Cancro Pippo Baudo: "Solo tre mesi" | I medici riuniti per lui - Belligea
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Cancro Pippo Baudo: “Solo tre mesi” | I medici riuniti per lui

Pippo Baudo (ANSAfoto) - belligea.it
Pippo Baudo (ANSAfoto) – belligea.it

La malattia che per eccellenza ancora l’essere umano non è riuscito a sconfiggere del tutto: la lotta di Baudo.

Pippo Baudo è uno dei baluardi della vecchia scuola della televisione italiana, un media fatto di informazione e intrattenimento, sì, ma anche tanta eleganza, una eleganza che oggi si è persa, in favore, però, dell’acquisizione di altri vantaggi.

Siamo fortunati a poter disporre di una figura di tale statura che possa testimoniare come era la televisione di allora, vista anche la perdita di numerose persone di spettacolo che hanno lavorato in quell’epoca.

Eppure, sembra che un male oscuro abbia segnato la vita di Baudo, il cancro, il male del secolo, quello la cui diagnosi farebbe rabbrividire anche i più coraggiosi.

Baudo ha raccontato della sua esperienza e della malattia nel corso di un’intervista presso una importante organizzazione che si fa carico delle esperienze dei pazienti malati di cancro: ecco cosa ha rivelato.

Un tumore difficile da sconfiggere

Erano solamente gli anni ’70 quando al noto conduttore televisivo fu diagnosticato un carcinoma papillifero della tiroide, un male contro il quale Baudo ha dovuto lottare per un tempo lunghissimo in uno estenuante sottoporsi a una serie di operazioni.

Cinque in totale, ha raccontato, ripercorrendo alcuni dei momenti più difficili, momenti in cui il cancro ha rischiato di interferire con la sua brillante carriera – ha citato, ad esempio, il 1994, quando doveva presentare il Festival di Sanremo e aveva “perso la voce”, ha narrato sciorinando i passi fondamentali della sua unica esperienza, come è unica quella di tutte le persone che hanno vissuto con un tumore. Sembrava finita, e invece non lo era affatto.

Baudo imperterrito (ANSAfoto) - belligea.it
Baudo imperterrito (ANSAfoto) – belligea.it

L’inciampo del 2011

L’Odissea di Baudo per tornare a uno stato di salute non a rischio sembrava finito, quando nel 2011 subì un ricovero presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma. Fortunatamente, annunciò poi il conduttore, si era trattato solamente di un brutto sbalzo di pressione, nulla di cui preoccuparsi più del dovuto.

Oggi il conduttore riesce persino a parlare in tono leggero delle sue operazioni e del suo duro percorso per uscire da quella situazione di malattia: “Quando mi chiesero quali impegni avevo, per decidere quando operarmi, risposi che mi servivano tre mesi per preparare Canzonissima”, ha affermato con grande simpatia. L’esperienza del conduttore ha commosso tanti, e il suo racconto all’Associazione Italiana Malati di Cancro potrà senza dubbio essere utile a tante persone con la patologia e ai loro caregiver, oltre che a smuovere le comunità e le istituzioni a impiegare maggiori risorse nella ricerca.