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LA BELLE EPOQUE IN EUROPA, Appunti di Storia

Società di massa; Tailorismo e fordismo; Partiti socialisti; Crisi agraria e emigrazione; Colonialismo, imperialismo e nazionalismo; Affaire Dreyfus; Annessione della Bosnia; Giovani turchi e guerre balcaniche; Governo Zanardelli; Età Giolittiana; Patto gentiloni; industria; Guerra in Libia.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 23/04/2024

francesca-molteni
francesca-molteni 🇮🇹

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Scarica LA BELLE EPOQUE IN EUROPA e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! STORIA La belle epoque: Tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 in Europa si assiste a un generale miglioramento delle condizioni materiali di vita. Periodo chiamato belle epoque, per i caratteri di benessere e spensieratezza, termine nato con lo scoppio della guerra. La Francia é protagonista dell‘epoca. Periodo di fortissima espansione, l’economia riacquista forza. Inizia anche lo sviluppo delle ferrovie, l’utilizzo dell’energia elettrica viene utilizzata anche per illuminare le città e per il funzionamento dei trasporti pubblici, e per altre cose. La bicicletta in questo periodo conosce un grande sviluppo, mezzo di trasporto ma anche strumento per le competizioni. Viene poi messa a punto anche l’automobile. Nel 1903 viene creato il primo aeroplano. Presero piede l’estrazione e lo sfruttamento del petrolio. Inizia lo sviluppo anche dal punto di vista dell’informazione: giornali, telegrafo senza fili, la radio e il cinema. In campo medico e sanitario vediamo l’avvio delle vaccinazioni, l’importanza della sterilizzazione, individuazione dei raggi X e prima radiografia. Ci furono molte scoperte anche dal punto di vista chimico e fisico: Einstein elabora la teoria della relatività. Società di massa: Con il termine si vuole sottolineare il ruolo sempre più rilevante che le masse esercitavano nella sfera politica e sociale, si presenta come soggetto dinamico dotato di aspirazioni. Lo sviluppo porta ad un incremento demografico, che aveva avuto come effetto lo spostamento verso le città diventando operai nelle fabbriche, nascono così importanti città. I rapporti fra le persone diventano anonimi e spersonalizzati. Gli individui entrano a far parte di una folla indistinta. Lo stato si fa carico dei costi per sviluppare la città per questo si dilatano gli apparati burocratici, quindi per la necessità di più lavoratori vengono assunte nuove persone: si afferma così il ceto medio “colletti bianchi”, il ceto impiegatizio. Si forma così una nuova società a forma di rombo, in quanto il ceto medio si ingrandisce. Questa nuova classe oltre a lavorare aveva anche tempo libero, nasce così la creazione di bene secondari come le ferrovie, scaturisce un movimento di turismo (turismo di massa) soprattutto verso le grandi città. Lo sport in questo periodo diventa una disciplina per tutti, si enfatizza l’aspetto competitivo, riprendono vigore le Olimpiadi e vengono riproposte come Olimpiadi moderne le prime svolte ad Atene. Nascono anche le prime gare ciclistiche e i primi giri come il giro d’ italia. Nasce la società dei consumi che ha come destinataria la borghesia, in quanto ci fu un aumento dei salari. Nascono nuove modalità di vendita, grandi magazzini in cui era possibile trovare ogni genere di cosa (prodotta in serie). Fanno uso anche della pubblicità. Per l’editoria questo periodo è l’epoca d’oro, perché la classe media leggeva, facilitata la produzione dell’esistenza delle macchine da scrivere, nasce in questo periodo il giornalismo scandalistico, che trattata gli scoop. Nella società di massa, la massa rivendicava un ruolo attivo anche nella vita politica. Tailorismo e fordismo: Frederick Taylor propone un’organizzazione scientifica del lavoro. In cui riorganizza il processo produttivo basandolo su uno studio scientifico sui tempi e le modalità. Il suo obbiettivo era quello di diminuire i tempi di produzione. Dice che ogni operaio doveva svolgere lo stesso movimento tutto il giorno, riducendo i tempi morti. L’operaio nella sua visione viene considerato un ingranaggio della fabbrica, in questo modo non doveva pensare a nulla ma svolgere ripetutamente sempre la stessa azione (perfetta). Secondo taylor un operaio bravo non deve essere né pigro ne intelligente, deve essere un uomo medio. Secondo lui in questo modo il lavoro è facilitat Questa teoria trova la sua prima applicazione all’interno della fabbrica di Ford, in cui viene applicata la catena di montaggio, un nastro portava il pezzo all’operaio il quale stava fermo. Questo sistema prese il nome di fordismo. Il “modello T” (veicolo) è il simbolo della nuova società che si sta affermando. La nuova organizzazione portava alla produzione di una grande quantità di oggetti di secondo necessità, abbattendo i costi di produzione. Ford decide di alzare i salari dei suoi operai per trasformare i lavoratori in consumatori, in modo che potessero acquistare la sua merce (macchine), questo dà il via alla società dei consumi. Queste invenzioni portarono alla formazione di oligopoli, grandi aziende si mettevano d’accordo sul prezzo di una determinata merce eliminando così i piccoli produttori. Rappresenta la concentrazione di grandi capitali nelle mani di pochi. Nascono le multinazionali. Un esempio è jhon Rockefeller che diventa il magnate del petrolio, in quanto controlla tutte le raffinerie degli USA con la “standard oil company of Ohio”, e in seguito arriva anche in Italia. partecipazione politica delle masse: Nella nuova società le masse consapevoli della propria forza premeva per il riconoscimento di tutele e diritti, Una delle richieste più diffuse fu l’estensione del diritto di voto. In Germania nel 1875 venne introdotto il suffragio universale maschile infatti, Bismark per originare il partito socialista vede nel voto dei contadini un aiuto. In Francia il suffragio universale maschile era già stato introdotto nel 1848 da Napoleone III. In Italia la riforma sinistra storica concedeva il voto agli uomini sopra i 21 anni e che pagavano 25 lire l’anno oppure bisognava saper leggere e scrivere. La classe liberale che governava disprezzava la massa perché per loro solo gli acculturati e ricchi potevano governare. Partiti socialisti: I liberali in politica creano il liberismo che lasciava spazio alla libera iniziativa privata, lo Stato non doveva intervenire in materia economica all’interno delle questioni di un’azienda, lo Stato doveva stare lontano dai rapporti tra padronato e operai, c’era una chiara mancanza di tutela rappresentanza della classe operaia. Vengono votati delle persone note come farmacisti o dottori e si affermano così i partiti di massa il primo nel 1892 il partito socialista. Si concentrava sulla difesa dei ceti popolari e dei loro diritti: la tutela pensionistica; il miglioramento delle condizioni di lavoro come orari o dell’abbattimento della proprietà privata. Nel 1863 fu fondato il partito socialdemocratico tedesco (SPD) Nel 1892 il partito socialista italiano Nel 1919 il partito popolare italiano Tutti questi partiti difendevano le classi lavoratrici e dei ceti più umili chiedevano tutele per i lavoratori.nasce così lo Stato sociale secondo cui occorre garantire un minimo di salute a tutti.i partiti socialisti danno vita all’internazionale Rispetto ai partiti tradizionali quelli di massa presentavano una fisionomia del tutto nuova, non si fondavano sull’azione parlamentare di una ristretta Elite ma l’obiettivo era quello di organizzarsi a livello nazionale (ampia base sociale).i partiti di massa erano guidati da un’ideologia quindi da valori condivisi. Affaire Dreyfus: 1894 in Francia si verificò un fatto grave un ufficiale dell’esercito francese di origine ebraica Alfred Dreyfus venne processato con l’accusa di spionaggio e condannato al carcere a vita. Il caso divise subito l’opinione pubblica da una parte i conservatori erano convinti della colpevolezza dell’ufficiale e alimentarono la propaganda con sentimenti antisemiti; dall’altra parte si schierò in difesa di di lui il quale stava subendo un ingiusto processo, dopo cinque anni fu graziato e riabilitato nell’esercito. Nel 1899 la Gran Bretagna iniziò una guerra combattuta in Sudafrica contro i boeri doveva essere una guerra facile ma fu lunga e insidiosa in quanto i boeri mettere l’appoggio della Germania e si concluse solamente nel 1902 con una sofferta vittoria britannica.questa guerra impoverì la Gran Bretagna che divenne vulnerabile soprattutto agli occhi della Germania. Anche l’Inghilterra era sospettosa della politica di Guglielmo Secondo, infatti in Germania aumentano le risorse militari e c’è una costante corsa agli armamenti, questo fa scaturire la preoccupazione della Gran Bretagna la quale nel 1904 inizia da avvicinarsi alla Francia instaurando la cosiddetta “intesa cordiale”. Nel 1907 si perfezionerà con la nascita della triplice intesa, costituita da Gran Bretagna, Francia e Russia. Annessione della Bosnia: L’impero asburgico nel 1908 assecondando i conservatori ratifico ufficialmente l’annessione della Bosnia, questa scelta sollevo le proteste di tutte le potenze europee tranne che della Germania. Questo determina la rottura definitiva delle alleanze fra Russia e Germania. La Russia aveva mire espansionistiche nella penisola balcanica, e l’annessione rovinava il suo progetto, in quanto la Bosnia era necessaria per arrivare al mare. Giovani turchi e guerre balcaniche Pericolo per l’impero ottomano (turchi) era costituito dalla comunità armena, ma i nemici erano anche all’interno, infatti nel 1902 ci fu il congresso dei giovani turchi un gruppo di oppositori, in pochi anni l’equilibrio divenne fragile. Nel 1908 i gruppi fomentarono una rivolta e nel 1909 Hamid II fu destituito, la situazione peggiorò e l’Italia attaccò l’impero sottraendogli la Libia e il dodecaneso. Negli stessi anni Grecia, Serbia, Montenegro e Bulgaria si allea oro nella lega balcanica (antiottomana). Durante la prima guerra balcanica l’impero sconfitto dovette cedere tutti suoi territori europei. Si innesco la seconda guerra balcanica fra Serbia, Montenegro e Grecia contro la Bulgaria, sconfitti quest’ultima dovette cedere gran parte dei suoi territori. Nasce l’Albania nel 1912. Capitolo 3: Governo Zanardelli: Vittorio Emanuele III sale al trono con idee molto progressiste, volontà di aprirsi al dialogo per risolvere i dissidi sociali. Nel febbraio del 1901 affida la creazione di un nuovo governo a Zanardelli (leader della sinistra liberale), e Giolitti vomitato ministro degli interni. Nel 1890 Zanardelli aveva emanato un codice penale con l’abolizione della pena di morte e concesso un limitato diritto di sciopero. Giolitti aveva espresso una concezione nuova del rapporto fra stato e società, ribadisce l’importanza della neutralità dello stato rispetto ai conflitti del lavoro, dice che lo stato avrebbe dovuto valutare la possibilità di un confronto allargato a tutte le parti in causa. Durante i tre anni del governo Zanardelli fu introdotta una nuova legislazione sociale, per tutelare le donne, i minori e assicurare sostegno ad anziani e infortuni. Istituito il consiglio superiore del lavoro. Elaborata una norma sulla municipalizzazione, quindi gestione dei servizi pubblici in mano ai comuni. Le organizzazioni sociali ottennero più importanza. Si diffusero le camere del lavoro. Nel 1906 a Milano fu fondata la confederazione generale del lavoro. Età Giolittiana: Il novembre del 1903 Zanardelli si dimette e prende il suo posto Giolitti, al governo fino lo scoppio della prima guerra mondiale, questo periodo è famoso come “età giolittiana”. Lui aveva la volontà di integrare le masse, secondo lui solo migliorando le condizioni di vita delle masse si sarebbe potuto arginare il pericolo di rivolte da parte dei partiti estremi (sociali). I movimenti socialisti potevano dare origine a rivolte per volere delle masse, per una rivendicazione dei diritti. Secondo lui lo stato doveva mantenersi neutrale bei conflitti fra i padroni e gli operai. Bisognava concedere alla masse il diritto di manifestazione e lo stato doveva intervenire solo se mettevano in repentaglio la sicurezza fisica. Ha una visione pragmatica, secondo cui le masse ormai erano attore politico ed economico quindi bisognava concedergli spazi. Il partito socialista italiano era stato creato da Turati nel 1892, all’interno si crearono due correnti :  riformista: (Turati), necessità dei socialisti di prendere parte alla vita parlamentare, in modo da poter realizzare delle riforme politiche e sociali (programma minimo), realizzare un compromesso con la borghesia liberale  rivoluzionaria: (labriola), rigettata la proposta di un compromesso con la borghesia liberale, il programma massimo voleva una rivoluzione armata. Nel congresso socialista fu approvato il programma minimo, nel 1904 i rivoluzionari attuarono uno sciopero generale di dimensione nazionale Papa Pio IX, nel 1874 aveva proibito ai cattolici di partecipare alle elezioni ed impegnarsi direttamente in politica, espressa attraverso la formula apostolica: non expedit (non conviene). Fu evidente che questo divieto danneggiasse soprattutto la chiesa allontanandola dai cittadini ed estromettendola dalle decisioni prese all’interno dei palazzi del potere. Inoltre erano sempre di più i lavoratori cattolici che cominciarono a partecipare alla vita politica italiana e dopo il Rerum Novarum nacquero le prime organizzazioni di orientamento cattolico. Giolitti si era mostrato disponibile al dialogo con i socialisti in quanto aveva visto il loro una delle forze vive della nazione e il loro coinvolgimento nella vita pubblica avrebbe prodotto dei risultati positivi. Per questo si rivolse a turati per un’alleanza, però rifiuta l’invito perché questo vorrebbe dire creare una frattura all’interno del PSI con la parte rivoluzionaria. Giolitti non ho la maggioranza nel governo quindi fa rivivere la pratica del trasformismo, che consiste nel trasformare la dialettica parlamentare fondata sulla ricerca di una maggioranza e la neutralizzazione dell’opposizione. Per questo concede favori anche a titoli personali. L’esempio più importante Giolitti promette nazionalisti una guerra coloniale per ottenere in cambio l’approvazione della legge per il suffragio universale maschile. Patto gentiloni: Giolitti strinse con i cattolici in vista delle elezioni del 1913 un patto chiamato patto Gentiloni. Il nome del patto deriva dal cognome del presidente dell’unione elettorale cattolica italiana Vincenzo Gentiloni. Da un punto di vista politico la sua scelta fu motivata dal fallito tentativo di alleanza con i socialisti. Gentiloni chiede il voto dei cattolici al partito liberale, in cambio il partito liberale mantiene un programma articolato in sette parti con nessuna legge che potesse offendere la sensibilità cattolica o danneggiare gli interessi della chiesa. Per la prima volta i liberali vinsero le elezioni, in questo modo ci fu la riconciliazione dello Stato liberale e della chiesa, grazie alla comune ostilità verso il socialismo. Decollo industriale: A partire dal 1896 l’economia italiana conosce un vero e proprio decollo industriale interrotto nel 1907, si trattò di un processo di ammodernamento. Giolitti aveva spinto per un sviluppo industriale (siderurgico, meccanico, automobilistico) soprattutto nel Nord (Milano, Torino, Genova), mentre il sud paga il prezzo dell’aretratezza. Il committente della grande industria è lo Stato, ad esempio per la costruzione delle ferrovie. In questo sta la debolezza del sistema italiano, lo Stato non può continuare a comprare dai privati in quanto i loro legami danno rapporti di collusione tra privato e pubblica amministrazione, porta alla creazione di grandi oligopoli e pratiche di corruzione, si creano infatti rapporti di favoritismo. Con l’aumento del numero di operai in Italia nel 1910 nasce la Confindustria. Giolitti varò un nuovo pacchetto di legge per i lavoratori, ispettorato del lavoro, (diminuzione delle ore di lavoro, l’obbligo di 24 ore di riposo...) Nasce la riforma scolastica che inserisce nel bilancio dello Stato le spese delle scuole elementari precedentemente a carico dei comuni. Lo sviluppo non fu omogeneo infatti il fu il sud rimase escluso a causa di un’arretratezza storica. Giolitti era stato criticato di aver represso il meridione da Gaetano Salvemini. Secondo lui bisognava attuare una riforma agraria ed eliminare il latifondo. Giolitti si appoggiava ai latifondisti del sud per i voti, i quali obbligavano i contadini a votare Giolitti attraverso i mazzieri. La questione meridionale si basava su una mancata riforma agraria. Per questo ci fu un flusso migratorio dal sud, tema su cui di concentrano i nazionalisti, che accusano Giolitti di condurre una politica mediocre, che permetteva alle forze lavoro di andarsene, fornendo forza alle plutocrazie, che sfruttavano la nostra manodopera. Guerra in Libia: Giolitti inaugura la politica colonialista e dichiara guerra in Libia. La guerra ebbe inizio il 28 settembre 1911 per difendersi la Libia. Tutto sulla guerriglia, solo dopo più di un anno l’Italia ottenne la vittoria nel 1912 fu sottoscritta la pace di Losanna, secondo cui agli italiani sarebbe spettata la sovranità sulla Libia e il possesso del Dodecaneso. La Libia invece venne divisa in due colonie: la tripolitania e la cirenaica. L’esercito italiano era impreparato per il conflitto, e terminò la guerra con enormi perdite sia di mezzi che di uomini. Giolitti sapeva che la decisione di conquistare la Libia gli avrebbe fatto guadagnare consensi tra gli italiani, a spingere per la guerra erano stati soprattutto i nazionalisti. Alle elezioni del 1913 ci fu una maggioranza assoluta per Giolitti ma il suo governo entra in crisi in quanto dopo la guerra in Libia ci fu un rafforzamento del patriottismo e del partito socialista. Si diffusero due tendenze: l’imperialismo nazionalista e il socialismo rivoluzionario entrambi non potevano convivere con il Giolittismo. Nel 1914 Giolitti si dimette e cede il posto ad Antonio Salandra, un liberale conservatore, reazionario e repressivo. Tra il sette e il 14 giugno ci fu la cosiddetta settimana rossa, nella quale ci fu un ondata di scioperi manifestazioni da parte degli operai a seguito dell’uccisione di dimostranti da parte dei carabinieri, che protestavano per l’arresto di un anarchico che non voleva andare a lega obbligatoria.
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