La Storia della Bulgaria
La storia della Bulgaria è importante per comprendere con un riassunto in breve il passato bulgaro e il suo presente. Una terra balcanica affascinante, con una storia ricca e piena di contaminazioni grazie ai popoli che si sono succeduti. Dai Traci, agli Odrisi, passando per persiani, romani e slavi. Infatti, qui sono presenti tracce culturali dell’eredità di questi popoli, come della civiltà ellenica. Arrivando alla proclamazione della Repubblica Popolare Bulgara nel 1946. Andiamo quindi a scoprire insieme la sua storia in breve nel nostro riassunto, comprendendo al meglio il paese durante il vostro Viaggio in Bulgaria!
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La Storia della Bulgaria
Per comprendere il presente è importante conoscere il passato grazie a un riassunto della storia bulgara in breve. La storia di questo paese è complessa, caratterizzata da periodi di luce e buio, oltre che aver subito le influenze di varie popolazioni. I primi insediamenti umani risalgono al Paleolitico, i traci, greci e romani si susseguirono nella zona per secoli, lasciano qui la loro identità. I proto-bulgari, stirpe turca, nel 681 d.C. fondano il Primo Impero Bulgaro; importante potenza dei Balcani. In seguito al suo declino, nel 1185 nasce il secondo Impero Bulgaro, raggiungendo il massimo splendore con lo zar Ivan Asen II. Nel 1396 il paese viene conquistato dall’Impero Ottomano mantenendo il dominio per cinque secoli. Un periodo caratterizzato da pressioni culturali e religiose, mantenendo però intatte le tradizioni del popolo bulgaro.
Dal 1877 al 1878 la guerra russo-turca conduce il paese all’indipendenza, arrivando nel XX secolo alle guerre balcaniche, oltre che alla I e II Guerra mondiale. Si arriva dal 1946 al 1989 al regime comunista e, in seguito alla caduta del muro di Berlino, alla transizione verso la democrazia. Oggi, la Bulgaria è una repubblica parlamentale e membro della NATO e dell’Unione Europea. Conserva ancora tradizioni radicate, oltre che un meraviglioso patrimonio storico, paesaggistico e culturale. Inoltre, è una meta amata anche per il turismo balneare, grazie alle sue località affacciate sul Mar Nero. Andiamo quindi ad approfondire nel nostro riassunto della storia bulgara, preparandoci al meglio per il nostro viaggio!
Le fasi della Storia Bulgara
Periodo | Epoche Storiche |
---|---|
Età preistorica | 1,6 milioni di anni – 1500 a.C |
Dai Traci ai Romani | 1500 a.C – VII secolo |
Medioevo bulgaro | VII secolo – 681 |
Primo impero Bulgaro | 681 – 1018 |
Governo Bizantino | 1018 – 1185 |
Secondo impero bulgaro | 1185 – 1422 |
Governo ottomano | 1422 – 1878 |
Bulgaria indipendente: il terzo Stato | 1878 – 1946 |
Repubblica Popolare di Bulgaria | 1946 – 1990 |
Bulgaria democratica | 1990 – … |
Preistoria bulgara
Il nostro riassunto della storia bulgara inizia circa 1,6 milioni di anni fa, com’è stato possibile stimare dai reperti ritrovati nella grotta di Kozarnika. Questo, inoltre, è tra i reperti più significativi del comportamento umano mai trovato. Nella grotta di Magura, inoltre, sono stati trovati resti umani datati a 46.000 anni fa. Le prime abitazioni comparse nel territorio bulgaro furono nel periodo neolitico a Stara Zagora, circa nel 6.000 a.C.; tra le più antiche abitazioni umane mai scoperte. Successivamente, si sviluppano la cultura di Vinča e Hamangia tra Bulgaria, Serbia orientale e Romania del sud. Solnicata, uno degli assembramenti urbani europei più antichi, è stato trovato proprio in Bulgaria.
Durante l’eta del rame, nel 5.000 a.C., si sviluppa la cultura di Varna, esempio delle prime società, soprattutto grazie alle sepolture e i reperti ritrovati. L’oro di Varna, anelli, bracciali e armi ritrovate in una tomba, sono risalenti al 4.600 a.C. circa ed è il tesoro d’oro più antico al mondo. Nello stesso momento si sviluppa la cultura di Karanovo, calibro della preistorica balcanica. Nella cultura Ezero si sviluppa invece la coltivazione, la domesticazione degli animali e sono state trovate nella grotta di Magura delle incisioni rupestri del periodo difficili da datare.
L’antichità
I Traci
I primi popoli a lasciare la loro impronta nella Bulgari storia furono i Traci, un popolo dall’origine ancora avvolta nel mistero, sviluppata probabilmente dai popoli indoeuropei nell’età del bronzo. Dal 1.500 a.C. si imposero sul territorio e i popoli presenti. Un popolo poco organizzato, senza un sistema di scrittura o abilità, che appresero dai popoli presenti, come la lavorazione dell’oro. Però, acquisirono forza militare, formando tribù ma non raggiungendo mai un’unità, ma solo brevi governi in villaggi fortificati.
Mentre in città come Apollonia e Bisanzio venivano colonizzate dai Greci, le prime colonie greche in Tracia iniziarono nel VIII secolo a.C. Fino a re Teres le tribù furono divise, unificate poi nel regno degli Odrisi nel 500 a.C. circa. Il massimo splendore venne raggiunto con i re Sitalce e Cotys I. Nella guerra del Peloponneso, re Sitalce si allea con gli ateniesi e invade il regno di Macedonia nel 429 a.C. con i guerrieri delle tribù tracie. Invece, Cotys I entra in guerra con gli ateniesi per prendere l’odierna penisola di Gallipoli. Il regno macedone incorpora poi il regno degli Odrisi e i traci diventano parte delle spedizioni sia di Filippo II e poi di Alessandro Magno.
Il Regno di Tylis
La storia del paese verso il 298 a.C. vede l’arrivo delle tribù celtiche, scontrandosi con le truppe del macedone Cassandro I nei monti Balcani, vedendo la vittoria macedone. Ciò però non arresta i celti, incontrando le tribù tracie indebolite dai macedoni, caddero velocemente. Guidati da Comontorius, nel 279 a.C. l’esercito dei celti attacca la Tracia e la conquista, fondando il regno di Tylis, nella zona della Bulgaria orientale, verso il villaggio di Tulovo. Di questo periodo sono stati trovati importanti reperti, come il calderone di Gundestrup e carro di Mezek.
Questo regno dura fino al 212 a.C., quando i traci riprendono il dominio della regione e sciolgono il regno. I celti rimasti presero il nome di serdi, dando così il nome Serdica, l’antica Sofia. Solo al termine del III secolo a.C. per i traci arriva una nuova minaccia…
L’Impero Romano
Nel 188 a.C. durante la breve storia della Bulgaria, i romani invadono la Tracia con una guerra durata fino al 46 a.C. Roma prende il controllo e, nel 46 d.C., fondano la Tracia. I traci nel IV secolo d.C. erano un identità varia, convertiti al cristianesimo, ma mantenendo riti pagani. Il gruppo dominante erano i traco-romani, vedendo imperatori come Costantino I e Galerio. Soprattutto nell’odierna Sofia si sviluppano centri urbani, grazie alla presenza di corsi d’acqua e la cultura venne arricchita dal flusso migratorio e culturale. Sulle coste del mar Nero sono stati trovati templi dedicati a Iside e Osiride. Diocleziano nel III secolo d.C. divide la Tracia in quattro, vedendo nel IV secolo d.C. l’attivo dei goti al nord della Bulgaria durante la sua storia in breve.
Ulfila, vescovo goto, traduce la Bibbia dal greco, creando l’alfabeto gotico: il primo libro scritto in lingua germanica da colui che è considerato il padre della letteratura germanica. Essendo il popolo degli odierni territori bulgari al tempo di natura rurale, il controllo romano fu difficoltoso e sempre debole. Gli unni guidati da Attila nel V secolo iniziano l’invasione, indebolendo i romani. Alla fine del VI secolo le incursioni per saccheggiare degli avari nel nord erano numerose, preparando il terreno all’arrivo degli slavi. In questo secolo la cultura greco-romana era ancora forte, ma dominava però quella cristiana. Nel VII secolo il greco era la lingua principale, sostituendo il latino a livello sociale e religioso.
Il Medioevo Bulgaro
Durante la storia bulgara nel nostro riassunto, l’inizio del Medioevo è caratterizzato dall’arrivo degli slavi, dei proto-bulgari e dalla nascita della Grande Bulgaria. Fino ad arrivare così al Primo Impero Bulgaro.
Gli Slavi
I popoli slavi sono un gruppo indoeuropeo, spostati inizialmente verso i Balcani. Durante la storia Bulgaria in breve, dall’Europa orientale gli slavi si espansero dal VI secolo d.C., diffondendosi nella zona orientale e centrale, soprattutto nei Balcani, dividendosi in slavi occidentali, orientali e meridionali; questi nel VI secolo si stabiliscono nel territorio bulgaro. Ellenizzandosi o romanizzandosi, solo poche tracce di gruppi traci rimasero in zone più remote fino al V secolo, venendo assimilati nella cultura slava, incorporati poi dai proto-bulgari.
I proto-bulgari
Inizialmente durante la storia dei Bulgari erano tribù semi-nomadi di origine iranica e turca, provenienti dalla steppa eurasiatica. Dal II secolo d.C. si stabiliscano nella steppa tra mar Caspio e Mar Nero, sulle sponde del Volga e a nord del Caucaso. Quelli che emigrarono nelle coste a nord del Mar Nero, fondano la Grande Bulgaria nella penisola balcanica. Nasce così il Primo impero bulgaro. Il potere era in mano a khan ereditari, suddiviso poi in famiglie dell’aristocrazia, che possedevano a loro volta titoli militari, dividendosi in classi. La religione era politeista e Tangra, il dio del cielo, era la divinità massima.
La nascita della Grande Bulgaria
Unendo le più grandi tribù di proto-bulgari durante la storia della Bulgaria in breve, khan Kubrat nel 632 forma lo stato chiamato Onoguria: la Grande Bulgaria. Sito tra il Danubio a ovest, mar Nero e mar d’Azov, fiume Kuban’ e Donec, con Fanagoria come capitale. Kubrat, con l’imperatore bizantino Eraclio I firma nel 635 un trattato di pace, allargando il regno nella penisola balcanica. Con la sua morte, però, il regno proto-bulgaro viene sconfitto dai cazari, sciogliendo la Grande Bulgaria nel VII secolo e vedendo la migrazione dei proto-bulgari. Kotrag, successore del khan, guida le nove tribù rimaste a nord, lungo il Volga e il Kama nel VII secolo, verso l’odierna Russia. Nasce il regno dei bulgari del Volga, centro culturale e commerciale del nord, inizia i commerci con norreni, avarie e arabi.
Ma le invasioni mongole continuarono, distruggendo il regno dei bulgari del Volga. Le tribù bulgare sopravvissute si rifugiano in Italia, vicino Napoli, o dai Longobardi, altri rimasero nei pressi di Mar Nero e d’Azov, sopraffatti però dai cazari, convertendosi nel IX secolo all’ebraismo, assimilati dopo dai popoli locali. khan Asparuh, fratello di Kotrag, andò a ovest, occupando la Bessarabia del sud. Nel 680 vince contro i bizantini, conquista poi Dobrugia e Mesia, firmando un trattato che riconosce lo stato indipendente nel 681, anno della fondazione della Bulgaria e Asparuch diventa il primo sovrano. Kuber, altro fratello del khan, si stabilisce prima in Pannonia invece e poi in Macedonia.
Il Primo Impero Bulgaro
Durante la storia della Bulgaria nel nostro riassunto, sotto il tardo impero romano, l’attuale territorio del paese era diviso in province: Scizia, Mesia, Macedonia, Dacia, Tracia e Dardania. Tra VI e VII secolo arrivarono nuove popolazioni slave, cambiando la demografia in modo radicale con la slavizzazione del territorio. Nel VIII secolo Giustiniano II, imperatore bizantino, forma con il khan Tervel un’unione per contrastare gli arabi a sud. Vincendo il khan prese il titolo di Cesare. Con il khan Krum la Bulgaria espanse i confini a nord e sud, occupando le terre del Danubio e del Moldava, oggi in Romania. Nel 809 occupa l’attuale Sofia e Adrianopoli nel 813, entrando in conflitto così con Costantinopoli. Krum rafforzò anche con delle riforme il suo stato.
Con il khan Omurtag, invece, i confini a nord vennero fissati sulle rive medie del Danubio, costruendo palazzi, residenze lussuose e templi pagani, terme a Pliska, allora capitale. Dal 852 al 889, con il governo di Boris I i bulgari si convertono al cristianesimo, con un arcivescovato autonomo a Pliska accordato da Costantinopoli. San Cirillo e San Metodio, due missionari, svilupparono l’alfabeto glagolitico, adottato nel 886. Questa fu anche la nascita della florida attività letteraria bulgara grazie alla scuola Scuola di Ocrida e Preslav. Nel IX secolo si sviluppa l’alfabeto cirillico.
Le guerre bulgaro-bizantine
Al termine del IX secolo, il territorio si espande dall’Epiro, fino alla Tessaglia e in Bosnia dell’Ovest, controllando l’attuale territorio a nord della Romania. Sotto Simeone il Grande il paese torna ad essere minaccioso per l’impero bizantino, prendendo di mira Costantinopoli per diventare imperatore di greci e bulgari. Iniziano così le guerre bulgaro-bizantine durante il suo regno durato dal 893 al 972. I confini a sud raggiunsero il Peloponneso, rendendo lo stato il più potente in Europa orientale.
Simeone divenne zar di bulgari e greci, titolo riconosciuto anche dal papa, ma non dall’imperatore bizantino. La capitale Preslav al tempo era rivale di Costantinopoli ma, con la morte di Simeone, la Bulgaria fu di nuovo debole a causa delle guerre con croati, magiari, serbi e peceneghi. Inoltre, si diffuse il Bogomilismo come credo. Due attacchi della Rus’ di Kiev e dei bizantini portarono alla conquista di Preslav nel 971 da parte dei bizantini. Con Samuele, però, la Bulgaria riesce a riprendersi, conquistando Duklja e Serbia.
La Bulgaria Bizantina
Con le campagne per conquistare la Bulgaria da parte dell’imperatore bizantino Basilio II durante la sua storia in breve nel 986, dopo decenni nel 1014 riesce nell’obiettivo. Ivan Vladislav, l’ultimo zar bulgaro, nel 1018, con la nobiltà bulgara, decide di unirsi all’impero romano d’oriente. La Bulgaria così perde la sua indipendenza, assoggettata a Bizanio per più di un secolo e la chiesa torna sotto gli ecclesiasti bizantini. Non ci sono troppe tracce della resistenza bulgara o di rivolte popolari al dominio bizantino, probabilmente grazie alle concessioni che Basilio II diede alla nobiltà bulgara per avere fedeltà.
Con la sua morte, nel 1040 Peter Deljan organizza una rivolta, venendo però ucciso. Il potere bizantino passa ai Comneni, interrompendo così il declino dell’impero e iniziando un momento di progresso e stabilità. Manuele I, l’ultimo discendente di Comneni, muore nel 1180, rimpiazzato dalla dinastia degli Angeli. L’incompetenza della nuova dinastia permette ai bulgari di organizzarsi per una rivolta.
La nascita del Secondo Impero Bulgaro
Durante il riassunto della storia bulgara, Pietro e Asen nel 1185, nobili bulgari di origine valacca e cumana, si ribellano ai bizantini. Pietro II si dichiara zar, chiamato anche Teodoro Pietro. L’anno dopo i bizantini riconoscono la Bulgaria Indipendente e Pietro si dichiara zar di bulgari, valacchi e greci. Il nuovo stato bulgaro occupa il territorio tra Mar nero, Danubio, Balcani, parte di Macedonia e della valle di Morava; oltre che controllando Valacchia e Moldavia. Zar Kalojan si unisce al Papato, prendendo il titolo di rex e non di zar. Inizia così molte guerre contro i bizantini, poi contro i cavalieri della quarta crociata dopo il 1204. Conquista parte della Tracia, dei monti Rodopi e la Macedonia. Nel 1205, durante la battaglia di Adrianopoli, Kalojan sconfigge gran parte dell’impero latino, limitando la sua autorità anche grazie a ungheresi e serbi.
Sotto Ivan Asen II, la Bulgaria diventa ancora una potenza sul territorio, occupa l’attuale Albania e Belgrado. Nel 1235 viene ripristinato il patriarcato ortodosso, terminando l’unione con il papato e Ivan Asen II, saggio e umano, inizia relazioni con Genova e Venezia, riducendo l’influenza bizantina nel paese. Tărnovo diventa un centro economico e religioso, considerato la terza roma, mentre Costantinopoli cadeva. Estese i confini bulgari fino alle coste della penisola balcanica, annettendo Medea e provò fino al 1235 ad assediare Costantinopoli, senza successo.
L’arrivo ottomano e il declino dell’Impero
Al termine della dinastia degli Asen, nel 1257 i conflitti interni e gli attacchi bizantini e magiari portano al declino della potenza dell’impero. Lo zar Teodoro Svetoslav riesce solo in modo temporaneo a portare prestigio nel regno, perché l’instabilità aumenta, come la perdita dei territori. Iniziano così le rivolte contadine guidate da Ivailo, un porcaro, che riesce a sconfiggere lo zar, salendo sul trono. Nel XIV secolo la Bulgaria era comunque debole mentre i turchi ottomani arrivarono da sud, sbarcando in Europa nel 1354 per la prima volta. Il secondo Impero Bulgaro era distrutto da divisioni faziose e la diffusione del bogomilismo.
Il regno era diviso in tre: il regno di Vidin, di Tărnovo e despotato di Dobrugia. Inoltre altri principati quasi indipendenti combattevano tra di loro, contro bizantini, sarbi, genovesi, veneziani e magiari. La resistenza che incontrarono gli ottomani fu debole e nel 1362 presero Filippopoli, oggi Plovdiv, conquistando anche Sofia nel 1382. Gli ottomani nel 1389 iniziarono a sconfiggere i serbi nella battaglia di Kosovo Polje, occupando nel 1393 Tărnovo. Il Regno di Vidin nel 1396 è preso, terminando così anche il Secondo Impero bulgaro.
La Bulgaria ottomana
Con la conquista di Tărnovo, capitale del Secondo impero bulgaro nel 1393 durante il riassunto della storia della Bulgaria in breve, nel 1396 cade anche il regno di Vidin in seguito alla battaglia di Nicopoli. Gli ottomani piegano così la resistenze e occupano il territorio. Per liberare i Balcani, nel 1444 Ladislao III di Polonia inizia la crociata polacco-magiara, ma vinsero i turchi nella battaglia di Varna. La nuova autorità distrugge le istituzioni bulgare, integrando la chiesa nel patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Vengono distrutte anche molte fortezze medievali e molte aree conquistate dai turchi rimasero sottopopolate fino al XIX secolo.
Con gli ottomani i territori dell’impero bulgaro divennero il beilicato di Rumelia, con sede a Sofia e governati da un beylerbey. Il territorio era suddiviso in sancaklar e comprendeva Macedonia, Tracia e Mesia. Sotto il sultanato, queste aree avevano una struttura feudale, suddivisi ulteriormente tra i mulk, i nobili ottomani. Non venne chiesta la conversione ai cristiani, ma sono presenti casi di islamizzazioni soprattutto sui Rodopi. I bulgari convertiti, i pomacchi, adottarono i costumi dell’islam e i non musulmani non potevano far parte dell’esercito del sultano, tranne per il tributo di bambini. Usanza che prevedeva prelevare un bambino su cinque per addestrarlo come guerriero, diventando il corpo d’élite del sultano.
Il declino ottomano
Dal XVII secolo inizia il declino ottomano nel nostro riassunto della storia bulgara. Il governo si indebolisce a causa dei controlli personali su diverse zone dell’impero e la penisola balcanica all’inizio del XIX secolo cade in un’anarchia. Questo periodo è conosciuto nella storia bulgara come kărdžalijstvo, un momento in cui le armate turche infestavano i territori. In molte regioni i contadini lasciavano le campagne per andare nelle città, nelle foreste o sui colli.
Altri verso la Moldavia o oltre il Danubio, in Valacchia o a sud della Russia. Crebbero città come Loveč, Karlovo, Gabrovo e Trjavna. Le terre dei contadini erano del sultano e nel XIX secolo vennero migliorati trasporti, il commercio e le comunicazioni. Nel 1834 a Sliven apre la prima industria bulgara e tra Ruse e Varna nel 1866 vediamo il primo sistema ferroviario nel paese.
Il Risorgimento Bulgaro
Durante il riassunto sulla storia bulgara, il declino ottomano permette la rinascita culturale, sviluppando l’ideologia di liberazione nazionale e il nazionalismo bulgaro. Inizia a emergere dal XIX secolo, influenzato da ideali occidentali di nazionalismo e liberalismo, soprattutto dopo la Rivoluzione francese e attraverso la Grecia in seguito alla loro rivolta contro gli ottomani nel 1821. Il risentimento dei bulgari per il controllo greco della chiesa era maggiore, insieme al desiderio di far rinascere la chiesa indipendente bulgara. Antim I, in seguito a un editto del sultano, divenne leader della nazione emergente. La reazione di Costantinopoli fu la scomunica, rinforzando così il desiderio di indipendenza. La lotta per la liberazione dell’impero ottomano inizia con la creazione Comitato Centrale Rivoluzionario Bulgaro e dell’Organizzazione Rivoluzionaria Interna. Guidati da importanti figure della storia bulgara, come Vasil Levski.
Nel 1876 inizia per la Bulgaria storia la rivolta d’aprile, organizzata poveramente nella regione di Plovdiv e al nord, nella zone di Sliven e in Macedonia. La repressione venne brutalmente repressa dalle truppe irregolari turche dei basci-buzuk. In migliaia furono massacrati. Lo sdegno arriva anche da liberali europei, lanciando campagne contro gli orrori bulgari, sostenuta dagli intellettuali in Europa. Ciò nel 1876 porta alla Conferenza di Costantinopoli indetta dalle grandi Potenze, soprattutto la Russia. L’impero russo dichiarò così guerra agli ottomani nel 1877. Ai russi si unirono l’esercito bulgaro e rumeno. L’esercito ottomano venne sconfitto definitivamente nel 1878, nella battaglia di Pleven a Shipka.
L’Indipendenza e il Terzo stato bulgaro
Il 3 marzo 1878 è firmato il trattato di Santo Stefano, assicurando l’indipendenza del principato di Bulgaria, estendendo il territorio al secondo impero bulgaro. Per preservare l’equilibrio europeo e temendo il ruolo della Russia nei Balcani, però, le potenze europee erano riluttanti. Nel 1878 venne così firmato il trattato di Berlino con Otto von Bismarck della Germania e Benjamin Disraeli, di Gran Bretagna, ridimensionando lo stato bulgaro. Così si creò il più piccolo principato autonomo bulgaro, tra Danubio e Balcani, con sede alla vecchia capitale Veliko Tărnovo. Questo stato rimaneva sotto la sovranità ottomana, ma governato da un principe eletto da bulgari, approvato dagli europei.
Anche se non volevano un principe russo, venne scelto Alessandro di Battenberg, nipote dello zar Alessandro II. Crearono anche la Rumelia orientale, una provincia ottomana autonoma, lasciando così una gran parte della popolazione bulgara fuori dai confini. Così nel 1885 la Rumelia orientale dichiara l’unione con il principato bulgaro. Serbia e Grecia, preoccupate per l’ampliamento dello stato, portano alla dichiarazione di guerra da parte della Serbia alla Bulgaria. L’esercito bulgaro ne esce vittorioso a Slivnica, grazie anche all’intervento diplomatico austriaco, finendo con l’unificazione della Rumelia orientale al principato.
La Bulgaria dopo l’unificazione
In seguito alla guerra durante la storia della Bulgaria in breve, il paese esce dal dominio ottomano povero e sottosviluppato, con poche industrie. La principale filosofia politica era rurale, con vita di campagna e contadini che si organizzarono in un partito, fondando l’Unione agraria bulgara nel 1899. La Francia contribuisce dal 1878 al 1933 alla crescita del paese, fondando istituti di ricerca, scuole cattoliche e biblioteche, nel 1888 l’Università, chiamata nel 1904 Università di Sofia: una fucina di ideologie tedesche e russe. I macedoni però utilizzano i territori bulgari dal 1894 per le agitazioni per l’indipendenza ottomana e, nel 1904, scoppia la rivolta, soppressa brutalmente.
Le Guerre Balcaniche
Dopo l’indipendenza della Bulgaria durante il riassunto della sua storia, il paese si militarizza velocemente, prendendo per questo il nome di Prussia dei Balcani. Il desiderio nazionale era quello di ritrattare il trattato di Berlino militarmente. Le Grandi Potenze avevano diviso i territori balcani senza riguardo per le etnie presenti, portando malcontento in tutti i paesi della zona. Ivan Gešov, primo ministro, nel 1911 forma con la Grecia e Serbia un‘alleanza contro l’impero ottomano, sferrando un attacco congiunto. Nel 1912 Bulgaria e Serbia firmano segretamente un trattato e anche con la Grecia successivamente e poi con Montenegro, decidendo la spartizione vaga di Tracia e Macedonia. Con i rifiuti degli ottomani alle riforme richieste, nell’ottobre del 1912 scoppia la prima guerra balcanica.
Termina con gli alleati che sconfiggono gli ottomani, prendendo il controllo della maggior parte dei suoi territori europei. La Bulgaria subisce numerose perdite, come territori, ma gli altri alleati rifiutarono di cederne. Chiedono inoltre di rivedere gli accordi pre-bellici, in quanto i bulgari non riuscivano a prendere Adrianopoli senza i serbi. Nel 1913 Grecia e Serbia formano un’alleanza contro la Bulgaria. Il primo ministro Nikola Pašić offre la Tracia alla Grecia, chiedendo di tenere la Bulgaria lontano dalla Macedonia, violando così accordi precedenti. Lo zar bulgaro Ferdinando I, spinto dall’Austria-Ungheria e Germania, dichiara guerra a Grecia e Serbia iniziando la seconda guerra balcanica: la guerra tra alleati.
La guerra degli alleati
All’inizio della seconda guerra balcanica, greci e serbi si rifugiano sui confini occidentali, ribaltando la situazione poi e portando i bulgari a ritirarsi. Nella battaglia di Bregalnica ci fu il maggior numero di perdite e, poco dopo, anche la Romania attacca a nord la Bulgaria e gli ottomani da sud-est. Gli ottomani, infatti, videro una possibilità per recuperare alcuni dei territori persi. Perdendo definitivamente la guerra, la Bulgaria rinuncia alla Macedonia, gli ottomani riprendono Adrianopoli e la Romania la Dobrugia meridionale.
Lo stato bulgaro rimase profondamente ferito da queste due guerre balcaniche, fermando il periodo di crescita e provocando moltissimi morti. La spinta per recuperare la Macedonia, però, fu sempre molto forte.
Le guerre Mondiali
Dopo le guerre balcaniche durante il riassunto della storia bulgara, l’opinione pubblica entra in contrasto con Russia e le Grandi Potenze. Infatti, l’idea era quella che nulla fosse stato fatto per aiutare i bulgari. Vasil Radoslavov allinea il governo contro Austria-Ungheria e Germania, alleandosi con gli storici nemici ottomani.
Prima guerra mondiale
Durante il primo anno del primo conflitto mondiale la Bulgaria si tenne fuori, ma Austria-Ungheria e Germania avevano bisogno di aiuto per sconfiggere la Serbia e rinforzare il fronte orientale contro la Russia. La Bulgaria chiese però di avere più territori, soprattutto la Macedonia, ma l’impero austro-ungarico non cede. Interviene quindi il governo di Berlino, iniziando negoziati, offrendo altri compensi minori. Lo zar decise quindi di entrare in guerra nel 1915, in seguito alla promessa che dopo la guerra la Bulgaria avrebbe avuto il dominio dei Balcani e dichiarò guerra alla Serbia. Di conseguenza, Italia, Francia e Gran Bretagna le dichiararono guerra a loro volta. Alleandosi con Austria-Ungheria e Germania, la Bulgaria prese Skopje e gran parte della Macedonia, e alla Romania la Dobrugia nel 1916.
La Serbia venne quindi conquistata. Nel 1917 la Bulgaria, con il suo grande esercito, nella battaglia di Doiran infligge pesanti perdite a Gran Bretagna, alla Francia in quella di Monastir, ai rissi a Dobrič e ai rumeni durante la battaglia di Turtucaia. Essendo alleati con gli ottomani musulmani, questa guerra crea anche gran malcontento tra il popolo bulgari. Aleksandăr Stambolijski, leader del Partito Agrario è imprigionato come oppositore e, nel 1917, la rivoluzione russa si fa sentire anche in Bulgaria. Si muovono sentimenti antimonarchici e antibellici, portando alle dimissioni del governo di Radoslavov e all’ammutinamento dell’esercito a Stambolijski.
Il periodo tra le due guerre
Ferdinando I, nel 1918, abdica per il figlio Boris III, mitigando le tendenze antimonarchiche. Nel 1919 è firmato il Trattato di Neuilly e la Bulgaria cede alla Grecia la costa egea, riconoscendo il Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni: poi Jugoslavia. Inoltre, gli cede i territori macedoni presi in guerra, ridando alla Romania Dobrugia. Per ripagare la guerra, inoltre, riduce il proprio esercito. Un periodo conosciuto come seconda catastrofe nazionale. Nel 1920, durante le elezioni, l’Unione Nazionale Agraria Bulgara guadagna la maggioranza e Aleksandăr Stambolijski forma il primo governo contadino bulgaro. Sullo sfondo di numerosi problemi e contrasti sociali, implementa alcune riforme e, nel 1923, firma un accordo con il Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni, riconoscendo le frontiere e sopprimendo l’Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone.
Ciò porta malcontento e nel 1923 un colpo di Stato in cui Stambolijski è assassinato. Sostenuto da esercito e da VMRO, Aleksandăr Cankov prende il potere e inizia una repressione contro comunisti e agrari. Lo zar, nel 1926, convince Cankov alle dimissioni dopo la Guerra del cane randagio, una breve crisi greco-bulgara. Con Andrej Ljapčev, insedia un governo moderato, bandendo i comunisti. Il Blocco Popolare, nel 1931, vince le elezioni e nel 1934 un altro colpo di stato gli toglie il potere, iniziando un regime autoritario miliare guidato da Kimon Georgiev. Lo zar , un anno dopo, restaura il regime neutrale. La Bulgaria inizia ad avvicinarsi all’Italia fascista e alla Germania nazista.
Il ruolo della Bulgaria nella Seconda guerra mondiale
Nel 1939, scoppia la seconda guerra mondiale. Il governo della Bulgaria è guidato da Bogdan Filov, che vuole tenere la neutralità. Spera di riprendere territori occupati senza azioni belliche, ma solo con conclusioni diplomatiche. La posizione nei Balcani, però, rendeva la pressione esterna molto forte, anche se la Turchia firma un patto di non aggressione alla Bulgaria. Viene negoziata la restituzione della Dobrugia nel 1940 con il trattato di Craiova, sostenuto dall’Asse. La Bulgaria, durante il riassunto della sua storia, nel 1941 fu costretta a unirsi in guerra all’Asse. Boris III, minacciato di un conflitto militare, si unisce al blocco fascista. Il re, però, non consegnò ai nazisti gli ebrei bulgari, salvando moltissime vite.
Inoltre, la Bulgaria non partecipa all’invasione nazista dell’Unione Sovietica nel 1941, ma la marina bulgara venne coinvolta comunque in battaglie nel Mar Nero con la flotta sovietica. I bulgari vennero costretti dai nazisti a dichiarare guerra a USA e Regno Unito, portando al bombardamento di Sofia dagli alleati. Nel 1944 la Romania lascia l’Asse e dichiara guerra alla Germania, permettendo ai sovietici di arrivare in Bulgaria. Lo stesso anno l’Unione Sovietica invade la Bulgaria, occupando il nord del paese, Burgas e Varna. La Bulgaria quindi dichiara guerra alla Germania e un colpo di stato porta a un governo formato dal Fronte della Patria. L’Armata Rossa entra a Sofia a settembre. Durante le operazioni militari in Kosovo e a Stracin, i bulgari si scontrano vittoriosi più volte con l’esercito nazista.
La Repubblica Popolare di Bulgaria
Dal 1946 al 1989 durante la storia della Bulgaria riassunto, il paese fu la Repubblica Popolare di Bulgaria sotto il Partito Comunista Bulgaro; dal 1990 Partito Socialista Bulgaro. Dal 1923 Dimitrov era in esilio in Unione Sovietica, ma non ancora un fantoccio. Incolpato nel 1933 dell’incendio del Reichstag, guidò poi il Comintern per il Fronte Popolare. Vicino al leader comunista Tito, pensava che Jugoslavia e la Bulgaria dovevano formare una federazione slava. Stalin non era dell’idea, sospettando anche che la morte di Dimitrov non fosse un incidente.
Ciò porta all’esecuzione del Deputato Primo Ministro Trajčo Kostov. Kolarov muore nel 1950 e il potere passa a Vălko Červenkov, stalinista estremista. Il periodo stalinista bulgaro dura circa cinque anni. Viene collettivizzata l’agricoltura, represse le rivolte contadine, istituiti campi di lavoro e la chiesa passa sotto il controllo dello Stato. Vengono anche interrotte nel 1950 i rapporti con gli USA e perseguitati i turchi, riaprendo i problemi con Grecia e Jugoslavia. Dopo la morte di Atalin, Červenkov nel 1954 è deposto e sostituito da Todor Živkov, sostenuto da Nikita Chruščёv, rimanendo primo ministro fino al 1956 seguito da Anton Jugov.
La Bulgaria comunista
Živkov fu il segretario comunista dell’Europa Orientale più longevo, dal 1958 al 1989. Nel 1965, a causa dell’eccessiva subordinazione del regime verso l’Unione Sovietica, porta a un golpe pro-cinese. Organizzato dai generali Cvjatko Anev e Ivan Todorov-Gorunja, che fallirono. Nel 1971 Živkov si nomina Presidente del Consiglio di Stato e Stanko Todorov come primo ministro. Živkov consolida il suo potere e offre fedeltà assoluta all’Urss, ricevendo supporto economico e sviluppando l’industria e la cultura. L’industrializzazione porta però all’inquinamento del Danubio e a problemi con le centrali nucleari, come per Kozloduj.
Uno dei problemi principali del regime con la politica estera, fu invece la regione del Pirin, rivendicata dalla Macedonia. Negli anni ’60, Živkov inizia riforme politiche per il libero mercato sperimentale. La figlia di Živkov, Ljudmila, primosse la cultura, l’arte e l’eredità bulgara a livello mondiale, iniziando negli anni ’80 a sradicare la comunità turca. Ciò portò all’emigrazione di moltissimi turchi bulgari in Turchia, portando anche un calo della produzione agricola.
Gli anni ’90
Durante il riassunto sulla storia della Bulgaria degli anni ’90, il comunismo e il loro leader si erano indeboliti al termine degli anni ’80 per via dei cambiamenti sociali e le richieste del popolo. Ancora prima che le riforme di Michail Gorbačëv venissero percepite. Per via della questione ecologica, ci furono molte dimostrazioni a Sofia, sfociando in una riforma politica. Živkov venne rimpiazzato da Petăr Mladenov e, 1990, il Partito rinuncia al monopolio tenendo poi le prime elezioni libere dal 1931, vinte dai moderati del Partito comunista, chiamato Partito Socialista Bulgaro. Nel 1991, nasce la nuova costituzione, con un presidente eletto dal popolo e con poteri deboli, oltre che con un primo ministro.
Per i paesi post-comunisti, la transizione verso il capitalismo è difficile. Gli anticomunisti dell’Unione delle Forze Democratiche salgono al governo dal 92 al 94, sviluppando la privatizzazione di terreni e industrie, fallendo, e i socialisti vengono visti come dei difensori del popolo e dei poveri contro i soprusi del libero mercato. Il fallimento degli anticomunisti permette a Žan Videnov di prendere il potere nel 95. Le difficoltà, però, portano nel 97 al potere Petăr Stojanov dell’UDF.
I 2000
Durante il nostro riassunto della storia bulgara arriviamo ai 2000, quando nel 2001, il figlio dello zar Boris II, Simeone di Sassonia-Coburgo-Gotha, ex capo di stato bulgaro, vince le elezioni. Il Movimento Nazionale di Simeone Secondo, il partito dello zar, segue una politica filo-occidentale, facendo così entrare il paese nella NATO nel 2004. La popolarità dello zar, però, non durò molto. Nel 2005 vince il Partito Socialista Bulgaro, ma senza i voti necessari per formare il governo, viene così creata la coalizione tra PSB, l’NDSV ed l’MDL.
Divisi da ideologie differenti, si unirono per le riforme necessarie per permettere nel 2007 l’ingresso della Bulgaria nell’Unione Europea. Nel 2009, sale al potere Bojko Borisov con il partito di centrodestra. Dopo il 1989, le difficoltà economiche nel paese sono state molte, come i problemi di corruzione, portando a una migrazione di massa. Le condizioni economiche stanno gradualmente migliorando, anche se la migrazione rimane costante e il progresso è limitato, sviluppando però l’educazione.
La Bulgaria Oggi
Oggi, la Repubblica di Bulgaria è un membro dell’Unione Europea nella zona orientale della penisola balcanica. Il suo governo è una repubblica rappresentativa democratica parlamentare. Il primo ministro è anche il capo del governo e il sistema è multipartitico. Il governo ha il potere esecutivo, mentre quello legislativo è in mano a governo e all’Assemblea nazionale. La moneta è il lev bulgaro, a causa dell’elevata inflazione non ha infatti adottato l’euro. Il suo territorio è vario, dalle coste del Mar Nero, alle aree montuose fino alle sponde del fiume Danubio.
Grazie alla storia bulgara, qui si trova un mix unico di culture, tra cui quella greca, slava, persiana e ottomana, riflettendosi sul suo incredibile panorama culturale. Infatti, possiamo trovare un’identità ben definita di un popolo fiero, tra musica, danze, costumi tradizionali, la sua cucina e i prodotti artigianali. Ci sono inoltre attività e cose da fare e vedere per tutti i gusti, dalle sue aree termali, alle riserve naturali, le zone balneari, gli impianti sciistici e i monumenti simboli delle varie epoche. La Bulgaria è una meta sempre più gettonata per i viaggi e non vede l’ora di accogliere i viaggiatori!
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