E’ morto Roger Corman, il gigante di Hollywood che ci ha insegnato il cinema - la Repubblica

Spettacoli

E’ morto Roger Corman, il gigante di Hollywood che ci ha insegnato il cinema

Il regista e produttore aveva 98 anni. Ha fatto esordire – o ha contribuito a lanciare – autori come Coppola, Scorsese, Cameron. E’ stato il maestro dei B-movie che facevano cassa. E ha distribuito Fellini e Bergman negli Stati Uniti. Intuendo, per primo, che l’alto e il basso, gli autori e i mestieranti, possono e devono coesistere

3 minuti di lettura

Se Cannes avesse un’anima, quest’anno saremmo tutti vestiti a lutto: pochi giorni prima di un festival che in passato l’ha giustamente accolto e celebrato se ne va Roger Corman, all’età di 98 anni. E se ne va il Cinema. Perché, prima di ogni altra cosa, bisogna dirlo ad alta voce: senza Roger Corman nessuno di noi sarebbe qui. Nessuno. Da Francis Coppola, che è stato uno dei suoi mille allievi e che quest’anno torna a Cannes con Megalopolis, all’ultimo di noi critici. Perché Corman, senza saperlo e sicuramente senza volerlo, ha anche insegnato il mestiere a tutti noi. Almeno da una certa generazione in poi. Ma ne parliamo dopo.

(afp)

Roger Corman è l’uomo che ha fatto centinaia di film a Hollywood senza mai perdere un centesimo. Così recita il titolo di una sua vecchia autobiografia (per la precisione: Come ho fatto cento film a Hollywood senza mai perdere un dollaro, edita in Italia da Lindau nel 1998) alla quale è abbondantemente sopravvissuto.

Roger Corman, il suo archivio su YouTube

È stato regista, attore, sceneggiatore, produttore, distributore. Il famoso database imdb.com gli accredita 56 regie (nemmeno tante, ha smesso presto) e 493 produzioni (sì, avete letto bene: quattrocentonovantatre, per un pelo non è arrivato a 500). Ha fatto esordire, o ha contribuito a lanciare, Martin Scorsese, Peter Bogdanovich, Joe Dante, James Cameron, Ron Howard, Jonathan Demme, Monte Hellman, Jack Nicholson e il citato Coppola. Ma prima ancora di creare letteralmente da zero il grande cinema americano degli anni ’70 è stato un regista e un produttore importante fin dagli anni ’50.

La piccola bottega degli orrori - Il film cult di Roger Corman

La sua società di produzione, la American International Pictures, nasce nel 1954. I titoli dicono tutto: Il mostro del pianeta perduto, Le donne della palude, La pantera del West, Il mercenario della morte, Il vampiro del pianeta rosso, La leggenda vichinga, Guerra dei satelliti, La legge del mitra, La donna vespa, La creatura del mare fantasma. Fantascienza, horror, bike-movies, film di gangster, qualche western: tutti i generi hollywoodiani frullati in un cocktail che mescola in giuste dosi violenza, ritmo, musica rock (Rock All Night porta al cinema i Platters nel 1957), delinquenza giovanile e quel poco di sesso che la censura americana permetteva in quei tempi (di più, comunque, rispetto alla serie A). È cinema di serie B, a volte di serie C, destinato al mercato dei drive-in: film brevi, emozionanti, spesso un po’ tirati via ma dritti e affilati come spade.

Le leggende sul suo modo rapido ed efficiente di lavorare circolano a Hollywood da anni. La piccola bottega degli orrori detiene tuttora il record di film più veloce mai girato: due giorni di lavorazione, su un set già pronto e affittato, dopo tre giorni di prove. Jack Nicholson lo ricorda ancora con una risata: «Ogni tanto, per sbaglio, Roger ha fatto anche dei bei film. Ma mai con me!». Lo stesso Nicholson gli portò il progetto di Easy Rider e Corman lo rifiutò: «I film con le moto sono finiti», sentenziò. Uno dei suoi pochi errori.

Roger Corman sul set
Roger Corman sul set 

Martin Scorsese, dopo essere stato costretto a lasciare New York per la prima volta in vita sua per girare America 1929: sterminateli senza pietà gli chiese di produrre Mean Streets. Corman gli disse sì, a condizione che lo facesse con attori afroamericani perché andava forte la blaxploitation, i film “neri” con Richard Roundtree e Pam Grier: Scorsese declinò e lo fece con De Niro e Keitel, forse meglio così. Sul set di un western dove non c’erano nemmeno i soldi per delle stanze in qualche pidocchioso motel un’attrice gli fece una domanda indimenticabile: «Roger, who I have to fuck to get OUT of this picture?» (Roger, chi mi devo scopare per ANDARMENE da questo film?). Non erano ancora i tempi del MeToo (l’episodio è raccontato nel libro suddetto).

Nel 1959 fece esordire Coppola a vent’anni con un film di fantascienza intitolato Stazione spaziale K-9: aveva comprato i diritti di un film di fantascienza sovietico intitolato Nebo zovjot (Il cielo chiama) e ordinò a Coppola di trasformarlo in un film americano doppiando i dialoghi e girando con effetti artigianali delle scene in cui l’astronave viene attaccata da un mostro spaziale. Ovviamente tutte le scritte in cirillico vennero tagliate, o schermate, ma a un certo punto un’incongrua bandiera rossa con falce e martello fa capolino.

Il regista al Fantafestival nel 1984
Il regista al Fantafestival nel 1984 

Eppure, in questo delirio di film fatti e rifatti in fretta e furia ogni tanto Corman dirigeva dei gioielli, e non per sbaglio. L’odio esplode a Dallas rimane uno dei più feroci apologhi sul razzismo, quasi un anti-Trump ante litteram: non fece un dollaro e Corman imparò la lezione: «Mai più messaggi nei film, o meglio: prima lo spettacolo, il messaggio deve star dietro, nascosto». I film horror degli anni ’60 (I racconti del terrore, I maghi del terrore, La vergine di cera, La maschera della morte rossa e La tomba di Ligeia) sono notevolissimi e hanno influenzato tutto l’horror made in Usa successivo. I selvaggi e Il serpente di fuoco catturano lo spirito dei Sixties assai meglio di Easy Rider; Il massacro del giorno di San Valentino e Il clan dei Barker sono gangster-movies straordinari.

Corman presenta il Grand Prix della giuria durante la cerimonia di chiusura del festival di Cannes del 2023
Corman presenta il Grand Prix della giuria durante la cerimonia di chiusura del festival di Cannes del 2023 (afp)

Ma perché si parlava di critica? Semplice: l’altra fondamentale creazione di Corman è la New World Pictures, una società di distribuzione fondata nel 1970. Oltre ai suoi film, Corman distribuì negli Stati Uniti capolavori firmati da Bergman, Fellini, Truffaut, Kurosawa. Vinse svariati Oscar per il film straniero e mostrò al pubblico americano che razza di cinema si faceva nel resto del mondo; soprattutto, insegnò a tutti i critici attivi dagli anni ’70 in poi che Sussurri e grida e Amarcord (sì, li ha distribuiti lui) potevano stare nella stessa frase, e sullo stesso scaffale, con L’adolescente bambola e Atlas il trionfatore di Atene. Se oggi diamo per scontato che l’Alto e il Basso, la serie A e la serie Z, gli autori e i mestieranti possono e debbono coesistere è merito in primis di Roger Corman. Sissignori, con lui se n’è andato il Cinema. Ricordiamocelo, quando saremo a spasso sulla Croisette.

I commenti dei lettori