Michael Ovitz, Storia di un Collezionista e del suo 3970 - Gioielleria Bonanno

Michael Ovitz, Storia di un Collezionista e del suo 3970

Michael Ovitz con Paul Newman
Michael Ovitz con Paul Newman

«Ho sempre sentito di essere in missione. Ho sempre creduto di poter fare qualsiasi cosa. Tutta la mia vita è stata incentrata sul rischio e sulla ricompensa. Tutte le decisioni che ho preso si basano su due fattori: l’analisi intellettuale e il mio istinto. Quando si incontrano è allora che vedo l’obiettivo.» Michael Ovitz

 

Classe ’46, uomo d’affari, investitore e filantropo americano, nato a Chicago ma cresciuto a Los Angeles, Michael Steven Ovitz sin da giovane inseguì un solo sogno: diventare un produttore di successo a Hollywood. Fin da piccolo, era affascinato dalla magia del cinema e dell’intrattenimento. Il suo viaggio iniziò quando aveva appena 20 anni, quando decise di trasferirsi a New York per studiare presso la Syracuse University.

Durante quegli anni di formazione, Ovitz si rendeva conto che il mondo del cinema era un’arena competitiva. Nonostante ciò, aveva una ferma convinzione: “Il successo è una questione di determinazione e lavoro duro. Se vuoi davvero qualcosa, devi lottare per ottenerla.”

Mentre era studente di medicina alla UCLA, Ovitz ha lavorato part-time agli Universal Studios. Dopo la laurea nel 1968, trovò lavoro nell’ufficio postale presso l’agenzia William Morris. Nel giro di un anno fu promosso agente. Sei anni dopo, lui e altri quattro giovani colleghi lasciarono l’azienda per fondare la CAA con solo un prestito bancario di 21.000 dollari. Ovitz racconta: “Naturalmente avevo paura. All’epoca avevo appena 27 anni. Per quasi due anni non abbiamo preso stipendio. Le nostre mogli facevano a turno come segretarie. Nei primi anni non riuscivo a ottenere un buon stipendio. tavolo in un ristorante. Mi sentivo come una comparsa sul set.”

 

Michael Ovitz indossa un Rolex Datyona con quadrante bianco
Michael Ovitz indossa un Rolex Datyona con quadrante bianco

La storia racconta come ben presto divenne noto per la sua abilità nel negoziare contratti favorevoli per i suoi clienti. Una delle sue citazioni più famose era: “Negozio ogni contratto come se fosse l’ultimo che firmerai. Questa è la chiave per ottenere il massimo.”

Il suo talento non passò inosservato, e ben presto si guadagnò la reputazione di un uomo che sapeva come fare affari. La sua determinazione era evidente, e Ovitz era noto per affermare: “Non c’è spazio per l’incertezza in questo settore. Se non credi in te stesso, chi lo farà?”

La sua carriera prese una svolta decisiva quando decise di fondare la Creative Artists Agency (CAA) insieme a Ron Meyer. La CAA sarebbe diventata una delle agenzie di rappresentanza più influenti di Hollywood, e Ovitz era deciso a farla crescere. Non aveva paura di sfidare lo status quo, dichiarando: “Il cambiamento è l’unica costante in questo settore. Devi essere pronto a evolvere e adattarti.”

I giorni in cui bisognava arrangiarsi sono ormai lontani: presto la CAA si trasferirà in un edificio di 65.000 piedi quadrati a Beverly Hills progettato dall’architetto IM Pei. Ovitz, che viveva nella zona di Brentwood con sua moglie Judy e i loro tre figli, frequentava spesso le partite dei Los Angeles Lakers, dove poteva tenere d’occhio uno dei suoi clienti: Magic Johnson. Ogni mattina all’alba praticava l’aikido, una forma giapponese di autodifesa che volge contro di sé l’impeto dell’attaccante: “Siamo dipinti come aggressivi, il che fino a un certo punto è anche vero, ma tutto è equilibrato”.

Jack Nickolson con Michael Ovitz
Jack Nickolson con Michael Ovitz

 

Con la CAA, Ovitz rappresentava alcuni dei talenti più importanti di Hollywood e aveva un’influenza considerevole sulla produzione di film e televisione. Era determinato a plasmare il futuro dell’industria dell’intrattenimento, sostenendo: “Se non stai guidando il cambiamento, stai solo seguendo le orme degli altri.” La sua carriera non fu priva di sfide e critiche, ma Ovitz (oggi settantaseienne) mantenne la sua ferma determinazione. Alla fine, il suo successo come produttore e agente di talenti gli consentì di realizzare il suo sogno di giovane: diventare una figura chiave a Hollywood. La sua storia è un esempio di come la determinazione e il duro lavoro possano portare al successo nell’industria dell’intrattenimento.

 

Michael Ovitz con 
Bill Murray
Michael Ovitz con Bill Murray

 

Ovitz si dimise da CAA nel 1995 per diventare presidente della The Walt Disney Company sotto la guida di Michael Eisner. Tuttavia, la sua permanenza a Disney fu breve e controversa. Il suo mandato durò solo pochi mesi e si concluse con la sua uscita nel gennaio 1997, con un pacchetto di buonuscita (precedentemente concordato) del valore di 38 milioni di dollari in contanti e circa 100 milioni di dollari in azioni. Il suo periodo a Disney fu caratterizzato da tensioni e conflitti con altri dirigenti dell’azienda, e Ovitz non riuscì a raggiungere gli obiettivi previsti. La sua gestione fu oggetto di polemiche e critiche, e alla fine il suo mandato alla Disney è visto come un capitolo controverso nella sua carriera.

Da notare come Ovitz, nella sua vita privata, agisca sostanzialmente come un investitore privato: attivo nella filantropia, ha donato 25 milioni di dollari nel 1999 per guidare gli sforzi di raccolta fondi per il Medical Center dell’UCLA e ha contribuito in modo significativo a numerose altre attività filantropiche. Inoltre è considerato tra i 200 migliori collezionisti d’arte del mondo: possiede opere di Pablo Picasso, Jasper Johns, Willem de Kooning, Barnett Newman, Mark Rothko e molti altri.

 

Patek Philippe ref. 3970 in platino, personalizzato con il logo MSO (Michael Steven Ovitz). Collezione BONANNO
Patek Philippe ref. 3970 in platino, personalizzato con il logo MSO (Michael Steven Ovitz). Collezione BONANNO

 

Un’altra grande passione di Ovitz sono gli orologi, tanto da essere stato incluso nella top ten dei più importanti collezionisti al mondo. Amico di Philippe Stern, la leggenda narra che una volta lo abbia salvato da un malore probabilmente fatale, portandolo in ospedale con il suo elicottero personale. Quello che è certo, è il fortissimo legame tra i due, che possiamo riconoscere grazie ad una concessione esclusiva che l’americano ebbe da parte dello stesso Stern: in pratica – alcuni dicono in segno di gratitudine per l’aiuto ricevuto – Stern fece realizzare da Patek Philippe diverse decine di orologi “pezzi unici” personalizzati su richiesta dello stesso Ovitz e contraddistinti dalla presenza in basso sul quadrante del piccolo logo con le iniziali M-S-O (Michael Steven Ovitz). Un segno distintivo che i collezionisti di tutto il mondo hanno prima invidiato, perché dato a lui in esclusiva, poi “assaltato” quando la collezione del miliardario americano è stata messa in vendita: tutti pezzi unici, molti dei quali tenuti in maniera così maniacale da non essere neanche stati mai indossati al polso

 

Un particolare del logo MSO (Michael Steven Ovitz). Da ricordare che gli orologi personalizzati per Ovitz sono tutti dei pezzi unici. Collezione BONANNO
Un particolare del logo MSO (Michael Steven Ovitz). Da ricordare che gli orologi personalizzati per Ovitz sono tutti dei pezzi unici. Collezione BONANNO

 

Uno di questi è il Patek Philippe la ref. 3970 in platino visibile nelle foto. Si tratta di un pezzo unico, caratterizzato dal logo MSO stampato in bianco a ore sei, interrompendo la scala tachimetrica a binario. Un vero colpo d’autore, una personalizzazione che assume un valore particolarmente rilevante perché realizzata a Ginevra dalla Casa madre, come dimostra anche l’omogeneità dello stampo del logo stesso rispetto a tutte le altre scritte presenti sul quadrante. 

 

“La caccia all’orologio perfetto è una sfida, ma è una sfida che rende la vita più affascinante” disse una volta Ovitz, che ribadì “Gli orologi sono testimoni silenziosi delle nostre vite, ognuno racconta una storia unica”. La sua carriera come collezionista non fu priva di sfide, in quanto la ricerca di orologi rari richiedeva dedizione e conoscenza approfondita. Ma Ovitz mantenne la sua ferma determinazione e continuò a cercare i pezzi più pregiati. “La mia passione per gli orologi mi spinge a superare ogni ostacolo” affermava. Alla fine, il suo successo come collezionista di orologi gli permise di realizzare il suo sogno giovanile di diventare uno dei collezionisti più rinomati al mondo, ma visto il personaggio non ci saremmo potuti aspettare nulla di diverso.

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