Il 'dao', il sentiero di Confucio

Il 'dao', il sentiero di Confucio

Il più grande saggio cinese si dedicò principalmente a descrivere il sentiero perfetto, ovvero il percorso che permetterebbe a tutti di raggiungere la felicità, formato da un codice etico e da norme di buon governo

Due uomini colti in un paesaggio caratteristico del pittore Fang Cong. Inchiostro cinese su carta. XVIII secolo. Museo Guimet, Parigi

Due uomini colti in un paesaggio caratteristico del pittore Fang Cong. Inchiostro cinese su carta. XVIII secolo. Museo Guimet, Parigi

Foto: Musée Guimet, Paris / RMN-Grand Palais

Il principale sforzo di Confucio fu quello di descrivere il dao ideale, ovvero il sentiero perfetto. Non si tratta di un concetto mistico ma del cammino attraverso il quale tutte le persone potranno raggiungere la felicità; include sia il codice etico dell’individuo che le norme di governo. Per Confucio il sentiero (o la via) si era realizzato cinquecento anni prima, all’epoca della dinastia degli Zhou occidentali, esempio di governanti. In questo senso, il sentiero è un’utopia retrospettiva dato che non guarda a un paradiso futuro bensì a un’antica età dell’oro. La realizzazione della Via è il risultato della pratica di determinate virtù essenziali che definiscono il junzi, l’uomo nobile: xiao, l’amore filiale; ren, l’umanità e li, la condotta rituale adeguata.

La missione dell'uomo nobile

In origine la parola junzi significava “aristocratico”. Tuttavia Confucio le diede una nuova accezione: la utilizzò per designare le persone moralmente nobili, indipendentemente da quali fossero le loro origini sociali. L’educazione confuciana è totalmente orientata a formare il junzi: questi dev’essere qualcuno che ami il bene comune al di sopra del suo beneficio personale, che coltivi idee proprie e che abbia un comportamento esemplare (tratti che corrispondono a quello che è stato il prototipo di burocrate ideale in Cina per duemila anni). La definizione di queste qualità personali è tema centrale dei Dialoghi. Per Confucio l’educazione ha una giustificazione ultima: riformare lo Stato recuperando le virtù che in teoria avevano stimolato il governo agli inizi della dinastia Zhou (verso il 1045 a.C.), epoca che lui considerava esemplare.

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Xiao (amore filiale)

Si tratta di un amore ancorato nelle pratiche più antiche del culto degli antenati e corrisponde specialmente all’obbligo dei figli di prendersi cura dei genitori.

La sua importanza consiste nel fatto che l’amore filiale, che si basa nel rispetto alla gerarchia all’interno della famiglia (dei figli verso i genitori, del fratello minore verso il maggiore, della sposa verso il marito), educa l’individuo a comportarsi in società, dove regnano altre gerarchie.

Esame imperiale per accedere alla burocrazia. Pittura su seta. XVII secolo. Biblioteca nazionale, Parigi

Esame imperiale per accedere alla burocrazia. Pittura su seta. XVII secolo. Biblioteca nazionale, Parigi

Foto: Bridgeman / ACI

Ren (umanità)

È la virtù più importante: il comportamento ideale che una persona dovrebbe avere nei confronti degli altri. Confucio dice che l’umanità «consiste nell’amare gli uomini» e per far questo è necessario darsi degli obiettivi nobili nella vita: «Se desideri rango e onori, allora aiuta gli altri a ottenere rango e onori; se vuoi trionfare, aiuta gli altri a trionfare. Essere umano», spiega Confucio, «significa fare dei propri sentimenti la guida da seguire».

La costruzione del muro originario fu avviata oltre duemila anni fa da Qin Shi Huangdi, che unificò la Cina. Gli ultimi lavori risalgono alla dinastia Ming (1368-1644)

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Li (rituale)

In teoria questa parola si riferisce alle cerimonie religiose, per esempio ai sacrifici del culto degli antenati. Tuttavia, in un senso più ampio, vengono chiamate li tutte le cerimonie e forme convenzionali di relazione tra gli uomini. Pertanto questa parola significa in realtà insieme di regole di comportamento esterno, o semplicemente “ciò che è corretto”. Secondo il contesto si può perciò tradurre come “cortesia” o “etichetta”.

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