Sigmund Freud, il padre della psicanalisi

Sigmund Freud, il padre della psicanalisi

La vita di Sigmund Freud, l’uomo che rivoluzionò la scienza con il suo metodo per cercare d’interpretare i sogni, si concluse a Londra il 23 settembre 1939. Freud è passato alla storia per aver posto le basi della psicanalisi come metodo terapeutico

Fumatore accanito, Sigmund Freud, il padre della psicanalisi, concluse i suoi giorni in preda alle sofferenze provocate dal cancro alla bocca che gli fu diagnosticato nel 1923. Divenuto una delle figure più influenti del pensiero contemporaneo, disse una volta: «Se vuoi sopportare la vita, impara ad accettare la morte». In effetti, prima di spegnersi il 23 settembre 1939, a Londra, non aveva mai smesso di scrivere e pubblicare articoli.

Sigmund Freud fotografato da Max Halberstadt nel 1922 per il New York Times

Sigmund Freud fotografato da Max Halberstadt nel 1922 per il New York Times

Foto: Cordon Press

Un mondo segnato dall’antisemitismo

Nato il 6 maggio 1856 a Freiberg (Moravia), Sigmund Freud era il maggiore di sei fratelli. La sua famiglia fu costretta a trasferirsi a Vienna per cercare di riavviare il commercio di lana del padre. Malgrado fosse ebreo, il giovane Sigmund fu tenuto lontano da qualunque idea religiosa o nazionalista. Neppure le difficoltà economiche attraversate dalla sua famiglia furono un ostacolo al suo accesso all’università di Vienna, dove iniziò a studiare medicina all’età di diciassette anni. Davanti al clima di crescente antisemitismo che si respirava nella capitale austriaca, Freud decise di cambiare nome da Sigismund a Sigmund, come sarebbe stato conosciuto da lì in poi.

La famiglia si trasferì a Vienna a causa delle difficoltà economiche, e l’antisemitismo costrinse Freud a cambiare il proprio nome in Sigmund

L’uso di stupefacenti

Tra il 1884 e il 1887 Freud scrisse una serie di articoli in cui promuoveva l’uso di cocaina a fini terapeutici, e in alcuni esperimenti successivi dimostrò le proprietà della cocaina come anestetico locale. Nel 1884 pubblicò un articolo intitolato Über Coca (Sulla coca), in cui offriva ai lettori un’enorme quantità di dati sulla storia dell’utilizzo di questa pianta in Sudamerica, la sua esportazione in Europa, gli effetti sugli esseri umani e gli animali e i molteplici usi terapeutici. In seguito l’oftalmologo austriaco Carl Koller pubblicò i risultati delle ricerche di Freud e ottenne notevoli successi nelle operazioni agli occhi.

Tentò vanamente di curare con la cocaina l’amico Ernst von Fleischl-Marxow, che era dipendente dalla morfina, finendo per provocarne la morte

Nel 1886 Freud sposò Martha Bernays. Dalla pubblicazione di alcune lettere con quella che era allora la sua promessa sposa, si è scoperto che tentò vanamente di curare l’amico Ernst von Fleischl-Marxow, dipendente dalla morfina. Il trattamento non ebbe effetto e provocò solo un’ulteriore dipendenza a quella già sofferta dall’amico, che morì poco dopo.

Freud sedicenne accanto alla madre Amalia

Freud sedicenne accanto alla madre Amalia

Foto: Pubblico dominio

Il fallimento dell’ipnosi

Basandosi su alcuni esperimenti condotti dal suo mentore, Josef Breuer, Freud aprì una clinica rivolta a trattare la neurosi e l’isteria, in cui usò l’ipnosi e la catarsi. Fu in quel frangente che una misteriosa paziente chiamata Anna O. (il suo vero nome era Bertha Pappenheim) iniziò a curarsi con Breuer e Freud. Il trattamento consisteva nell’indurre nella paziente uno stato ipnotico che le permettesse di rievocare le circostanze precedenti all’apparizione dei sintomi. Malgrado tutto sembrasse andar bene, nella lettura del caso clinico si osservò chiaramente che Breuer improvvisò e modificò la cura sulla base dello stravagante quadro sintomatico della paziente. Una volta concluso il trattamento catartico, la paziente non era migliorata e finì per essere internata in un centro psichiatrico. Una volta dimessa, Bertha Pappenheim si sarebbe dedicata alla causa femminista. Poco dopo Freud abbandonò queste tecniche (e la sua collaborazione con Breuer) a favore della libera associazione d'idee, base della psicanalisi: una tecnica con cui sperava di poter alleviare i sintomi dei suoi pazienti, che verbalizzavano senza alcun filtro ogni tipo di pensiero che gli passasse per la testa.

L’opera più importante

Nel 1899 Freud pubblicò quella che è considerata la sua opera più importante e influente: L’interpretazione dei sogni (anche se la data ufficiale di pubblicazione slittò al 1900). Nel 1905 fu pubblicato Tre saggi sulla teoria sessuale, la seconda delle sue opere per importanza. Veniva così inaugurata una nuova disciplina e maniera d’intendere la mente umana: la psicanalisi. A causa delle incomprensioni inizialmente suscitate dalle sue teorie, Freud rimase isolato per qualche anno, sia a livello personale che professionale. Ciò nonostante, si formò un gruppo di adepti che in seguito avrebbe fondato il movimento psicanalitico, tra i quali figuravano Carl Gustav Jung e Wilhelm Reich: grazie a loro, le idee di Freud cominciarono a raggiungere il grande pubblico.

Nel 1899 Freud pubblicò quella che è considerata la sua opera più importante e influente: L’interpretazione dei sogni

Nel 1906 Freud e Jung fecero un viaggio negli Stati Uniti e si accorsero con sorpresa dell’entusiasmo che, ben prima che in Europa, il pensiero freudiano vi aveva suscitato. Nella primavera del 1908, su invito di Jung, Freud celebrò a Salisburgo il primo Congresso psicanalitico. Nel 19010 a Norimberga venne fondata la Società internazionale di psicanalisi, diretta da Jung, che rimase alla presidenza fino al 1914.

Da sinistra a destra: Sigmund Freud, Stanley Hall, C.G.Jung. Fila dietro, da sinistra a destra: Abraham A. Brill, Ernest Jones, Sándor Ferenczi

Da sinistra a destra: Sigmund Freud, Stanley Hall, C.G.Jung. Fila dietro, da sinistra a destra: Abraham A. Brill, Ernest Jones, Sándor Ferenczi

Foto: Pubblico dominio

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Riconoscimento e morte

Il primo riconoscimento ufficiale come creatore della psicanalisi giunse a Freud nel 1902, quando fu nominato professore straordinario. Un premio che lo psicanalista avrebbe commentato in una lettera inviata a Wilhelm Fliess, medico e psicologo tedesco, in cui diceva sarcasticamente: «Come se d’un tratto il ruolo della sessualità venisse riconosciuto da Sua Maestà».

Il primo riconoscimento internazionale arrivò invece nel 1909, quando l’università di Clark, in Worcester, Massachusetts, gli concesse il titolo di dottore honoris causa. Così, con l’obiettivo di divulgare la psicanalisi negli Stati Uniti, e approfittando delle celebrazioni del ventesimo anniversario della fondazione dell’università diretta dal pedagogo e psicologo G. Stanley Hall, Freud fu invitato a tenere diverse conferenze.

Malgrado i riconoscimenti per il suo lavoro, Freud ricevette un duro colpo dall’abbandono di Jung e da un cancro alla bocca

Presto però le cose presero una brutta piega. Nell’ottobre 1911 Freud subì un duro colpo quando diversi dei suoi seguaci abbandonarono l’Associazione psicanalitica viennese, e il tutto peggiorò quando Carl Gustav Jung si unì a loro nel 1914. Il peggio però doveva ancora arrivare. Nel 1923 a Freud fu diagnosticato un carcinoma alla bocca, forse in conseguenza della sua inguaribile passione per i sigari. Oltre a provocargli molte sofferenze e a debilitarlo profondamente, la malattia lo rese sordo dall’orecchio destro e lo costrinse a usare delle scomode protesi al palato che gli rendevano difficile parlare. In quel frangente Freud dovette essere operato per ben trentatré volte. Malgrado tutto, non smise mai di fumare, il che peggiorò ulteriormente il suo stato di salute. Freud continuò a lavorare come psicanalista e, fino alla fine della vita, non smise di scrivere e pubblicare un gran numero di articoli, saggi e libri.

Sigmund Freud con la figlia Anna (futura psicanalista) nel 1913

Sigmund Freud con la figlia Anna (futura psicanalista) nel 1913

Foto: Pubblico dominio

Il 23 settembre 1939, in uno stato di salute molto deteriorato e incapace di sopportare i dolori provocatigli dal cancro, parlò con il suo medico personale, Max Schur, e gli ricordò la promessa che questi gli aveva fatto: sedarlo per risparmiargli l’agonia. Schur gli somministrò tre dosi di morfina e il padre della psicanalisi morì di overdose. Sigmund Freud fu cremato al Golders Green Crematorium di Londra. Lì riposano le sue ceneri e quelle della moglie Martha.

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