Harry e Meghan: bugie e verità del documentario Netflix. Una guida per valutarlo - la Repubblica

Harry e Meghan: bugie e verità della loro docuserie. Dalle 'colpe' di Kate alle accuse di razzismo

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Una guida in 10 punti per capire cosa ci sia di vero nella storia che la coppia di ex royals ha servito al mondo e cosa aspettarsi dalle prossime puntate, lanciate da nuovi trailer e attese per il 15 dicembre
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A pochi giorni dalla messa in onda delle prime tre puntate (su sei) del controverso documentario che il principe Harry e Meghan Markle hanno girato per Netflix, gossip e commenti occupano le prime pagine dei tabloid britannici, ripresi a cascata dalle testate internazionali. Le implicazioni del contenuto sono molte, per la famiglia reale e per il Regno Unito in generale, e sebbene il gigante dello streaming avverta il pubblico in merito alla "mancata volontà di commento da parte dei reali", il Palazzo ha affidato a un portavoce intervistato da The Times il compito di smentire le parole di Meghan, in particolare. Partiamo da qui per un'analisi delle prime puntate finalizzata a capire cosa ci sia di vero nella storia che la coppia di ex royals ha servito al mondo. Un'agile guida in 10 punti per sviscerare bugie e verità del docureality "Harry & Meghan".

1) Il nemico numero 1 di Harry e Meghan non è la famiglia reale (sorpresa!)

«Decine di persone che non conosciamo hanno scritto della nostra storia. Con questo documentario vogliamo far capire al pubblico chi siamo davvero». Questo è l'intento romantico dichiarato da Harry e Meghan nella prima delle tre puntate della docuserie rilasciate da Netflix, quella in cui la coppia svela i dettagli più intimi della propria love story, dallo scambio di messaggi whatsapp agli scatti privati fatti con i propri telefonini, dando vita a una narrazione che mette al centro l'amore - con tanto di bellissime colonne sonore - e la famiglia che si sono costruiti, con Archie (3 anni) e Lilibet Diana (18 mesi) protagonisti di teneri filmati. I temi chiave della serie finora fanno eco a quanto dichiarato in precedenza dalla coppia, che si dice vittima sia di un'istituzione che non ha fornito aiuto nel momento del bisogno, sia di una stampa "prevenuta e aggressiva" nei confronti di Meghan: «Era il 2017 e mi dicevano che una volta sposata sarebbe passato tutto. Invece no. Ho sempre saputo che non importava quanto fossi 'brava': loro volevano distruggermi».
Il ruolo di cattivo è stato assegnato quindi alla Royal Rota, ovvero a quel gruppo di testate nazionali che in passato hanno stretto un accordo con la famiglia reale per assicurarsi l'anteprima di ogni notizia, ritratti ufficiali inclusi, e in cambio concedere spazio e tempo in fatto di privacy ai membri seniors. Un accordo che secondo Harry non ha mai funzionato, e che è del tutto saltato quando i tabloid hanno iniziato a tormentare Meghan. «Un amico ci ha suggerito di registrare un video diario ogni giorno, per contrastare tutto quello che veniva detto su di noi», dice la coppia, mentre si vede Meghan registrare i suoi messaggi già prima del loro addio ai doveri reali. Se l'attacco alla stampa è diretto, quello riservato alla famiglia reale è più sottile, fatto di commenti e affondi apparentemente marginali rispetto alla narrazione, ma più "esplosivi" quanto a conseguenze.

2) Le tre bugie raccontate da Meghan

La scena dell'inchino - esagerato, teatrale - di Meghan alla regina è esemplificativa, poiché a detta dei detrattori della coppia dimostra quanto l'intero racconto sia costruito per fare fiction. Una soap opera: così The Times ha definito la produzione. In linea con il riserbo imposto ai reali, da Buckingham Palace non c'è stata alcuna dichiarazione ufficiale, ma un portavoce ha affidato al prestigioso quotidiano alcuni commenti che smentiscono, in particolare, le parole di Meghan.
Il primo ha a che fare con la sua mancata preparazione al ruolo; in video, la duchessa lamenta infatti di non aver ricevuto alcuna indicazione su cosa mettersi, o come comportarsi, e che nessuno le abbia offerto aiuto per prepararsi a rivestire il ruolo di membro senior della famiglia reale. Dall'inno nazionale imparato su un testo trovato su Google al sopracitato inchino, Meghan racconta di essere stata costretta a capire da sola l'ABC dell'etichetta di corte imparando dai suoi stessi errori, a partire da quello commesso quando si è presentata con i jeans strappati al suo primo incontro con il principe William e Kate Middleton. Di contro, nell'edizione domenicale del Times si legge che "sei mesi prima che la coppia si sposasse (19 maggio 2018), l'allora segretario privato di Harry, Ed Lane Fox, presentò a Meghan un dossier di 30 punti ricco di informazioni e contatti utili per la vita che stava per intraprendere”. “Il dossier riguardava la moda, la famiglia reale e la costituzione, le dame di compagnia, i capi dipartimento dell'istituzione, le arti del Regno Unito, la Charity Commission e la vita pubblica. Ogni sezione suggeriva un esperto che potesse aiutare Meghan". Tuttavia, sebra che lei abbia avuto "solo due incontri con gli esperti suggeriti. Uno con Sir Christopher Geigt, l'ex segretario privato della regina Elisabetta II, e l'altro con una "persona molto ben collegata e fidata nel mondo della moda". La seconda smentita del Palazzo riguarda il fatto che la famiglia reale abbia chiesto a Meghan Markle di escludere sua nipote (vedi punto numero 4) dalla lista agli invitati al royal wedding. "Non abbiamo mai dato alcun consiglio o raccomandazione in merito a familiari e amici da invitare o meno ", dice al Times il portavoce dei reali. “Ho un ricordo molto chiaro di Meghan che diceva di avere una nipote che in altre circostanze avrebbe voluto invitare, ma aveva deciso di non farlo per non metterla sotto i riflettori. Non ci ha mai chiesto consiglio a riguardo, non ci siamo mai occupati di gestire quel tipo di rapporti personali". In terzo luogo, la stessa fonte smentisce che l'intervista che Meghan e Harry hanno dato alla BBC dopo l'annuncio del fidanzamento sia stata orchestrata da terzi: “Hanno detto ciò che volevano. [Meghan] controllava ogni minuscolo dettaglio su come il suo fidanzamento doveva essere reso pubblico".

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3) La questione del razzismo, dentro e fuori la famiglia reale

Harry e Meghan volevano dire la loro su una vicenda personale, ma il documentario va oltre, aspirando a un revisionismo storico nel suo accusare non solo la famiglia reale, ma l'intero Regno Unito di un razzismo endemico che avrebbe raggiunto picchi importanti durante il dibattito sulla Brexit. Il momento ha coinciso con l'ingresso di Meghan nella famiglia reale, a fine 2017, ed è convinzione dei duchi di Sussex che la narrativa tossica dei tabloid e di altre istituzioni britanniche abbia causato un clima di odio verso di lei - che afferma «Non sono mai stata davvero trattata come una donna di colore fino a quando non sono arrivata in Gran Bretagna». Quando si è arrivato a minacce di morte contro di lei, sui social ma anche per corrispondenza, con buste all'antrace, la coppia ha ritenuto di dover fare qualcosa per proteggersi.
Secondo Harry, il razzismo è anche parte della famiglia reale, che nutre "pregiudizi inconsci" nei confronti di persone come sua moglie: «In questa famiglia sei spesso il problema invece che la soluzione. Non è colpa di nessuno. Però quando te ne accorgi devi lavorarci sopra».
Secondo Harry la famiglia reale non ha compreso la sua richiesta di proteggere Meghan quando l’ex attrice è diventata il bersaglio preferito dei paparazzi; l’intrusione e le critiche della stampa erano state tollerate da tutte le altre donne della famiglia reale, perché con Meghan avrebbero dovuto agire diversamente? «Ho spiegato loro che la questione razziale rendeva diversa la cosa», spiega Harry nel documentario. «Ma quando l’ho presentata in famiglia il loro atteggiamento era che la cosa non sarebbe durata perché era un’attrice americana». "Non sono stata abbandonata, ma deliberatamente messa in pericolo" dice Meghan: l'accusa è una bomba nucleare sganciata su Buckingham Palace.

6) Le accuse al Commonwealth che oltraggiano la memoria di Elisabetta II

Connessa al tema del razzismo, è l'accusa al sistema che Elisabetta II ha strenuamente difeso e sostenuto, raccogliendo l'eredità di suo padre: il Commonwealth, bollato come "l'Impero britannico 2.0" nel terzo episodio della serie, durante un intervento della scrittrice e conduttrice Afua Hirsh. «La Gran Bretagna ha calcolato che doveva concedere l'indipendenza a questi Paesi in modo da proteggere i propri interessi commerciali e capitalisti. Così ha creato un club privilegiato chiamato Commonwealth», afferma, declassando un'organizzazione nata su base volontaria a un corpo coloniale utilizzato dalla Gran Bretagna per estrarre denaro e risorse dal resto del mondo. Una visione che di certo avrebbe lasciato la regina Elisabetta II inorridita.
Altre polemiche sono nate per via dell'avviso al pubblico trasmesso da Netflix all'inizio delle puntate: "I membri della famiglia reale hanno rifiutato di commentare il contenuto della serie", si legge, ma gli staff del re Carlo e del principe William affermano che ai reali non è stata data la possibilità di rispondere. Secondo quanto riferito, Kensington Palace e Buckingham Palace avrebbero ricevuto un'e-mail da una terza parte, e che quando hanno tentato di verificare la fonte, Netflix e Archewell non avrebbero risposto.

4) La verità sul rapporto tra Meghan e la sua famiglia d'origine

Meghan ci teneva, a mettere le cose in chiaro in merito al suo rapporto con il padre, dopo tante illazioni da parte dei giornali. Contrariamente a quanto si legge nella biografia dei duchi di Omid Scobie e Carolyn Durand, Finding Freedom, del 2020, Meghan sostiene di aver subito uno choc quando ha saputo che il padre aveva venduto la sua storia ai giornali, e che sia stato lui a decidere di non andare al matrimonio: «Possibile che io abbia dovuto sapere che lui non sarebbe venuto... da un tabloid?», si chiede. Il carico da undici lo mette sua madre, Doria Ragland, che dell'ex marito dice: «Un genitore non si comporta così». Meghan suggerisce che qualcuno abbia preso in mano il telefono del padre per rispondere ai messaggi che si scambiavano prima del fatidico 19 maggio 2018, giorno in cui la sposa è stata accompagnata all'altare dal suocero, l'allora principe Carlo, ma in merito all'idea che il suo telefono fosse "compromesso", Thomas Markle ha risposto proprio in queste ore: «Sono stato io a mandare quei messaggi mentre ero in ospedale a riprendermi dopo due attacchi di cuore», ha detto al Mail on Sunday: "Ho scritto ogni parola e il telefono è ancora in mio possesso».
Poi, c'è la questione Samantha, la sorellastra che Meghan sostiene di aver visto poche volte in vita sua; sembra che per colpa del suo comportamento irrazionale Meghan abbia scelto di tenure nascosto un altro membro della famiglia, la nipote Ashleigh Hale, figlia di Samantha ma cresciuta dai nonni che l'hanno adottata e allevata al posto della madre biologica. La comparsa sulla scena di Ashleigh è forse la più grande novità di Harry & Meghan, perché la sua versione mette in discussione la narrazione dei media britannici secondo cui la duchessa avrebbe messo da parte la sua famiglia allargata per insensibilità. Hale, avvocatessa specializzata in immigrazione, non sarebbe stata invitata al matrimonio su suggerimento dello staff di Kensington Palace (cosa che il Palazzo ha negato), ma in effetti Meghan l'ha lasciata nell'ombra anche successivamente, non è mai stata vista in sua compagnia.

5) Le amiche di Meghan che amiche non lo sono più

La presenza sulla scena di Ashleigh non compensa un'assenza di peso: quella della migliore amica di Meghan, Jessica Mulroney. Le due erano molto unite fin dai tempi in cui Meg viveva a Toronto e girava la serie Suits e la stilista aveva avuto un ruolo chiave anche durante il royal wedding, quando assieme a Kate Middleton aveva tenuto a bada damigelle e pagetti (inclusi i suoi figli). A un certo punto, tuttavia, è scomparsa dalla scena; le solite ben informate fonti sostengono che le due amiche abbiano rotto. Ipotesi confermata dal fatto che la stilista non solo non appaia nella docuserie, tra le testimonianze offerte dagli amici della coppia, ma ha anche evitato qualsiasi commento nonostante Netflix abbia trasmesso lo spezzone di una telefonata molto intima tra lei e Meghan, del 2017: qualche istante prima che il principe Harry le facesse la domanda di matrimonio, nel Walled Garden di Kensington Palace, l'ex star di Suits aveva infatti chiamato in video la Mulroney per dirle: "Oh mio Dio Jess, sta succedendo. Mi ha detto di non sbirciare».

6) L'affondo di Meghan contro Kate

Kate è l'elefante nella stanza. Il suo ruolo nella vicenda è un fatto che, per quanto ovvio, viene ignorato o minimizzato nelle prime tre (delle sei) ore del documentario, in cui Harry e Meghan affrontano tanti temi senza arrivare alla questione più calda: il rapporto tra i fratelli Windsor e tra le loro mogli. Eppure, le frecciate contro la coppia formata da William e Kate sono disseminati ovunque, fin dall'inizio quando Harry riflette su quanto la donna di cui si era innamorato - un'attrice americana birazziale e divorziata - fosse diversa dal prototipo di moglie reale: «Per così tante persone in famiglia, specialmente per gli uomini, c'è la tentazione o l'impulso a sposare qualcuno che si adatti allo stampo, piuttosto che qualcuno con cui forse sei destinato a stare»; un affondo diretto al fratello e alla sua impeccabile "rosa inglese" Kate, così perfettamente in linea con l'immagine che la monarchia vuol dare di sé. In altra parte della serie, è Meghan a descrivere la coppia dei principi di Galles come tremendamente formale, anche in privato, mentre racconta il primo incontro a quattro: «Ero stridente, in jeans strappati e scarpe basse. Notai subito un formalismo non solo nel comportamento, ma anche interiore, da parte di entrambi». Non da ultimo, il trailer Netflix è stato trasmesso proprio nei giorni in cui William e Kate erano impegnati nel loro primo viaggio negli Stati Uniti dal 2014, cosa che li avrebbe lasciati "sconcertati". Non dimentichiamo che l'annuncio bomba di Harry e Meghan - "ce ne andiamo" - fu consegnao al mondo un giorno prima del compleanno di Kate, ovvero l'8 gennaio 2020.

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7) Arsenico per Carlo e Camilla

«In Africa tornavo sempre, lì ho trovato una famiglia», dice Harry, mentre scorrono sullo schermo bellissime immagini di lui tra rinoceronti ed elefanti. Ma nelle parole si cela un attacco al padre Carlo, ritenuto assente durante gli anni in cui gli amici in Lesotho lo «hanno fatto crescere». L'Africa, dove Harry porta la sua Meghan già poco dopo averla conosciuta, è il luogo di ristoro per l'anima di un ragazzo che non ha mai superato il trauma di dover reprimere il dolore per la morte della madre. Anche Camilla viene chiamata in causa, in modo non lusinghiero, per via della sua sostanziale indifferenza rispetto a temi importanti per l'opinione pubblica; mentre si elogia lo spirito combattente di Meghan, sempre pronta a prendere la parola in difesa delle cause in cui crede, si fa infatti riferimento a una «Camilla che si occupa di donne maltrattate, eppure non ha mai citato il Me Too». «La ragione è che i reali non devono occuparsi di temi controversi».

8) L'eredità di Diana, contesa tra i figli

«Non ho molti ricordi di mia madre. È come se avessi bloccato dentro di me le immagini che ho di lei. Ma ho impressa la sua risata sfrontata e io avrò sempre quella sfrontatezza», dice Harry parlando di lady Diana. La sua immagine aleggia in tutta la serie come una presenza ingombrante ed estremamente influente, ma soprattutto il principe si appropria del suo ricordo e si candida - assieme a Meghan - a portare avanti la sua eredità. «Sta tutto nella differenza tra prendere le decisioni con la testa e con il cuore. Mia madre le ha sempre prese tutte con il cuore. E io sono figlio di mia madre».
Harry rimprovera alla Corona di aver lasciato sua madre sola, dopo la separazione dal principe Carlo del 1992: «Dal momento in cui ha lasciato l'istituzione è rimasta da sola. Era una delle persone più influenti del pianeta ma era anche la più esposta». Poi, sullo schermo appare un filmato della principessa Kate, accanto a titoli di giornale che recitano: "Principessa in crisi", mentre Harry commenta: «Il dolore e la sofferenza delle donne che si sposano in questa istituzione, questa frenesia distruttiva. Ero terrorizzato, non volevo vedere la storia ripetersi»; Harry temeva che la moglie avrebbe fatto la fine di Diana, ma implicitamente suggerisce che anche Kate abbia subito la stessa sorte di Diana, forse in merito ai disturbi alimentari. Infine, nel rievocare il fantasma della madre, Harry sceglie di rimandare in onda anche uno spezzone dell'ormai famigerata intervista alla BBC che fu estorta con l'inganno alla principessa, nonostante il fratello William abbia chiesto che non sia mai più trasmessa.

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9) La questione della privacy e le foto di Archie e Lilibet Diana

L'8 dicembre, giorno in cui la docuserie Harry & Meghan è stata resa disponibile in streaming, i social sono stati invasi nel giro di poche ore da scatti fino ad allora inediti di Archie e Lilibet Diana, i figli di cui i duchi hanno gelosamente custodito la privacy dalla nascita a oggi; "ma non volevano tutelarli?" si chiedono in molti, non solo tra i detrattori. La linea di Harry e Meghan in merito alle immagini dei figli è chiara: solo loro, in quanto genitori, possono decidere quali e quante immagini divulgare, mediante chi e su quale mezzo. «Credo che dare il permesso sia fondamentale», dice il principe nella docuserie, ricordando di come da bambino fosse difficile convivere con la presenza costante dei paparazzi che non lasciavano mai in pace la madre, ma anche lui e il fratello William, nonostante gli accordi.
Evidentemente, dopo aver concesso all'amico fotografo Misan Harriman (anche lui tra gli amici chiamati a partecipare alla serie) di postare su IG il ritratto della famiglia al completo, Harry e Meghan hanno ritenuto di voler affidare a Netflix il compito di divulgare le immagini dei loro bambini. Che in un nuovissimo trailer appaiono di spalle in una foto in bianco e nero scattata durante il Giubileo di Platino di Elisabetta II, quando per la prima volta la piccola è stata portata nel Regno Unito, in visita alla regina. Le conseguenze della trasmissione sul legame tra Harry e la sua famiglia pendono sul destino dei bambini, che in teoria sono principe e principessa, ma potrebbero essere privati da questi titoli qualora si decida di togliere a Harry e Meghan quelli di duca e duchessa, confinandoli per sempre oltre Oceano, come suggeriscono in questi giorni i conservatori nel Regno Unito.

10) La reazione dei reali e come andrà a finire

L'arrivo sulla piattaforma in streaming dei primi tre episodi della docuserie dei duchi di Sussex è coincisa con un impegno pubblico del re Carlo III, che a un giornalista curioso di sapere se il monarca avesse visto la serie ha risposto ignorando totalmente la domanda, come se nemmeno sapesse di cosa stesse parlando. Il principe William è meno incline a tacere - a suggerirgli contegno, di solito, è Kate - ma è chiaro che la famiglia reale aspetta di sapere cosa contengano ancora le ultime tre puntate, attese per il 15 dicembre. Netflix ha rilasciato un assaggio in cui si vede la coppia volteggiare in pista durante la festa di nozze, ma se il trailer della docuserie non mente, ci sono questioni molto spinose ancora da affrontare: "C'è una gerarchia della famiglia", si sente dire Harry. “Sai, ci sono perdite, ma c'è anche un impianto di storie da tenere in piedi. È un gioco sporco".