mentre la Tomba di Seshemnufer IV è attualmente chiusa per restauro.

In netto contrasto con gli interni spogli della Grande Piramide, queste tombe con statue scolpite che incombono dalle pareti, false porte decorate e bassorilievi meritato la visita.

La Tomba di Meresankh III è l’unica a pagamento. Osservate sulla parete sud le nicchie che ospitano le statue di scribi seduti di raffinata fattura e i bassorilievi di contadini e artigiani, e della famiglia di Meresankh.

Cimitero occidentale

Un altro cimitero con pianta a griglia si trova sul lato ovest della Grande Piramide. L’ultima volta che vi siamo stati, tutte le tombe erano chiuse al pubblico. Se dovessero riaprire, la Mastaba di Hemiunu (parente di Cheope e presunto architetto della Grande Piramide) è la più vasta struttura del cimitero, e la Tomba di Senegemib-Inti (visir della V dinastia) merita per le iscrizioni, che comprendono un ippopotamo alquanto nerboruto e dall’aspetto piuttosto feroce.

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Piramide di Chefren

A prima vista la Piramide di Chefren, l’unica a conservare il suo originale rivestimento in lucente calcare alla sommità, potrebbe apparire più alta della Grande Piramide, ma con i suoi 136 m è in realtà più bassa; l’illusione è dovuta al fatto che si trova su un terreno più elevato.

Figlio di Cheope, Chefren (regno ca. 2558-2532 a.C.) fu il quarto faraone della IV dinastia. Aperta al pubblico ogni due anni (in alternanza con la Piramide di Micerino), presenta un pozzo claustrofobico che scende fino al cunicolo e immette nella camera funeraria, dove ancora oggi si trova il massiccio sarcofago in granito di Chefren.

Tempio funerario di Chefren

A est della Piramide di Chefren vi sono i resti del suo tempio funerario, da cui è possibile incamminarsi lungo la rampa lastricata che oggi come allora collega la tomba al Nilo.

Piramide di Micerino

Alta 62 m (in origine 66,5 m) e con un volume pari a un decimo della Grande Piramide, questa è la più piccola delle tre Piramidi di Giza. Il faraone Micerino (regno ca. 2532-2503 a.C.) morì prima che la costruzione fosse portata a termine, come dimostra il fatto che intorno alla base è possibile vedere diversi strati di rivestimento in granito che non furono mai completamente levigati.

Se è aperta, potrete scendere nei suoi tre livelli – il più inferiore è sorprendentemente vasto – e sbirciare nella tomba principale. Sul lato est si trova il Tempio funerario di Micerino, mentre a sud una serie di piramidi delle regine.

Tempio a valle di Chefren

Con una selva di colonne di granito rosa, questo tempio dà accesso alla Sfinge. Osservando gli angoli della struttura, si può notare come le pietre del rivestimento di granito rosa si incastrino tra loro quasi fossero pezzi di un puzzle.

In origine il tempio ospitava 23 statue di Chefren, che erano illuminate dalla luce proveniente da una serie di fenditure ricavate tra la parte superiore della parete e il piatto soffitto, con un effetto simile a quello delle moderne luci d’atmosfera. La statua in diorite di Chefren (esposta al Museo Egizio e raffigurata sulle banconote da LE10) è stata rinvenuta nella piccola sezione quadrata delimitata a pavimento appena dentro l’ingresso del tempio.

La Sfinge

Usciti dal tempio si percorre una piattaforma che costeggia il lato sud dell’affossamento in cui si trova la Sfinge. Oltre a scattare la consueta foto al volto delle Sfinge, percorrete la piattaforma fino in fondo per vederne le zampe accovacciate in muratura.

Ribattezzata dagli arabi Abu Al Hol (Padre del Terrore), la scultura fu chiamata Sfinge dagli antichi greci per la sua somiglianza con il loro mitico mostro alato che poneva enigmi e uccideva chiunque non fosse in grado di risolverli. Sebbene non si sappia quale faraone rappresenti, le indagini geologiche hanno confermato che quasi certamente fu realizzata sotto il regno di Chefren.

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Il consiglio

Nonostante quel che dice la gente, le Piramidi di Giza sono raggiungibili con i mezzi pubblici. La Linea 2 della metro (direzione: El Monib) porta a Giza, dove nel parcheggio sotto le scale sul lato ovest della stazione sostano i microbus che percorrono Sharia Al Haram (Pyramids Rd) fino alla rotatoria fuori dall’ingresso principale del sito.


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