"Se rimani in piedi e aspetti quello che vuoi, aspetterai tutta la vita", le disse suo padre "Devi andare a prenderlo". E Selena Quintanilla Pérez non se lo fece ripetere. Si mise a cantare, e non smise più. Cantò per tutta la vita. Cantò quando era solo una bambina, in piedi, nel ristorante messicano di suo padre, per i clienti che stavano mangiando. Diventata adulta, cantò per il pubblico più numeroso che Houston avesse mai visto, con il record del concerto più affollato nella storia dell'Astrodome di Houston, 67000 spettatori solo per lei.

Eseguì una canzone dopo l’altra e lo fece accompagnata da una band composta dai suoi fratelli: Abe al basso, Suzette alla batteria. Cantò, invece di andare a scuola, lasciando gli studi e prendendo il diploma, faticosamente, per corrispondenza. Passò tutta la sua adolescenza su un autobus, con i suoi musicisti, in una serie infinita di date e ingaggi, per tutta l’America. Registrò il suo primo disco a nove anni. A ventitré anni aveva già vinto il suo primo Grammy. Era diventata una leggenda. Sarebbe morta due anni dopo.

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Un’altra ragazza, intanto, cresceva e seguiva anche lei il suo sogno. Si chiamava Yolanda Saldívar. Anche lei era nata in Texas e voleva diventare infermiera. Ci riuscì, anche se dovette cambiare, nel mentre, due licei. Si laureò alla Texas A&M International University e fu subito assunta in ospedale. Non durò molto: fu accusata dal suo capo di aver rubato novemila dollari. Fu processata e assolta, ma Yolanda Saldívar venne, di nuovo, citata in giudizio per non aver rimborsato un prestito di settemila dollari. A quel punto se ne andò, cambio lavoro e andò in un altro ospedale. E poi ancora un altro, c’era sempre qualcosa che non andava. Un giorno rimase folgorata dalla musica "tejana", una commistione di musica folk in lingua spagnola del Texas meridionale. Cominciò ad andare ai concerti e a seguire quella più famosa di tutte, quella che chiamavano "la Madonna latina". Era Selena, che aveva solo vent’anni. L’infermiera Saldìvar doveva conoscerla.

Selena, intanto, si è innamorata. Del suo chitarrista, un vero cliché. Ma suo padre, quello che voleva che inseguisse il suo sogno fino in fondo, non è d’accordo, non va bene per lei, non è abbastanza. Allora Selena e Chris scappano, si sposano di nascosto. Ma lei ama la sua famiglia, così decide di trasferirsi vicino ai genitori, nella cittadina di Corpus Christi, Texas. Continua a cantare, scrive album, tredici in tutto. Apre negozi di abbigliamento che portano il suo nome, vende gli abiti che rievocano il suo stile peculiare. Un giorno conosce una fan entusiasta, che vuole fondare un suo fan club. Si chiama Yolanda e a Selena piace così tanto che le diventa subito amica, il fan club è un successo. Yolanda le diventa indispensabile: è la manager delle sue boutique, gode della fiducia della cantante e del suo entourage. Chi mai dubiterebbe di un’infermiera che lascia il suo lavoro di assistente a domicilio per malati oncologici, per dedicarsi ad aiutare la sua cantante preferita?

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Ma un giorno, qualcuno controlla i conti. I fan erano arrabbiati perché si iscrivevano al fan club e non ricevevano gli omaggi promessi. I dipendenti dei negozi si lamentavano della gestione, le ricevute fiscali non tornavano. I soldi mancano, Yolanda aveva preso i soldi e li aveva sperperati. La famiglia di Selena la licenzia in tronco.

Il 30 marzo del 1995 Selena incontra Yolanda in un motel, stanza 158, per recuperare dei rendiconti finanziari. Gli altri ospiti sentono due persone litigare, finché una ragazza non si precipita barcollante nei corridoi, perdendo molto sangue. Urla di chiudere la porta, che "lei le avrebbe sparato ancora", poi crolla nell’atrio. L’ambulanza arriva un paio di minuti dopo, i soccorritori cercano di fermare l’emorragia, ma ormai è troppo tardi. Yolanda ha sparato alle spalle a Selena, il proiettile l’ha attraversata, è uscito lacerando la succlavia destra, la cantante si è dissanguata rapidamente. Yolanda si barrica nel suo camioncino: lo stallo con la polizia dura nove ore. Selena è già stata dichiarata morta in ospedale, e al suo funerale migliaia di persone si mettono in coda per poterla vedere. La bara viene lasciata aperta.

Yolanda Saldívar oggi è ancora in carcere. Ha dichiarato che non può ancora credere di aver ucciso la sua migliore amica. Passa la maggior parte del suo tempo in isolamento, perché molte detenute sono ancora fan della cantante e sono un serio pericolo per la sua incolumità. Il marito di Selena invece è caduto in depressione, è stato male per anni. Si è risposato, ha fatto dei figli, ha divorziato, ha vinto un Grammy per il miglior album di rock alternativo con l’album "Resurrezione" nel 1999.

E per quanto riguarda Selena, una vita così rapida e così intensa non poteva rimanere muta: nel 1997 Warner Bros ha prodotto un film sulla sua storia, con Jennifer Lopez a interpretarla, ruolo che le è valso la sua prima candidatura ai Golden Globe come miglior attrice. Quest'anno invece è stato il turno di Netflix, che ha prodotto una serie tv che racconta la vita dell'artista. Si intitola Selena, è diretta da Hiromi Kamata e racconta i sacrifici fatti dalla famiglia e da Selena stessa per raggiungere il successo.

Della grande artista che fu Selena oggi, colei che ha cantato ogni giorno della sua vita, diventando l’artista femminile che ha venduto di più nella storia della musica latino-americana, ci rimangono una stella sulla Walk of Fame di Hollywood e le sue ultime parole, pronunciate prima di svenire. Furono tre: "Yolanda, stanza 158".