Bolt Thrower – Recensione: Those Once Loyal

Bolt Thrower – Recensione: Those Once Loyal

Gli inglesi Bolt Thrower si riaffacciano sul mercato discografico con ‘Those Once Loyal’, ottavo album in studio per la storica band deathcore da quasi vent’anni legata a tematiche guerresche e al mondo militare.

Senza troppi giri di parole, vi diciamo subito che ‘Those Once Loyal’ è un disco statico e avaro di emozioni, che purtroppo, già come era accaduto per le due ultime trascurabili releases (‘Mercenary’ del 1998 e ‘Honour – Valour – Pride’ del 2001) ci consegna una band dalle capacità evolutive incerte e da una vena compositiva che parrebbe ormai esaurita.

Il difetto dei Bolt Thrower (una band che attorno alla metà degli anni ’80, trovò un approccio del tutto nuovo alla musica estrema) sembra quello di voler ricalcare di volta in volta lo stile degli esordi, senza però riuscirvi appieno. Stilisticamente siamo sempre di fronte ad un deathcore dall’incedere lento e soffocante, con riff rocciosi che si lasciano andare ad alcune accelerazioni improvvise. Va detto che in questo senso i chitarristi Barry Thomson e Gavin Ward svolgono un buon lavoro nell’arricchire i brani con assoli d’impatto, ad esempio in ‘Granite Wall’, nella più moderna ‘The Killchain’ o nella conclusiva ‘When Cannons Fade’.

Peccato però che i brani non sempre riescano a decollare, risultando il più delle volte privi di passaggi avvincenti. Non convince nemmeno il reinserimento dello storico singer Karl Willetts, che offre una prestazione abbastanza lineare, senza mai abbandonare un growl ottimamente impostato ma non espressivo come ci si aspetterebbe.

Per farla breve ‘Those Once Loyal’ è un brutto disco con un grande nome stampato in copertina.

Voto recensore
5
Etichetta: Metalblade / Audioglobe

Anno: 2005

Tracklist:

01.At First Light
02.Entrenched
03.The Killchain
04.Granite Wall
05.Those Once Loyal
06.Anti-Tank (Dead Armour)
07.Last Stand Of Humanity
08.Salvo
09.When Cannons Fade


andrea.sacchi

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Poser di professione, è in realtà un darkettone che nel tempo libero ascolta black metal, doom e gothic, i generi che recensisce su Metallus. Non essendo molto trve, adora ballare la new wave e andare al mare. Ha un debole per la piadina crudo e squacquerone, è rimasto fermo ai 16-bit e preferisce di gran lunga il vinile al digitale.

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