Dici “Er Monnezza” e pensi subito a Tomas Milian nei panni di Sergio Marazzi o Sergio Maraschi, come viene chiamato ne “La banda del trucido”, ladruncolo che collabora con la giustizia. Protagonista anche de “Il trucido e lo sbirro” del 1976 e de “La banda del gobbo” dell’anno seguente, la storia di Tomas col suo personaggio nacque tramite l’ispirazione verso le movenze, la mimica e i modi di fare di Quinto Gambi.

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Quinto oggi non c’è più, così come Tomas, ma ci ha lasciato in eredità la vera storia della nascita del famoso personaggio che ha conquistato un grandioso successo sul palcoscenico della commedia italiana. In una intervista rilasciata a “Il fatto quotidiano”, Quinto raccontò come nacque il tutto. Era uno stuntman all’epoca, un omone alto che appariva nei set come controfigura. Una sera i due si incontrarono al “Piper” di Roma e quando incrociarono lo sguardo fu amore a prima vista. Non fosse altro per l’incredibile somiglianza tra loro. Tomas era con la moglie e un po’ di amici e fece chiamare Quinto per conoscersi meglio. Ne nacque un’amicizia che per Tomas voleva dire anche qualcosa di più.

Quella volta che Quinto divorò un piatto di “ajo, ojo e peperoncino” mentre Tomas prendeva “spunto

Infatti l’attore romano cercò di studiare e imitare al meglio Quinto ritenendolo ottimo per prendere spunto sulla parte de “Er Monnezza”. All’epoca la frequentazione era data da un bel legame d’amicizia. Ma Tomas stava covando dentro di sé l’idea che poi abbiamo visto rappresentata magistralmente nei film in cui ha interpretato il famoso personaggio.

Gli ho insegnato tutto”, ricordava Quinto svelando aneddoti su aneddoti. In primis quello in cui divorò un piatto di “ajo, ojo e peperoncino”, con tanta voracità, accompagnando il pranzo con gestualità e versi. Quando rivide la scena nel film rimase piacevolmente sorpreso: “Era uguale, s’era pure fatto cresce la barba”. “Tomas prendeva e metteva da parte”.

Quinto era anche un “pesciarolo”, aveva infatti un banco di pesce di famiglia al mercato Trionfale. Nonostante l’amicizia con Tomas, rimase se stesso senza cambiare mai. Compreso quando il rapporto si fece così intimo da essere invitato a casa a dormire, descritta come “una casa spaziale”. Quando Tomas compì 80 anni, i due si sentirono telefonicamente e Quinto rivelò la commozione dell’attore quando gli disse che suo nipote si sarebbe chiamato Tommaso.

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