ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLe carte dell’inchiesta

Liguria, la cena elettorale con i “riesini”, i timori di Cozzani: «Mi squartano». Toti: «Ma perché non gli abbiamo dato dei soldi?»

La riunione di febbraio 2022 nell’ufficio in Regione del Governatore per una cena elettorale cui si volevano invitare i fratelli Testa - accusati di corruzione elettorale con l’aggravante mafiosa - in presunti contatti con il clan Cammarata di Riesi radicato a Genova

di Ivan Cimmarusti

Liguria, arrestato il governatore Giovanni Toti

3' di lettura

L’accusa di corruzione piomba sul governatore ligure di centro-destra Giovanni Toti, dal 7 maggio agli arresti domiciliari. Secondo l’accusa dei magistrati, «per affrontare la campagna elettorale ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti» ottenuti dagli imprenditori della logistica Aldo e Roberto Spinelli.

L’inchiesta coordinata dal procuratore capo di Genova Nicola Piacente si abbatte sulla Regione e su un ipotizzato «sistema» di mazzette «coperte» da finanziamenti in chiaro, cui è da aggiungere una presunta corruzione elettorale aggravata da un «accordo» con il clan Cammarata, organizzazione di Cosa nostra legata al Mandamento di Riesi.

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Toti e la cena elettorale con i “riesini”

Tema oggetto di approfondimento riguarda il presunto sostegno elettorale che Cosa nostra avrebbe dato a Toti per il tramite del capo di gabinetto Matteo Cozzani, che infatti risponde da solo del reato di corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso.

Il 13 febbraio 2022 gli investigatori della Guardia di finanza intercettano una conversazione negli uffici del presidente della Regione Liguria. Ci sono Toti, Marco Bucci, sindaco di Genova, Cozzano, Marcella Mirafiori, segretaria di Totti e Jessica Nicolini, portavoce di Toti. Nella discussione, dicono gli investigatori, si parla della «pianificazione della imminente campagna elettorale in favore della ricandidatura del primo cittadino» di Genova. Si parla di liste elettorali e dei costi per il mantenimento della campagna elettorale stimati in 250mila euro.

Tutti i partecipanti all’incontro, precisano gli inquirenti, «scambiavano battute incentrate sulla possibilità di rivolgersi a due soggetti appartenenti alla comunità siciliana radicatasi a Genova». Il riferimento è ai fratelli Italo Maurizio e Angelo Arturo Testa, anche loro accusati dell’aggravante mafiosa, e collegati alla comunità di Riesi all’interno della quale sarebbe annidato il clan Cammarata di Riesi.

In particolare, sarebbe proprio Toti che «chiedeva - si legge negli atti - di valutare anche il sostegno dei “riesini”». Una richiesta che «suscitava una reazione preoccupata da parte di Cozzani, il quale esclamava “oh mio Dio”». Cozzani, dalle intercettazione, sembra temere la partecipazione della comunità di Riesi. («stacci lontano - dice - quelli ci mettono in galera»). Lo stesso Cozzani, sempre nel corso della riunione, teme i riesini e i fratelli Testa, al punto da affermare «mi squartano». Sul punto interviene Toti, dicendo «ma perché non gli abbiamo dato dei soldi?».

I versamenti di Spinelli al Comitato Giovanni Toti-Liguria

Toti risponde per aver ottenuto da Spinelli finanziamenti per 74.100 euro erogati al “Comitato Giovanni Toti” fra il 2021 e il 2023, in occasioni di elezioni amministrative in Liguria e delle consultazioni politiche nazionali del 25 settembre 2022. In cambio si sarebbe adoperato per sbloccare le pratiche dei due imprenditori relative al complesso edilizio Punta dell’Olmo a Celle Ligure, velocizzare le pratiche per il rinnovo trentennale della concessione del Terminal Rinfuse a Genova, assegnare spazi portuali e aree demaniali in uso al concessionario Società Autostrade.

Gli investigatori della Guardia di finanza e i magistrati sarebbero riusciti - secondo l’assunto accusatorio - a trovare l’incrocio tra accordi intercettati, atti amministrativi e passaggio di soldi. Ciò è accaduto per quanto riguarda la delibera per il rinnovo della concessione trentennale del Terminal Rinfuse del porto di Genova.

Il 1° settembre 2021 risulta un incontro sullo yacht “Leila 2” di Spinelli, in cui Toti, «dopo essersi preso carico delle richieste» dell’imprenditore, «accettava la promessa di un finanziamento», definito nelle intercettazioni «caviale». Effettivamente, annotano negli atti gli inquirenti, il 2 dicembre 2021 arriva la proroga alla seduta del Comitato di Gestione. Il «7 dicembre 2021 a concessione trentennale» ormai «ottenuta», si «aveva la conferma dell’avvenuto perfezionamento degli accordi verbali intercorsi tra Giovanni Toti e Aldo Spinelli, già a partire dal 1° settembre 2021.

Appena cinque giorni dopo l’ok sulla proroga gli investigatori captano una intercettazione tra Almanio Romano, Cfo del Gruppo Spinelli e Marcella Mirafiori, della segreteria di Giovanni Totti. «Salve - dice Romano - noi stiamo procedendo alla erogazione del finanziamento al Comitato Giovanni Toti…stiamo muovendo come Gruppo per cui le arriveranno cinque finanziamenti».

Tra l’8 e il 9 dicembre 2021 arrivano, in realtà, quattro distinti bonifici da 10mila euro l’uno, attraverso i conti correnti presso le banche Carige e Credit Agricole Italia, tutti con causale «erogazione liberale».

Sempre il 9 dicembre 2021 risulta una conversazione tra Giovanni Toti e Aldo Spinelli, in cui il primo diceva «grazie di tutto, eh? Aldino».

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