Ventimila euro consegnati al presunto assassino dell’ingegnere Salvatore Coppola, di cui solo una parte è giunta effettivamente al sospettato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio. Come riportato dal quotidiano Il Mattino, ieri è arrestato il presunto mandante e sono delineati i possibili motivi dietro l’agguato del 12 marzo scorso a San Giovanni a Teduccio. La Mobile ha fermato il 73enne Gennaro Petrucci con l’accusa di aver offerto 20.000 euro a Mario De Simone, il 64enne arrestato l’8 aprile come presunto esecutore materiale del delitto avvenuto nel garage di un supermercato in corso Protopisani.

Secondo le indagini, Petrucci avrebbe denunciato Coppola per averlo ritenuto responsabile di essersi aggiudicato, in un’asta immobiliare, la villa con piscina in cui Petrucci e sua moglie risiedono. L’inchiesta è  condotta dai pubblici ministeri della Procura di Napoli Sergio Raimondi, Maria Sepe e Rosa Volpe. Domani è prevista la convalida del fermo a carico di Petrucci come presunto mandante del delitto.

Questa vicenda mette in luce un intricato intreccio di interessi e risentimenti personali che hanno portato a un tragico epilogo. La determinazione delle responsabilità e la ricerca della verità sono fondamentali per garantire giustizia e tranquillità alla comunità colpita da questo terribile evento.