Il granducato di lituania - Enciclopedia - Treccani

Il granducato di Lituania

Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)

Catia Di Girolamo
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Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook

Il declino dell’Orda d’oro ha tra le sue conseguenze l’emergere della potenza del granducato di Lituania. La Lituania è l’ultimo regno pagano dell’Europa. La pressione degli ordini cavallereschi Teutonico e di Livonia porta i vari signori lituani a unirsi sotto un’unica autorità e a cercare un grande alleato. Nel corso del XIV secolo si impossessano della parte occidentale e meridionale del principato di Kiev. Nel 1386, la classe dirigente lituana si converte al cattolicesimo unendosi alla Polonia.

L’unificazione del granduca di Lituania

Il declino politico dell’Orda d’oronella seconda metà del Trecento ha, tra le sue conseguenze, nella vastissima area orientale dell’Europa, l’emergere della potenza del granducato di Lituania. I Lituani, infatti, si insediano nel vuoto di potere determinatosi tra i nomadi e gli Slavi orientali. La Lituania non è un regno cristiano; i Lituani nel tardo Medioevo sono gli ultimi pagani d’Europa. La loro presenza stessa giustifica l’esistenza dell’ordine teutonico. Sono sfuggiti ai Cavalieri teutonici e alla conquista mongola, perché protetti delle ampie foreste baltiche e sono governati da principi guerrieri, che intravedono nella disgregazione del principato di Kiev un’opportunità enorme di espansione. La Lituania ha una sua prima fase di espansione con Mìndaugas, ma subito dopo cade in decadenza. Alla fine del XIII secolo la pressione degli Ordini cavallereschi teutonici e di Livonia portano i vari signori lituani a unirsi sotto un’unica autorità. Mentre Mosca consolida il suo dominio sulle parti settentrionali e orientali del principato di Kiev, i Lituani cominciano a impossessarsi della parte occidentale e meridionale.

Nel corso del XIV secolo emergono tre grandi capi: il granduca Gedimino, suo figlio Algirdas e Jogaila, che col nome di Ladislao Jagellone inaugura la storica unione con la Polonia. Negli ultimi decenni del secolo precedente e nei primi del Trecento, i Lituani si limitano a compiere scorrerie, poi a raccogliere tributi, infine cominciano a costruire castelli. Il carattere bellicoso dei Lituani è nato da una lunga fase di attività predatorie e vere e proprie guerre d’aggressione, ma ora contribuisce anche un forte spirito di vendetta alimentato dalle popolazioni fuggite dalla Prussia.

Gedimino, vero fondatore della potenza lituana, accoglie infatti i numerosi rifugiati provenienti dalla Prussica, perché scacciati dai Cavalieri teutonici. Si stabilisce, quindi, nella nuova capitale Vilna. Gedimino intuisce l’importanza di un’alleanza coi Polacchi, in quanto anch’essi hanno come nemici i Cavalieri teutonici. Stringe quindi, un primo patto con Ladislao attraverso un matrimonio: sua figlia Aldina sposa il figlio di Ladislao, Casimiro. I Lituani conquistano, quindi, la Rutenia bianca (la Bielorussia) e nel 1349 si spartiscono con i Polacchi la Rutenia rossa (la Galizia). Kiev viene conquistata nel 1362, dopo di che Algirdas spezza il dominio mongolo nella battaglia dell’“acqua azzurra” sul Dnepr e nel 1375 conquista Polock. Assedia Mosca ben tre volte (1368, 1370, 1372) senza però riuscire a sconfiggerla. Ai successi sul fronte occidentale e meridionale fanno però da contrappeso i gravi problemi nella parte settentrionale, dovuti alle pressioni dei cavalieri teutonici. L’ordine, con la conquista dell’Estonia nel 1346, è al massimo del suo potere e preme con violenza verso i Lituani.

A fine secolo la Lituania si estende dal Mar Baltico al Mar Nero. L’enorme crescita del Granducato fa degli stessi Lituani una minoranza nei loro domini. Gli Slavi orientali, con la loro superiorità numerica e culturale, caratterizzano il Granducato, tanto che il russo bianco diventa la lingua ufficiale della cancelleria lituana e in questa lingua viene redatto il “codice Lituano”.

La conversione al cattolicesimo

Un’ulteriore grande svolta si ha nel 1386, quando la classe dirigente lituana si converte al cattolicesimo, mentre la gran parte della popolazione in Rutenia e in Ucraina è slavo-ortodossa. La conversione della Lituania avviene dopo decenni di tentennamenti fra la Chiesa latina e quella ortodossa. Algirdas, con la prospettiva di una sua conversione, segue una politica di equilibrio, lusingando sia Avignone che Costantinopoli. Negli anni Settanta sembra propendere per la Chiesa ortodossa, perché la sua scelta gli permetterebbe di soppiantare Mosca come punto di riferimento degli Slavi ortodossi.

Nel 1375 convince il patriarca di Costantinopoli a nominare un metropolita di “Kiev, Rus’ e Lituania” in opposizione al più antico metropolitano di “Kiev e tutta la Rus’” controllato da Mosca. Anche il figlio Jogaila sembra favorevole alla Chiesa ortodossa e nel 1382 si avvicina a Mosca, mentre il cugino rivale prende accordi con i Cavalieri teutonici, il che provoca una breve, ma intensa, guerra interna. Poco dopo il 1384, Giuliana di Tver, la madre cristiana di Jogaila, conclude un trattato provvisorio secondo il quale Jogaila viene promesso a una principessa moscovita e si prospetta la conversione della Lituania al cristianesimo ortodosso. Il progetto non si realizza, probabilmente a causa della distruzione di Mosca da parte dei Tartari, che rende poco allettante l’alleanza. Si ha invece una svolta improvvisa e inattesa con l’unione con la Polonia cattolica. Le pressioni dei Cavalieri teutonici rendono, infatti, sempre più indispensabile un ulteriore avvicinamento alla Polonia, riproponendo a fine secolo la prima alleanza tra Gedimino e Ladislao. Nel 1385 il trattato di Kreva stabilisce la conversione al cattolicesimo dei Lituani e l’unione alla Polonia. Jogaila il 15 febbraio 1386 viene battezzato a Cracovia e riceve il nome cristiano di Ladislao. Tre giorni dopo sposa Edvige, figlia di Luigi d’Ungheria, che ha 12 anni. Il 4 marzo viene incoronato re di Polonia. Nasce la duplice monarchia, che diviene lo stato più forte in questa parte del continente e potenza egemonica dell’Europa orientale. Dal XIV al XV secolo la base della potenza dei principi lituani è costituita dalla Russia Bianca e dall’Ucraina.

Ladislao procede, quindi, alla conversione dei Lituani, dando vita anche a una gerarchia ecclesiastica al cui vertice è posto il vescovo di Vilna. La cristianizzazione non è un’operazione facile. Molti Lituani, specialmente nelle zone interne del Paese, restano fieramente pagani, mentre i Russi restano saldamente legati alla Chiesa ortodossa.

Il viceregno di Vytautas

Non mancano poi motivi di tensioni interne, suscitate in questo caso da Sigismondo di Lussemburgo. Ladislao, andando in Polonia, ha lasciato a governare suo fratello Skirgáila, contro il quale Sigismondo suscita la ribellione di Vytautas, valoroso soldato discendente di re Gedimino, particolarmente amato dai Lituani.

La sua rivolta abbatte il governo del fratello di Ladislao, che è costretto a nominare Vytautas suo viceré. A quel punto, dopo aver represso la ribellione da lui stesso suscitata, Vytautas considera essere arrivato il momento di proclamarsi lui stesso sovrano della Lituania, ricercando un grande successo militare col quale lanciarsi alla conquista del potere. Pensa di cogliere l’occasione infliggendo una dura sconfitta ai Tartari e organizza un grande esercito di soldati lituani, russi e polacchi. La battaglia sulle sponde del Vorskla ha però un esito negativo e vi periscono molti principi lituani e russi, segnalando che l’espansione lituana ha raggiunto il suo limite massimo. Vytautas ridimensiona i suoi progetti politici e capisce che è ora di procedere in accordo con suo cugino Ladislao. Al congresso di Vilna del 1401 Vytautas viene nominato gran principe di Lituania a condizione che alla sua morte la Lituania torni al ramo degli Jagelloni di Cracovia discendenti da Ladislao. A loro volta i Polacchi si impegnano ad eleggere i successori di Ladislao tenendo nelle dovute considerazioni le volontà dei Lituani. È questo il primo degli accordi che tendono a fare della Polonia e della Lituania effettivamente degli stati unificati almeno nella politica internazionale e che avrà come più importante frutto la lotta contro il comune nemico dei cavalieri teutonici, che infatti, agli inizi del XV secolo, subiranno una durissima sconfitta dall’esercito lituano-polacco a Tannenberg.

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