Delitto passionale: pena
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Delitto passionale: pena

21 Settembre 2019 | Autore:
Delitto passionale: pena

Delitto d’onore: cos’è e com’è punito? Omicidio commesso per gelosia o per vendetta: qual è la pena? Lo stato d’ira e la gelosia giustificano un omicidio?

Se, in televisione o sui giornali, segui la cronaca giudiziaria sicuramente avrai sentito parlare di delitto passionale, cioè di reato commesso sull’onda dell’emotività, spesso quando in gioco ci sono i sentimenti (traditi) nei confronti del proprio partner. Ebbene, devi sapere che il delitto passionale, in realtà, non è contemplato all’interno del nostro ordinamento giuridico: non c’è nessun articolo del codice penale che faccia riferimento a tale reato. Eppure, sempre più spesso se ne sente parlare. Come mai? Esiste il delitto passionale? Quale pena è prevista?

Come ti spiegherò nel corso di questo articolo, un tempo la legge contemplava il cosiddetto delitto d’onore, molto simile per certi aspetti a quello che oggi viene definito dai cronisti come delitto passionale. Si trattava di un reato del tutto discriminatorio, in quanto “giustificava” l’omicidio della donna colta nell’avere una relazione carnale con un uomo. Ovviamente, il delitto d’onore è stato abrogato, essendo manifestamente contrario ai principi costituzionali di uguaglianza e di parità dei sessi. Residua tuttavia nel nostro ordinamento una specie di “fantasma” di questo reato, al quale le cronache attribuiscono appunto la denominazione di delitto passionale. Com’è punito? Qual è la pena prevista per il delitto passionale? Scopriamolo insieme.

Cos’è il delitto passionale?

Cominciamo, innanzitutto, dalle definizioni: cos’è il delitto passionale? Come detto, ogni tentativo di trovarne una spiegazione all’interno delle leggi e del codice penale è vana: nel nostro ordinamento giuridico non si parla mai di delitto passionale, trattandosi di una definizione di natura giornalistica, non giuridica.

Ciononostante, possiamo definire il delitto passionale come l’omicidio il cui movente è da attribuirsi alla gelosia o al desiderio di vendetta dell’omicida. In pratica, il delitto passionale può identificarsi con l’omicidio dettato da motivi di gelosia.

Cos’è il delitto d’onore?

Il delitto passionale non è poi così dissimile dal vecchio delitto d’onore: il codice penale puniva con la reclusione da tre a sette anni chi cagionava la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nel momento in cui ne scopriva l’illegittima relazione carnale e nello stato d’ira determinato dall’offesa recata al suo onore o a quello della famiglia.

La stessa pena si applicava a chi, nelle stesse circostanze, cagionava la morte della persona trovata in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella. Se il colpevole cagionava, sempre nelle stesse circostanze e alle medesime persone, una lesione personale, le pene previste per il delitto di lesioni venivano ridotte [1].

Delitto d’onore: in cosa consisteva?

Il delitto d’onore, abrogato nel 1981, presentava i connotati dell’omicidio o del reato di lesioni personali commesso da chi si trovava in una particolare relazione con la vittima: ed infatti, il delitto d’onore poteva essere commesso solamente dal coniuge, dal genitore oppure dal fratello.

La vera peculiarità del delitto d’onore, però, è la netta differenza che c’era tra un omicidio “normale” e uno dettato da ragioni d’onore: se uccidevi un estraneo, rischiavi l’ergastolo; se uccidevi l’amante di tua moglie, al massimo sette anni.

Delitto passionale e delitto d’onore: ci sono differenze?

Sia il delitto passionale che il delitto d’onore sono normalmente dettati da motivi vendicativi: tra gli elementi costitutivi del delitto d’onore, infatti, v’era, oltre che alla flagranza della congiunzione carnale, anche lo stato d’ira che ne derivava dall’offesa recata al proprio onore o a quello della propria famiglia.

Anche il delitto passionale si basa su un sentimento emotivo, in particolare sulla rabbia derivante dalla gelosia provata nei confronti del proprio partner. La differenza fondamentale tra il delitto passionale e quello d’onore, però, è che il primo non riceve un trattamento sanzionatorio privilegiato: in altre parole, chi uccide per motivi passionali rischia tanti anni di carcere quanti ne rischierebbe colui che uccide per qualsiasi altra ragione. Nessuno sconto, insomma. Ma è sempre così?

Lo stato d’ira nel delitto passionale

Abbiamo appena detto nel paragrafo che precede che il delitto passionale può essere caratterizzato dallo stato d’ira in cui versa l’autore del reato. Pensiamo a chi trova il partner a letto con altra persona: una (insana) reazione potrebbe spingerlo a colpire gli amanti colti in flagrante, magari cagionandone la morte.

Ebbene, va detto che, secondo il codice penale, lo stato d’ira determinato da un fatto ingiusto altrui è una circostanza attenuante comune, cioè una condizione al ricorrere della quale la pena può essere diminuita di un terzo [2]. Di conseguenza, è possibile che lo stato d’ira scaturente da un forte sentimento passionale potrebbe indurre i giudici a riconoscere la circostanza attenuante in commento.

Va tuttavia ricordato oggi la violazione del dovere di fedeltà coniugale non è più ritenuta una condotta particolarmente grave, tanto che in molti casi infatti ciò viene nemmeno riconosciuta come causa di addebito in fase di separazione o divorzio. Dunque, il semplice tradimento, per quanto biasimevole possa essere considerato, difficilmente potrà essere in grado di attenuare la gravità di un omicidio.

La gelosia nel delitto passionale

Quanto appena detto per lo stato d’ira potrebbe valere anche per la gelosia, spesso vero movente del delitto passionale. Tuttavia, secondo una recente sentenza della Corte d’assise d’appello di Bologna [3], la gelosia può rilevare quale circostanza attenuante generica, con conseguente beneficio dello sconto di pena (pena ridotta da 30 a 16 anni).

Il caso affrontato dai giudici felsinei riguardava un femminicidio avvenuto a causa del di lei tradimento. Secondo la Corte, l’omicida avrebbe agito in preda ad una «soverchiante tempesta emotiva e passionale» in grado di incidere sulla misura della responsabilità penale.

Per storico orientamento della Corte di Cassazione, infatti, gli stati emotivi o passionali, pur non escludendo né diminuendo l’imputabilità, possono comunque essere considerati dal giudice ai fini della concessione delle circostanze attenuanti generiche, in quanto essi influiscono sulla misura della responsabilità penale [4].

Delitto passionale: quale pena?

Alla luce di tutto quanto detto, sinora, si comprende come non sia facile stabilire quale sia la pena per il delitto passionale. Al netto del riconoscimento di varie attenuanti, chi uccide per gelosia, per passione, per vendetta o per onore rischia il carcere per almeno ventuno anni (pena base prevista per l’omicidio [5]).

Lo stato d’ira è una circostanza attenuante, ma è difficile che possa essere concessa per punire una mera infedeltà; lo stesso dicasi per la gelosia, sebbene esistano sentenze (ne abbiamo appena vista una nel paragrafo precedente) che ne riconoscano la significatività sul piano penale, purché accompagnata da elementi idonei a dimostrarne l’effettiva rilevanza sull’azione delittuosa.

Al contrario, commettere un delitto passionale premeditato potrebbe comportare la pena dell’ergastolo: la premeditazione [6] è circostanza aggravante particolare, punita con il massimo della pena. Chi agisce con premeditazione, infatti, commette un reato a mente lucida, predisponendo un piano vendicativo che mette in mostra tutta la malvagità dell’autore.

note

[1] Art. 587 cod. pen.

[2] Art. 62 cod. pen.

[3] Corte d’Assise d’Appello di Bologna, n. 29/18 depositata l’8 febbraio 2019. 

[4] Cass., sent. n. 7272 del 5 aprile 2013.

[5] Art. 575 cod. pen.

[6] Art. 577, nr. 3, cod. pen.

Autore immagine: Pixabay.com

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3 Commenti

  1. Attenzione donne a quegli uomini che vi privano della gioia di vivere! Attenzione a coloro che non vi lasciano libere di uscire con le amiche. Attenzione se vi mettono paletti inutili e irragionevoli, attenzione quando vi dicono come dovete truccarvi, vestire perché siete troppe belle e li fate ingelosire. Dietro queste giustificazioni si celano i veri mostri!

  2. A tutte le donne, amiche, sorelle, cugine, nipoti, dico sempre che l’uomo che usa la forza, non solo fisica, ma anche quella verbale e psicologica, è da tenere lontano. Non bisogna farsi ingannare dalle pretese condite di belle parole. La violenza è dietro l’angolo. Troppo spesso i casi di cronaca parlano di violenza sulle donne e noi non dobbiamo dare a questi uomini piccoli piccoli gli strumenti per farci del male.

  3. La gelosia, quella sana, in una coppia è comprensibile. Magari a volte ti fa anche piacere, perché ti da sentire più amata e desiderata. Il problema è quando inizi a vedere che diventa morbosa dopo averti conquistata. E tu lo ami e giustifichi i suoi comportamenti. E magari pensi che vuole trascorrere più tempo con te. Non vuole impedirti di uscire. magari vuole che i tuoi vestiti siano solo per i suoi occhi e non vuole che altri uomini ti tengano gli occhi incollati addosso. Non vuole impedirti di indossare quello che vuoi. Magari vuole sapere chi sono i tuoi amici e condividere con te la tua quotidianità. Non vuole controllarti. Ecco. Poi, inizia ad uscire fuori la sua vera natura, inizi ad avere paura anche di lasciarlo. Chissà che potrebbe farti. I questi casi, mollatelo e fatevi un’altra vita. Se i suoi comportamenti sono persecutori, denunciate!!!

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