Pocahontas, una principessa indiana

Pocahontas, una principessa indiana

Figlia del capo degli indiani powhatan, Pocahontas ebbe un ruolo di primo piano nelle relazioni del suo popolo con gli europei che nel 1607 fondarono la colonia di Jamestown, in Virginia

Pocahontas in una litografia di William Langdon Kihn. XX secolo

Pocahontas in una litografia di William Langdon Kihn. XX secolo

Foto: Bridgeman / ACI

Conosciuta anche come Matoaka, Amonute e Rebecca, la donna powhatan ricordata oggi come Pocahontas visse poco più di una ventina d’anni, ma la sua influenza si estese da Werowocomoco, nell’attuale Virginia (Stati Uniti), alla Gran Bretagna, dove è sepolta. Ancora più straordinaria è stata la diffusione della sua storia, o meglio della sua leggenda, attraverso un’infinità di creazioni letterarie, dipinti e soprattutto film, in particolare la famosa produzione Disney uscita nel 1995. Il paradosso è che, nonostante questa enorme popolarità, la maggior parte della gente probabilmente non sa nulla della vita e delle conquiste di Pocahontas, perché il personaggio reale era molto diverso da quello mostrato dalle narrazioni contemporanee.

Nata intorno al 1595, Pocahontas apparteneva per via paterna ai pamunkey, una tribù della confederazione powhatan, un’alleanza di una trentina di popoli accomunati dall’appartenenza al gruppo linguistico algonchino. Il padre di Pocahontas, Wahunsenacawh (noto anche come Powhatan), era il capo della confederazione. Ecco perché la giovane era considerata una “principessa” dagli europei che avevano raggiunto l’America settentrionale. Il colono inglese John Smith, nella sua Storia generale della Virginia, del New England e delle isole Summer (1624), parla di Pocahontas in termini solitamente riservati alla nobiltà: quando la ragazza visitò l’insediamento di Jamestown per portare scorte alimentari, era accompagnata dal «suo seguito», e durante il soggiorno in Inghilterra veniva chiamata «Lady Rebecca». Ma tale qualifica è ben lungi dal corrispondere alla realtà dell’organizzazione sociale e politica dei popoli amerindi.

Capanna di un villaggio powhatan ricostruita nel sito storico di Jamestown

Capanna di un villaggio powhatan ricostruita nel sito storico di Jamestown

Foto: Alamy / ACI

Invasori europei

La vita di Pocahontas, come quella di tutto il suo popolo, cambiò radicalmente nel 1607, quando un centinaio d’inglesi giunti a bordo di tre navi fondò la colonia di Jamestown presso la foce del fiume James, in Virginia.
I coloni europei speravano di trovare metalli preziosi e un passaggio diretto per raggiungere l’oceano Pacifico e l’Oriente, ma entrambi i sogni si dimostrarono vani. I nuovi arrivati dovettero affrontare una sfida molto più prosaica: coltivare la terra per sostenersi durante l’inverno. Una drammatica carestia, che in pochi mesi costò la vita a più della metà dei coloni, spinse i sopravvissuti a rivolgersi agli indigeni per farsi rifornire di alimenti.

I coloni di Jamestown sognavano di trovare oro e argento, ma ben presto la loro unica preoccupazione divenne procurarsi del cibo

I powhatan gli misero a disposizione quanto avevano, dalla cacciagione ai vegetali; in cambio chiedevano soprattutto rame, un metallo che usavano per fabbricare vari strumenti impiegati in attività come la caccia, e per la cui fornitura dipendevano da una tribù vicina con la quale erano in conflitto. L’arrivo di prodotti europei rappresentò per loro una buona occasione per diversificare le proprie reti commerciali e non dipendere economicamente da gruppi rivali. Ecco perché si può affermare che i coloni della Virginia e i powhatan avevano una reciproca convenienza a stabilire relazioni commerciali, seppure con una certa cautela.

Costruzione della colonia di Jamestown nel 1607. Illustrazione

Costruzione della colonia di Jamestown nel 1607. Illustrazione

Foto: Hulton archive / Getty images

Pocahontas entrò in contatto con gli europei in questo contesto. La figlia del grande capo powhatan si abituò ben presto a trattare con i coloni che volevano stabilirsi nel territorio del suo popolo. Le fonti europee raccontano di una Pocahontas attivamente impegnata a distribuire alimenti ai coloni ormai a corto di approvvigionamenti. Ciò contribuì a rafforzare la sua aura di donna generosa e caritatevole, emblema di quei valori che in seguito gli statunitensi avrebbero considerato essenziali al proprio senso d’identità nazionale condivisa.

Le fonti europee riferirono che Pocahontas distribuiva alimenti ai coloni rimasti senza cibo

Ambasciatrice indigena

La realtà era molto diversa. Gli inglesi faticavano a comprendere che la gestione degli alimenti fosse una responsabilità femminile presso i nativi, e quindi tendevano ad avanzare le loro richieste sempre agli uomini. Tuttavia nella società powhatan, come in molti altri gruppi, le donne ricoprivano ruoli di primo piano. Si accasavano unicamente con individui in grado di dimostrare il proprio valore; un uomo incapace di provvedere a sé stesso, per esempio, non sarebbe mai stato accettato da una donna powhatan. Oltre a coltivare i campi, a preparare il cibo, a prendersi cura dei bambini, a produrre strumenti e oggetti per la casa, abbigliamento compreso, le donne si occupavano anche di costruire le case in cui viveva la comunità e navigavano le paludi in canoa. Potevano occupare posizioni di comando ed erano considerate fonti di saggezza e di autorità da diversi punti di vista. È questo fatto a spiegare il ruolo di primo piano giocato da Pocahontas nelle relazioni del suo popolo con gli inglesi, e non certo una qualche innata generosità femminile.

I powhatan si aspettavano reciprocità dagli europei, ma questi non rispettavano la loro parte dell’accordo: pur accettando il cibo che gli veniva offerto, si rifiutavano di garantire ai nativi una fornitura stabile di rame. Un’altra fonte di contrasti fu la successiva espansione dell’agricoltura inglese a scapito delle terre e delle risorse indigene. Ciò condusse a una spirale di conflitti e impedì per decine di anni agli europei di creare una colonia solida e resiliente.

Pocahontas non solo assistette al deterioramento dei rapporti tra la sua tribù e i coloni, ma partecipò anche attivamente alla vita politica dei powhatan. Accompagnò il padre in due pericolose missioni diplomatiche volte a difendere gli interessi del suo popolo e, quando tra il 1610 e il 1614 i powhatan entrarono in guerra contro i nuovi arrivati, imbracciò lei stessa le armi e saccheggiò alcuni insediamenti inglesi. In altre occasioni s’incaricava personalmente di consegnare ai coloni i prodotti che erano previsti dagli accordi. La dimensione storica di Pocahontas, quindi, è ben lontana dall’immagine di eroina romantica che le viene di solito associata.

Chiaramente i powhatan apprezzavano la figlia di Wahunsenacawh e si fidavano di lei, come dimostra il fatto che le fu affidato il compito di negoziare il rilascio dei prigionieri e di mantenere i rapporti tra la sua gente e i coloni tramite le distribuzioni di cibo. Probabilmente l’assegnazione di questi incarichi a Pocahontas dipende da un episodio centrale della sua vita – o della sua leggenda. Alla fine del 1607 il capo della colonia, John Smith, fu catturato dai powhatan e, come lui stesso raccontò, venne salvato da Pocahontas proprio quando stava per essere giustiziato dal padre di lei. In realtà questa presunta esecuzione andrebbe probabilmente ricollocata nel contesto del rituale powhatan di accettazione di Smith come fratello e alleato. Più che la sua salvatrice, Pocahontas forse fu semplicemente la sua guida culturale nella cerimonia locale di accoglienza degli stranieri.

Illustrazione del 1874 sull’episodio del capitano John Smith prigioniero degli indiani e scampato alla morte all’ultimo momento grazie a Pocahontas

Illustrazione del 1874 sull’episodio del capitano John Smith prigioniero degli indiani e scampato alla morte all’ultimo momento grazie a Pocahontas

Foto: Mary Evans / Scala, Firenze

Matrimonio o rapimento?

Come si è detto in precedenza, Pocahontas assistette e partecipò alla guerra che tra il 1610 e il 1614 vide opporsi il suo popolo e i coloni. In qualità d’intermediaria, s’impegnò nella difesa dei termini dell’accordo commerciale tra le parti. Fu proprio lo svolgimento di questa funzione che nel 1613 portò al famoso episodio del “matrimonio” di Pocahontas con John Rolfe, uno dei più importanti coloni di Jamestown. Un legame che, nella lettura tradizionale delle origini degli Stati Uniti, simboleggerebbe l’incontro e la fusione tra europei e nativi, ma che dalla prospettiva indigena può avere un’interpretazione differente.

John Rolfe e Pocahontas. Olio di James W. Glass. 1845

John Rolfe e Pocahontas. Olio di James W. Glass. 1845

Foto: Bridgeman / ACI

Le circostanze che portarono a quest’unione sono legate al conflitto armato tra indiani e inglesi scoppiato nel 1610. Nel 1613 il colono Samuel Argall s’inoltrò lungo il Potomac in cerca di grano a bordo della sua imbarcazione. Durante una sosta presso il villaggio di una tribù alleata scoprì che Pocahontas si trovava da quelle parti. Argall riuscì a farla salire a bordo della sua nave con l’inganno e la portò a Jamestown, con l’intenzione di usarla come ostaggio per costringere i powhatan a liberare sette coloni prigionieri.

A Jamestown Pocahontas si convertì al cristianesimo e poco dopo sposò John Rolfe. Non si sa se acconsentì al matrimonio accettando una proposta sincera da parte dell’inglese, o se vi fu costretta in qualche modo. Alcuni studiosi ritengono che fosse stata violentata da Rolfe e forse da altri coloni, e condotta con la forza in Inghilterra, dove sarebbe poi stata esibita in una sorta di crudele spettacolo pubblico, prima di morire prematuramente di malattia o forse di avvelenamento. In assenza di documenti che confermino le nozze l’ipotesi è plausibile, soprattutto se si tiene conto del fatto che nel 1577 l’avventuriero Martin Frobisher aveva obbligato tre inuit a seguirlo in Gran Bretagna contro la loro volontà, e anch’essi erano morti in terra straniera.

Vanno in ogni caso considerati i benefici che l’unione formale della figlia di un grande capo indiano con un colono inglese avrebbe procurato ai powhatan. Se fu volontario, il gesto di Pocahontas potrebbe essere interpretato come l’adempimento del proprio dovere nei confronti del suo popolo. L’amore è un criterio europeo e moderno per il matrimonio, non certo un riferimento per altre epoche, e la componente romantica del mito di Pocahontas è emersa solo negli ultimi due secoli.

Il battesimo di Pocahontas. Dipinto a olio del pittore della Virginia John Gadsby Chapman, 1840

Il battesimo di Pocahontas. Dipinto a olio del pittore della Virginia John Gadsby Chapman, 1840

Foto: Alamy / ACI

Non perderti nessun articolo! Iscriviti alla newsletter settimanale di Storica!

Unione vantaggiosa

Come la ragazza sapeva bene, le sue nozze avrebbero rafforzato gli obblighi reciproci in termini di relazioni commerciali e di rispetto della sovranità territoriale che i due popoli avevano concordato. Non è un caso, quindi, che quell’unione divenne nota come la “pace di Pocahontas”.

Nel 1615 la coppia ebbe un figlio; un anno più tardi si trasferì in Inghilterra. La donna visitò diverse città, partecipando a ricevimenti e rappresentazioni teatrali, e diventando lei stessa uno spettacolo per il pubblico britannico. Durante tutto il 1616 i giornali inglesi dedicarono una grande quantità di articoli alla principessa powhatan e alle sue attività, così come disegni e incisioni che ritraevano la sua immagine.

Vestito all'europea. Ritratto di Pocahontas in abiti inglesi opera di un artista anonimo. 1616

Vestito all'europea. Ritratto di Pocahontas in abiti inglesi opera di un artista anonimo. 1616

Foto: Album

È molto indicativo invece il fatto che non si scrisse nulla su Rolfe né su loro figlio Thomas. L’esotismo di Pocahontas, in quanto principessa “indiana” o “selvaggia” sposata con un plebeo, stupiva e scandalizzava coloro con cui interagiva. La Virginia Company, una società inglese che aveva ricevuto da re Giacomo I una concessione per la creazione d’insediamenti in America settentrionale, approfittò della notorietà della donna per sottolineare i progressi compiuti nella “civilizzazione” delle popolazioni indigene. Pocahontas divenne il grande emblema di una conquista culturale ricca di promesse. Analogamente, il suo matrimonio con il colono John Rolfe e il figlio avuto dai due divennero un simbolo del successo dell’attività colonizzatrice inglese.

Da parte sua, la nobile powhatan continuò a spendersi a favore del suo popolo. Ritenendo che avessero ancora un certo potere sulla colonia della Virginia, non mancava mai di ricordare agli inglesi i loro obblighi, sebbene questi la considerassero poco più che una rarità. John Smith racconta che, quando la incontrò a un ricevimento a Plymouth, lei gli rinfacciò le promesse non mantenute dai coloni, pregandolo di costringerli a rispettare gli accordi assunti. Anche se non ci sono testimonianze degli incontri con re Giacomo, con cui si vide in due occasioni, probabilmente Pocahontas avanzò le stesse richieste. Il suo matrimonio e quel viaggio erano forse il risultato di un incarico? È possibile che Pocahontas avesse ricevuto dal padre la missione di gestire le relazioni internazionali del suo popolo?

Se vuoi ricevere la nostra newsletter settimanale, iscriviti subito!

Per saperne di più

Al Dio degli inglesi non credere mai. Storia del genocidio degl’Indiani d’America, 1492-1972. G. Peroncini, M. Colombo. Oaks, Sesto San Giovanni, 2017.

Mondi perduti. Aram Mattioli. Mondadori, Milano, 2019.

Condividi

¿Deseas dejar de recibir las noticias más destacadas de Storica National Geographic?