Yi Yi - e uno... e due…, film diretto da Edward Yang, narra alcune vicende interne alla famiglia Jian, che vive a Taipei, in Taiwan. Le storie sono viste da tre punti di vista differenti: c’è il padre quarantenne e imprenditore NJ (Nien-Jen Wu), il giovane figlio di otto anni Yang-Yang (Jonathan Chang) e la figlia adolescente Ting-Ting (Kelly Lee).
Ognuno ha i suoi problemi: NJ è insoddisfatto del proprio lavoro ed è costretto a fare un accordo con il giapponese mr. Ota, ideatore di videogiochi. Il piccolo Yang-Yang ha invece problemi a scuola, mentre la sorella Ting-Ting è alle prese con un triangolo amoroso, formato dal fidanzato e dalla sua migliore amica.
Tutti e tre si devono interfacciare con lo stato di salute della suocera di NJ, in coma a seguito di un attacco di ictus, oltre all’assenza della madre e moglie Min-Min (Elaine Jin), ritiratasi in un centro buddhista a causa di una profonda crisi esistenziale.
"Edward Yang, grande regista taiwanese finora ossessionato dalle storie labirintiche, qui punta alla semplicità. Con dei risultati straordinari e il premio per la migliore regia a Cannes 2000. 'Yi Yi', ovvero 'uno uno', parla della solitudine, attraverso le parabole esistenziali (...) Le temute quasi tre ore di cinema all'orientale scorrono fluide, scandite da un ritmo sincopato, da partitura jazz. E con una straordinaria costruzione dell'immagine, degna del miglior Antonioni. Per scoprire, come vuole il piccolo Yang-Yang fotografando la gente di spalle, 'l'altra faccia della verità'. Quella che è impossibile vedere solo con i nostri occhi". (Sandro Rezoagli, 'Ciak', luglio 2001)."Anche se viene da lontano 'Yi Yi' di Edward Yang dura tre ore ma potrebbe durare il doppio o la metà, ogni dettaglio parla, il suo ritmo è quello della vita. Anzi, la durata 'espansa' serve a sconfiggere la velocità e la distrazione di oggi. E non importa se vi smarrite fra mariti e mogli, figli e cognati, colleghi e amori mancati, non importa se l'andatura pacata, orizzontale, de-drammatizzata, è l'opposto del tempo funzionale e mirato a cui ci ha abituato il cinema occidentale. Perché basta assestare lo sguardo per scoprire, dietro le increspature della superficie, profondi movimenti interiori. Basta guardare oltre la ciclicità del racconto per notare crescite, cambiamenti, maturazioni." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 29 giugno 2001)."Per questo film ha vinto nel 2000 al festival di Cannes il premio per la regia Edward Yang, taiwanese nato a Shangai, 54 anni, fanatico dei Manga, ingegnere, creatore di sistemi microinformatici a Seattle, uno dei registi d'avanguardia del nuovo cinema di Taiwan. Il titolo del film vuole indicare la natura e la forza dell'individualità. La durata della saga socio-familiare è nell'originale di quasi tre ore, ma non si prova alcun senso di fatica né di tedio: al contrario ci si immerge nella vita dei personaggi come nella propria". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 6 luglio 2001).
Il film ha vinto il premio alla regia al Festival di Cannes nel 2000.
Attore | Ruolo |
---|---|
Wu Nien-Jen | Nj |
Elaine Jin | Ming-Ming |
Issey Ogata | Mr.Ota |
Kelly Lee | Ting-Ting |
Jonathan Chang | Yang-Yang |
Ko Su-Yun | Sherry |
Adrian Lin | Li-Li |
Ru Yun Tang | Madre Di Min-Min |
Chen Hsi-Sheng | Ah-Di |
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