8 settembre 1907, Rue de Fleurs, Parigi: inizia qui e ora la storia d’amore tra Gertrude Stein e Alice B. Toklas, una relazione che dura trentanove anni e che accresce il mistero e lo scandalo intorno alla figura di queste due “expat” americane. Stein era arrivata a Parigi nel 1902 insieme al fratello Leo, lasciando dietro di sé la famiglia (a Oakland) e gli studi di medicina (a Harvard). Stabilitasi nel celebre appartamento, vi apre una galleria d’arte orientata ai giovani artisti emergenti. Fu lei a scoprire i cubisti e ad acquistarne per prima le opere, scrivendo anche testi che diventeranno pietre miliari della critica d’arte (uno per tutti, Picasso, pubblicato in Italia da Adelphi).

Rue de Fleurs diviene, nel giro di pochi anni, un luogo di incontro esclusivo per artisti, scrittori, poeti e intellettuali parigini e stranieri, in un’epoca in cui tutti coloro che vogliono partecipare al mondo dell’arte vedono Parigi come una tappa obbligata: se Parigi è sinonimo d’arte, casa Stein è sinonimo di avanguardia. Oltre a scrivere, in verità senza grande successo, Stein è una appassionata lettrice a cui si rivolgono molti scrittori per avere consigli (oggi sarebbe una editor di successo): Hemingway, Fitzgerald, Djuna Barnes, Sherwood Anderson sono alla sua corte insieme a Picasso, Braque, Derrain, Matisse, Man Ray, Cocteau e molti altri protagonisti di quegli anni.

gertrude stein and alice toklaspinterest
Culture Club//Getty Images

Mentre dunque Gertrude Stein assurge a punto di riferimento della vita culturale parigina, e quindi Europea, Alice B. Toklas è ancora nella natia San Francisco, relegata ad assistere il padre vedovo e ad occuparsi dei fratelli. Galeotto è il grande terremoto di San Francisco del 1906, che causa devastanti incendi in città e costringe la famiglia Stein a rientrare negli Stati Uniti per occuparsi delle proprietà di famiglia (è grazie a queste proprietà che possono vivere in Europa). È in questa occasione che Alice conosce, tramite un’amica, la madre di Gertrude e riceve un invito a visitare Parigi quando saranno tutti di ritorno. Dopo qualche mese di tentennamento, Alice decide di intraprendere quella che inizialmente dovrebbe essere una breve visita in Europa, e che invece diviene un vero e proprio trasloco definitivo a Parigi. Arrivata in Rue de Fleur, si trova per la prima volta faccia a faccia con Gertrude Stein: è un colpo di fulmine, fortunatamente reciproco, che salda insieme queste due donne così particolari. Stein ha un fisico possente, mascolino, i capelli tenuti cortissimi e un abbigliamento austero: la riverenza degli artisti e scrittori che le fanno da corte non fanno che aumentare la sua forza di personalità. Toklas, all’opposto, è minuta ed eccentricamente femminile, con i vestitini fiorati e i cappellini alla moda, che contrastano non poco con un vistoso paio di baffi che si rifiuta di nascondere. Nel giro di poco, Alice si trasferisce con gli Stein in Rue de Fleurs e si assume il ruolo di “segretaria particolare” di Gertrude, trascrivendo in bella ciò che quest’ultima scrive di getto nelle ore notturne, tenendo in ordine i documenti, costruendo pian piano un archivio di testimonianze che saranno poi preziose per i posteri. Avendo orari poco compatibili (Stein era un animale notturno) si lasciavano bigliettini firmati DD e YD, Darling Darling e Your Darling. Il motivo per cui Gertrude scriveva di notte è che di giorno non c’era tregua, i visitatori erano un flusso continuo, tanto che a un certo punto decidono di limitare le visite al solo sabato sera, in un appuntamento fisso su invito.

La relazione tra Stein e Toklas è alla luce del sole fin dall’inizio, ma non per questo viene digerita da tutti. Leo Stein, il fratello di Gertrude, patisce talmente tanto la presenza costante di Alice, e l’influenza secondo lui negativa della donna sulla sorella, da lasciare l’appartamento e trasferirsi altrove. Ma le due non sembrano preoccuparsene: dopo la prima vacanza insieme sulle colline toscane si considerarono sposate. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, riparano a Maiorca per qualche mese, ma poi tornano a Parigi per offrire aiuto come volontarie dell’American Fund for French Wounded. Si procurano una vecchia Ford chiamata Auntie, zietta, in ricordo della zia Pauline di Gertrude che “si è sempre comportata in modo ammirevole nelle emergenze”, e intervengono dove richiesto nonostante nessuna delle due abbia la patente.

Finita la guerra, tornano alla vita di prima: d’estate in viaggio per l’Europa, soprattutto tra Italia e Spagna, e il resto dell’anno dedicato all’arte, quella altrui e la propria. Poiché non si trova un editore disposto a pubblicare il lavoro di Gertrude, considerato troppo sperimentale, Alice decide di vendere un Picasso per fondare la piccola casa editrice Plain Edition Press e pubblicare a proprie spese le opere della compagna.

Nel 1933 arriva la svolta con l’Autobiografia di Alice B. Toklas che, nonostante il titolo, è scritta da Stein. L’anno successivo si recano insieme negli Stati Uniti, per la prima e unica volta, per un tour promozionale del libro che racconta la vita sfavillante della Parigi degli Anni Venti. Alice è sempre al suo fianco: nonostante sia stata considerata una figura opaca e ininfluente, in realtà organizza la vita di Gertrude e prende le decisioni per la coppia. Il loro rapporto diviene talmente fusionale che iniziano a firmarsi Gertrice e Altrude, confondendo i loro nomi.

“Nel periodo più buio mangiavano Cézanne”


La Seconda Guerra Mondiale sconvolge un’altra volta le loro vite. Entrambe di origini ebraiche, lasciano Parigi per ritirarsi nella casa di campagna che solitamente affittavano per villeggiatura, protette dall’omertà degli abitanti del villaggio a cui non premeva affatto denunciare gli ebrei alle autorità. Tornano utili, in questi anni, i capolavori che hanno collezionato e che ora possono vendere, di nascosto in Svizzera, per mantenersi: “Nel periodo più buio mangiavano Cézanne”, dirà Toklas. È di aiuto anche l’amicizia di Gertrude con l’ufficiale Bernard Faÿ del governo di Vichy, che scongiura il saccheggio dei quadri nella casa parigina.

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Culture Club//Getty Images

Solo nel 1944 riescono a tornare a Parigi, ma la loro vita insieme sta per finire: Gertrude muore nel 1946 per un cancro allo stomaco, lasciando Alice sola. Negli anni seguenti sopravvive grazie agli aiuti degli amici dopo che la famiglia di Gertrude, non riconoscendo né il loro legame né il testamento che le lasciava tutti i quadri, le sottraggono ogni cosa. Toklas decide di scrivere un libro di ricette che in realtà è un libro di memorie, uscito in italiano con il titolo I biscotti di Baudelaire. E poi l’autobiografia What Is Remembered, stavolta scritta davvero da lei. Ambedue si fermano al momento della morte di Gertrude, come se dopo nulla avesse più avuto senso. Alice Toklas muore nel 1967 chiedendo di essere sepolta insieme a Gertrude nel cimitero di Père Lachaise. Il suo nome è inciso sul retro della stessa lapide.