C'era in onda una volta:  SuperGulp                    

SuperGulp

[Racconto di Giovanna Gra]


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durata 22 minuti


Ore 21,15.
Dopo l'annuncio e il saluto suadente della signorina buonasera,
sullo schermo nero della TV appaiono tratteggiate le tipiche nuvolette bianche e ovali provviste di becco che, nel mondo dei fumetti, contengono le parole del personaggio che parla...

Siamo all'inizio degli anni settanta e sul palcoscenico catodico dei canali RAI sta per debuttare un programma non solo destinato a diventare per i più giovani un grande cult, ma anche una trasmissione che condizionerà un'intera generazione, tanto da essere, ancora oggi, fonte di citazioni e battute di cui molti ignorano l'origine.

I dati dell'epoca, peraltro, riporteranno numeri eccellenti e segneranno uno share stellare che raggiungerà in breve il picco dell'ottantatré per cento.

E dunque, signore e signori, nel settembre del 1972 nella prima serata del secondo canale della rete RAI, va in onda SUPERGULP!
Ovvero, i fumetti in TV.
Un programma che sarà destinato a doppiare, nientepopodimeno che... il grande Mike con il suo epico Rischiatutto!


Ma, aspettate...
torniamo un attimo indietro.


Per chi non fosse pratico di fumetti, è bene fornire qualche informazione.

E' bene sapere, per esempio, che ogni personaggio del mondo dei comics ha la sua nuvoletta che muta, per colori e forma, con il variare delle intenzioni vocali del soggetto a cui appartiene.
Insomma, ogni fumetto è provvisto di una cloud parlante, meglio nota come balloon.

Sì, il balloon è la voce degli eroi di carta e, nel mondo dei comics, è praticamente impossibile farne a meno.
Ma attenzione...
le nuvolette hanno un loro linguaggio simbolico piuttosto rigoroso che vale la pena di conoscere.
Per esempio:

la presenza di una sorta di becco, su una nuvoletta ovale, è la chiara indicazione di una fonte sonora.

Diversamente, la nuvoletta senza becco, ma da cui cadono pallini le cui dimensioni diminuiscono fino alla testa del personaggio, indica i pensieri del soggetto.

Una nuvoletta tratteggiata, invece, indica dei sussurri.

Una nuvoletta il cui tratto è interrotto da degli angoli acuti, al contrario, rappresenta un urlo, oppure rappresenta la nuvoletta di un oggetto domestico tipo TV o radio o un vecchio giradischi accesi.

Infine, una nuvoletta che indica con il becco al di fuori della vignetta, illustra una voce fuori campo.

All'interno delle nuvolette vengono scritte delle parole, quelle che pronunciano i personaggi.
E, come gli sms, il modo in cui le parole vengono scritte o, meglio, rappresentate, indica differenti significati.

Insomma, diciamo che questi suoni sono...
gli emoticon dei comics.
I fanatici del lessico, insomma, gli addetti ai lavori, questo sistema lo chiamano lettering.

Descriviamo un esempio semplice di lettering.
Un carattere tutto maiuscolo indica che il personaggio sta urlando.
Un carattere tremolante indica che il personaggio sta morendo di paura.
Frasi contornate da cuoricini indicano che il personaggio è innamorato e così via.

Tipiche dei fumetti sono anche le parole cosiddette onomatopeiche, che, come c'insegnano i dizionari, sono quelle che non significano niente di per sé, ma evocano suoni e rumori.
Infatti, vengono anche chiamate fonosimboli.

Per amor di precisione va detto che alcune di queste derivano dai verbi inglesi, ma tante altre fanno riferimento a dei versi come, ad esempio, il tipico coccodè di una gallina.

Fra questi, per fare un esempio, possiamo annoverare l'arcinoto mumble mumble, quello che appare nella nuvoletta di Topolino tutte le volte che il topo più famoso del mondo cammina in circolo per cercare di risolvere un caso.

 

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Immagine di un bambino in sequenza di tre riprese (Per leggerne la descrizione proseguire nel link) Da sinistra a destra: un bambino in mezzo busto, con le spalle nude, la  testa del bambino e poi solo la fronte, come a scomparire nel disegnoParticolare del mezzo busto del bambinoParticolare della fronte del bambino.
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Oppure gasp! quando Paperino è preso alla sprovvista da qualcosa, o in contropiede, e si sente un pesce fuor d'acqua... pur essendo un papero.

A ogni modo, abbandonando topi e paperi, questa articolata introduzione ci serve per presentare il primo quadro della mitica sigla di SuperGulp!
Il quadro in cui, cioè, si accavallano e si sovrappongono tutti, ma proprio tutti gli elementi audio-grafici del buffo mondo delle parole onomatopeiche.

Elementi e cuore del mondo di comics, quelle nuvolette, che ora e sempre, non dimentichiamolo, segneranno la grande differenza che c'è fra una vignetta e un'illustrazione colorata.

E allora via!



Ecco lo schermo che si riempie di piccole macchie bianche con le scritte di tanti colori.
Gasp, crash, slam...
mentre la musica ritmata fa da sottofondo.
Gulp, bam, slurp, puff, bim, bam, brr...
E, per chiuderla come Homer Simpson (personaggio che vedrà la luce quasi quindici anni dopo):
Ka boooommmm!

Esplode il momento magico!

Inizia l'atteso evento che si ripeterà per ben dodici sere e che terrà con il fiato sospeso tutti i bambini italiani.

Insomma, se si è in giardino a giocare, si rientra subito in casa.
Se si è ospiti dal compagno di scuola si chiede di restare fuori.
Se i compiti sono troppi, si chiudono i quaderni prima di finire...
E se ci sono altre incombenze, le si rimanda a uno stupido e insignificante venerdì.

Attenzione, siamo assolutamente certi che quello che stiamo scrivendo è accaduto in tutte le famiglie italiane!
Specialmente se parliamo di quei momenti magici di quei giovedì che sono scorsi dal 14 settembre al 7 dicembre del mitico anno 1972!

"Ragazzi?
C'è SuperGulp!", strillano le mamme dalla finestra.
C'è SuperGulp, e diventano complici perfino i fratelli più grandi.
C'è SuperGulp, e stai a vedere che sul divano di casa trovano spazio anche i nonni...

Stttttt, spegnete la luce.

Lo schermo diventa scuro, mentre una voce modulata su un ritmo sincopato sussurra:

Bum cica
bum cica
bum!



Poi, fra tutte, prevale una scritta arancione senza nuvoletta e su sfondo nero, che viene urlata dal cantante e che recita:

SU!



Appaiono altre nuvolette...

Bum cica
Bum cica
Bum!



E ancora il cantante...



PER!

Bum cica
bum cica
bum!



E sempre, a una voce sola...



GULP!

Bum cica
bum cica
bum!



Quindi la voce ripete...



SUPERGULP!



Poi, un coro annuncia...



I fumetti - tti
I fumetti - tti
I fumetti - tti
In tv!

 

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Immagine di bocche  (Per leggerne la descrizione proseguire nel link) Si vede una serie di labbra rosse su sfondo neroParticolare di una bocca chiusa.Particolare di una bocca aperta
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Mentre una variopinta scritta gialla e verde attraversa lo schermo saltellando con la dicitura I fumetti in TV.
Quindi, appare un grosso balloon, ed è con questo allegro incipit che inizia la mitica sigla del programma.

Intanto, delle nuvolette singole a tutto schermo enunciano i credits degli autori.
In prima fila i geniali creatori, Guido De Maria e Giancarlo Governi.

La nostra canzoncina procede ineffabile seguendo un motivo che difficilmente se ne andrà dalla testa di chicchessia per le prossime ventiquattr'ore.
Sigla ideata dal maestro Franco Godi, come tutte le musiche del programma.


E' a questo punto che appaiono, su uno sfondo verde interrotto da altrettante nuvolette rettangolari e qualche strillo onomatopeico, i nostri tre eroi.
Nick Carter, Patsy e Ten.
Appaiono sullo schermo da destra a sinistra e Nick tiene in mano un paio di maracas.
Patsy ha una lunga fisarmonica e Ten un banjo, mentre il testo scorre su un ritmo cadenzato da un battito di mani.



Ragazzo che aspetti?
Questa sera ci sono i fumetti.
I fumetti - tti
I fumetti- tti
I fumetti - tti in TV!


Poi, i tre spariscono dalla scena per riapparire, sempre da destra verso sinistra, spingendo un grosso televisore.
Nick Carter, piuttosto basso, spinge da sotto.
Patsy, gigantesco, spinge da sopra.
Ten, imbrillantinato e con il muso giallissimo, il più tappo di tutti, si occupa di portare i fili elettrici dell'apparecchio.



Ragazzo lo sai
Questa sera i fumetti vedrai!
Ragazzo che fai?
Incomincia SuperGulp!


La scritta SUPERGULP appare per un istante da sola.
A prescindere dal bianco e nero d'epoca: sfondo blu, scritta gialla con il contorno delle lettere arancioni.
Intorno e sopra delle stelline colorate a decorare il famosissimo logo.

 

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Immagine di tre paia di occhi fumettati (Per leggerne la descrizione proseguire nel link) Gli occhi sono ovali e languidi, su sfondo nero.Particolare degli occhi (centro).Particolare degli occhi (destra).
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Seguono le immagini dei fumetti più noti, per esempio, i mirabolanti Fantastici Quattro.
Mr. Fantastic, Cosa, la Donna invisibile e la Torcia umana.

I quattro supereroi nascono dal pennino del grande Jack Kirby, meglio noto alle cronache fumettare come "The King".

Prolifico disegnatore, Kirby ha illustrato a china anche personaggi del calibro di Braccio di Ferro, il forzuto mangiatore di spinaci.

Ma, a questo punto, è d'uopo segnalare ciò che accadde dopo, cioè l'incontro fra "The King" e Joe Simon.

Un'unione professionale che, almeno per l'epopea dei comics, farà storia.

I due, infatti, daranno vita a quei grandiosi supereroi noti a noi tutti che sorvoleranno il Gran Canyon di tanti western, percorreranno le ombre sinistre d'imperdibili e terrificanti horror e vagheranno fra le gialle nebbie di avvincenti e sensazionali polizieschi, sempre, o quasi, targati Marvel.

Pensate un po', si dice che sulla tomba di Jack Kirby sia addirittura effigiata una corona per celebrare il suo grande talento.

Certamente una matita immortale, visto che recentemente molti dei suoi eroi sono tornati alla ribalta (sempre che se ne fossero mai andati), grazie ai tanti remake realizzati sulle loro storie.

Ma non ci perdiamo in chiacchiere, perché la nostra sigla prosegue a pieno ritmo.

Ora, dello schermo nostrano se ne appropria Peter Parker, meglio noto come l'Uomo Ragno, che attraversa i tredici pollici appeso a un mazzo di fili d'acciaio, composto di super nonché aracno argentee sostanze.

Il chi è di scena passa poi al mitico Thor, il vendicatore.
Pieno di muscoli e ormoni, sfoggia i suoi splendidi capelli biondo Hollywood.

Da sinistra, intanto, fa capolino il più grande, il più affascinante, il più bello di tutti...
ossia, l'epico, mitico, inarrivabile Corto Maltese!

Corto nasce a Malta nel 1967 dalla penna del suo papà, Hugo Pratt, che gli fa esercitare effettivamente la pirateria intorno al primo decennio del novecento.
Da quel che si sa, il nome significa svelto di mano, tradotto da una sorta di slang francese, meglio noto come argot.

Il suo compleanno cade il 10 luglio e l'anno di nascita risale al 1887. Esattamente l'anno in cui alla Scala debutta la prima dell'Otello di Giuseppe Verdi, viene rinnovata la Triplice Alleanza fra Germania, Austria e Italia, e Arthur Conan Doyle consegna alle stampe il primo racconto di Sherlock Holmes.
Un anno decisamente prolifico e prezioso!

E' Una ballata del mare salato il debutto di Corto Maltese sulla carta.
Storia che segna la via del nostro protagonista e le sue avventurose scorribande sull'oceano.
Avventure che daranno tanta gioia e brividi ai suoi estimatori, fra agli sguardi torvi di Rasputin e dell'ineffabile e misterica personalità del Monaco, personaggio fortemente ombroso.

Un mito dal calibro pesante lo definì qualcuno.
Certamente è così.

Pensate che nel 1982, a Corto Maltese fu addirittura dedicato uno spettacolo teatrale con la collaborazione di papà Pratt e con le musiche curate da Paolo Conte.
Spettacolo al quale seguirono tanti altri eventi mediatici e film ispirati al fascinoso personaggio.

Intanto, alle spalle di Corto, si prepara, a cavallo del fedele e candido ronzino, lo snodabile...
Cocco Bill!
Dove siamo?
Siamo in pieno Jacovitti style!
O, ancora meglio, come diceva lui:
"Siamo nella seconda metà del secolo scorso e le vicende del nostro si svolgono nel leggendario Far West.
Arizona?
Texas?
Colorado?
Fate voi ragazzi.
L'essenziale è che sia Far West!"

Negli anni settanta, i personaggi del bravo disegnatore proliferavano fra i banchi di scuola grazie agli arcinoti e arci diffusi DIARI VITT.

Eh, sì, i compiti si segnavano in salsa rigorosamente Jacovittiana.

Abilissimo disegnatore, Benito Jacovitti è l'autore di molti famosi caroselli. Rinomata, fra le tante, la campagna pubblicitaria del gelato ELDORADO.

Intanto, le nuove strofe della sigla vengono anticipate dalle apparizioni dell'uomo mascherato e dell'inafferrabile Mandrake.

Fumetti assai cari alle generazioni cresciute fra gli anni Trenta e Quaranta.
L'uomo mascherato e Mandrake sono entrambi creature nate dalla matita di Lee Falk e sono figure famose in tutto il mondo.

In Italia, Mandrake colpì particolarmente l'immaginario comune.
Tant'è che ancora oggi si dice a una persona molto, molto abile:
"Ehi, ma chi sei?
Mandrake?"

Per non citare le famose mandrakate in salsa popolar-romana.
Infatti, la sigla prosegue così...



Ed ora vedrai sul video
sfilar gli eroi che ti fanno sognar
ci sono anche quelli di mamma e papà
e forse qualcuno anche a te piacerà!



 

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Immagine di un personaggio (Per leggerne la descrizione proseguire nel link) Sequenza di tre riprese del personaggio.Particolare di una ripresa (destra).Particolare di una ripresa (sinistra).
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Ancora da destra a sinistra vediamo i nostri tre protagonisti (Nick, Patsy e Ten) sfilare con una diapositiva disegnata.
Quindi, la sigla si avvia al termine, esattamente come è cominciata.



Ragazzo che aspetti?
Incominciano ora i fumetti!

I fumetti - tti
I fumetti- tti
I fumetti - tti in TV!

Bum cica
bum cica
bum!

SU!

Bum cica
Bum cica
Bum!

PER!

Bum cica
bum cica
bum!

GULP!

Bum cica
bum cica
bum!

SU-PER-GULP!



A questo punto, qualcuno, magari più piccolino, potrebbe domandare:

"Ma chi era Nick Carter?"
E qualcun altro potrebbe rispondere:
"Era il più!
Il meglio!
Era l'indimenticabile Nick!"
Ma...
era un mito?
Sicuramente era ed è un personaggio importante, e per molti ragazzini di quegli anni uno dei protagonisti più amati.

Nick Carter è stato un vero divo e, al contrario dei suoi colleghi cartoni, un divo della TV ancor prima di approdare sulla carta.

Eh già...
e tutto questo accadeva precedendo ogni apparizione sullo schermo dei futuri UFO ROBOT!

Nick, oltretutto, è una fenomenale parodia dei noir polizieschi degli anni '40.
Omonimo, per altro, ma questo si sa, del più serio Nick Carter creato dalla sapiente penna di John Coryell.

E non è un caso se le sue storie incominciano tutte con lo stesso incipit, che diventerà, ancora una volta, una delle frasi cult del programma e dell'epoca.

Sullo schermo corrono in perfetta sintonia una panoramica di suadenti sax e di azzurri palazzi newyorkesi virati al grigio e decorati con sfavillanti insegne al neon.
Luci intermittenti e finestre chiuse si perdono in una fantastica prospettiva blu notte.
Poi, parte la caratteristica frase:

"Mentre su New York calavano inesorabilmente le prime luci della sera..."

Questo il setup di una nuova appassionate avventura.

Vestito come Sherlock Holmes, Nick prende tutto in prestito dai personaggi e dagli ambienti coevi della letteratura noir americana degli anni più fulgidi.

Ma lui è alto quanto un mozzicone di matita, o almeno così ce lo siamo sempre immaginato, e ostenta un papillon rosso a pois bianchi che sembra strappato dalla testa della Clarabella di Walt Disney.

E' un investigatore puntiglioso e tenace e, per quanto riguarda il piglio, a noi è sempre parso una perfetta commistione fra due personaggi molto diversi fra loro:
Topolino e Humprey Bogart.

Con ogni probabilità è stata questa la sua forza.
Era alla portata dei più piccoli con tanti riferimenti appassionanti per i più grandi.

Altro dato indispensabile da sapere su Nick Carter è che non va mai in scena senza gli altri due personaggi, suoi complici di avventura.

Ten, giapponese e saggissimo, accompagna i momenti clou delle storie con le sue massime in carattere strettamente orientale, pronunciate senza la r come vuole la tipica parodia del tipico cinese.

Vestito di rosso, rigorosamente in giacca e cravatta, è giallo in viso e sempre impeccabilmente pettinato con la riga da una parte.
Conosce le arti marziali, è molto piccolo e ha reso mitiche moltissime delle sue massime semi zen.
Una su tutte?
"Dice il saggio: agli onesti e falabutti buon Natal diciamo a tutti!"
Quando sorride mostra due dentoni candidi e incredibilmente grandi.

Patsy, al contrario di Ten, è enorme e un po' tonto, ma siamo disposti a sfidare chiunque sostenendo che è uno dei personaggi più buoni del mondo dei comics.
Ogni tanto si perde la lingua che penzola abbandonata sul bavero dell'immenso trench, mostrando tutta la sua incredulità.
Patsy è fortissimo e per questo una gran risorsa al fianco di due tappi spumeggianti come Nick e Ten.

Indossa un impermeabile e una bombetta minuscola, quasi sempre del medesimo colore, più un papillon che varia dal rosso al giallo.
A lui va la battuta finale di ogni cartone.
Infatti, quando Ten chiosa dicendo una delle sue, Patsy risponde sempre la stessa frase consacrando questa, più che mai, a leitmotiv di una generazione:
"E l'ultimo chiuda la porta!"

Ecco la tipica fine di un cartone di Nick Carter:

Ten:
"Dice il saggio:
tutto è bene quel che finisce bene.
E...

Patsy:
"...E l'ultimo chiuda la porta!".

Parlando di Nick Carter, tuttavia, non si può dimenticare il suo nemico per eccellenza:
Stanislao Moulinsky.
E' una specie di Fregoli molto, molto pasticcione!

Ora, è bene sapere che Stanislao Moulinsky per sfuggire a Nick è capace di travestirsi da qualsiasi cosa.
Qualche esempio?
Può diventare una fanciulla, una sedia, una cassaforte, un cavallo e ha avuto anche il coraggio di travestirsi da...
Babbo Natale!

Nell'epica sfida fra Nick e Stanislao, alla fine, Nick Carter vince sempre.
Ma a Moulinsky viene consacrata un'altra frase cult della serie.
Infatti, ogni volta che viene smascherato Stanislao ammette:
"Ebbene sì, maledetto Carter, hai vinto anche stavolta!"

Quanti ricordi bellissimi legati a SuperGulp...

Per chiudere, vi diremo un nome.
Bartolomeo Pestalozzi da Pinerolo.
Chi era costui?
Vi starete domandando...
Si tratta dell'allievo prediletto di Stanislao Moulinsky, emulo del suo capo.
Anche lui sempre pronto a travestirsi e camuffarsi in ogni occasione.
Beh, possiamo garantire che si tratta di un'eccellente coppia di malfattori!

Finisce così la cronaca del grande e riuscitissimo debutto di Nick Carter in TV e della mai eguagliata prima trasmissione di fumetti andata in onda nel nostro paese.
Cosa resta da dire, oltre manifestare una grande, grande, grande nostalgia?
La verità?
Certo!
E cioè che SuperGulp non sarebbe mai dovuta finire...
Mai...
E' così.
Per fortuna c'è il web che ne custodisce qualche stralcio e alcune melodie.

Molto bene, amici, allora...
alla prossima.

Ah, quasi dimenticavamo:
...E l'ultimo chiuda la porta!

 

 

 

 

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