sandro ditrento
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domenica 3 febbraio 2013
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film stupendo
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Sono andato a vederlo ieri sera, e l'ho trovato stupendo tanto da arrivare a commuovermi come non mi accadeva da anni per un film (forse anche perch� la mia, vicina a quella dei protagonisti, ha fatto s� che mi immedesimassi facilmente con loro). E' una storia molto delicata e romantica su quattro cantanti d'opera, ospiti di una casa di riposo per artisti nella campagna inglese, che pur con i problemi e gli acciacchi dell'et� organizzano uno spettacolo di beneficenza e nel farlo rinverdiscono la loro antica amicizia e una storia d'amore interrottasi anni prima.
Nel film recitano una stupenda Maggie Smith nel ruolo della protagonista (una grande cantante lirica ritiratasi dalle scene quando, diventata anziana, ha sentito la sua voce perdere forza e vigore ed ha avuto paura di deludere il suo pubblico) e dei bravissimi Albert Finney, Tom Courtnay, Billy Connolly ed una stupenda Pauline Collins nei panni di Cissy, una cantante con un inizio di Alzheimer, resa in modo veramente magistrale.
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Sono andato a vederlo ieri sera, e l'ho trovato stupendo tanto da arrivare a commuovermi come non mi accadeva da anni per un film (forse anche perch� la mia, vicina a quella dei protagonisti, ha fatto s� che mi immedesimassi facilmente con loro). E' una storia molto delicata e romantica su quattro cantanti d'opera, ospiti di una casa di riposo per artisti nella campagna inglese, che pur con i problemi e gli acciacchi dell'et� organizzano uno spettacolo di beneficenza e nel farlo rinverdiscono la loro antica amicizia e una storia d'amore interrottasi anni prima.
Nel film recitano una stupenda Maggie Smith nel ruolo della protagonista (una grande cantante lirica ritiratasi dalle scene quando, diventata anziana, ha sentito la sua voce perdere forza e vigore ed ha avuto paura di deludere il suo pubblico) e dei bravissimi Albert Finney, Tom Courtnay, Billy Connolly ed una stupenda Pauline Collins nei panni di Cissy, una cantante con un inizio di Alzheimer, resa in modo veramente magistrale.
Ma la vera grande protagonista del film � la musica, o meglio l'amore per questa sublime arte, che pervade tutto il film e lo rende estremamente godibile per tutti gli amanti del bel canto.
Dustin Hoffmann, che ho tanto apprezzato in passato come attore, ha mostrato di essere anche un grande regista in questa sua opera prima, che ha diretto con grande maestria.
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renato volpone
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marted� 29 gennaio 2013
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molto "british"
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Dustin Hoffman si cimenta nella regia e ci offre un film elegante, raffinato, divertente e molto "british". Il racconto ci porta in una casa di riposo per artisti dove il sentimento per la vita è così grande che gli anziani cantanti lirici convivono con giovani rapper e tentano di capire l'hip hop. È una storia di musica, di canto, di vita, ma soprattutto di amore e di amicizia. Maggie Smith dopo "Marigold hotel" ci propone ancora una volta la vecchia stizzosa, ma dal cuore tenero, cantante lirica in ritiro che arrivando al relais spezza il fragile equilibrio della casa risvegliando antichi rancori e mai sopiti amori. Pauline Collins sorprende e cattura tutti con la sua simpatia interpretando superbamente una "Cissy" che difficilmente potremo dimenticare e insegnandoci che cantare ed essere un po' svaniti fanno più bella la vita.
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Dustin Hoffman si cimenta nella regia e ci offre un film elegante, raffinato, divertente e molto "british". Il racconto ci porta in una casa di riposo per artisti dove il sentimento per la vita è così grande che gli anziani cantanti lirici convivono con giovani rapper e tentano di capire l'hip hop. È una storia di musica, di canto, di vita, ma soprattutto di amore e di amicizia. Maggie Smith dopo "Marigold hotel" ci propone ancora una volta la vecchia stizzosa, ma dal cuore tenero, cantante lirica in ritiro che arrivando al relais spezza il fragile equilibrio della casa risvegliando antichi rancori e mai sopiti amori. Pauline Collins sorprende e cattura tutti con la sua simpatia interpretando superbamente una "Cissy" che difficilmente potremo dimenticare e insegnandoci che cantare ed essere un po' svaniti fanno più bella la vita. Bill Connelly e Tom Courtenay completano il meraviglioso quartetto del "Rigoletto" e, tra battute divertentissime, qualche acciacco e tanta tenerezza ci portano attraverso i giardini della vecchiaia con quella voglia di fare e di crescere che è un grande insegnamento per chi oggi si ferma all'inizio del crinale e non osa salire perdendosi meravigliosi paesaggi. Assolutamente da vedere in lingua originale per non perdere le battute bellissime in inglese e la delicatissima recitazione di questi mostri del cinema.
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[+] una sottile malinconia...
(di francesca50)
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[+] molto pi� che sottile melanconia....
(di previsit)
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fabiofeli
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luned� 28 gennaio 2013
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da piccolo grande uomo a piccolo grande regista.
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Quartet di Dustin Hoffman
Hoffman filma con la leggerezza e la perizia incantevole del James Ivory di Camera con vista, autore a sua volta di un Quartet con tutt�altro soggetto nel 1981. Qui la sceneggiatura � firmata da Ronald Harwood, autore della commedia omonima e l�aderenza al testo � assicurata.
Ancora una grande star hollywoodiana dietro la cinepresa, dunque, sulla scia dei Redford, Eastwood, De Niro che hanno ottenuto alterni risultati. L�ex �piccolo grande uomo� a 75 anni diventa un �piccolo grande regista� e dirige un vero quartetto d�Assi: un invecchiato, ma sempre intensissimo Tom Courtenay, misurato ma sempre un po� arrabbiato, nella parte di Reggy; un simpatico filibustiere donnaiolo come Billy Connolly uno scatenato Wilf; una svampita memorabile come Pauline Collins che impersona Cissy, Alzheimer permettendo; �dulcis in fundo� la grande Maggie Smith, nel ruolo di Jean Horton, che, oltre ad avere il pregio di somigliare, seppur meno bella e un po� segaligna, a una mia sorella rendendomela pi� cara, alterna battute ed espressioni raffinate e lancinanti con un appropriato, incisivo ed efficace turpiloquio.
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Quartet di Dustin Hoffman
Hoffman filma con la leggerezza e la perizia incantevole del James Ivory di Camera con vista, autore a sua volta di un Quartet con tutt�altro soggetto nel 1981. Qui la sceneggiatura � firmata da Ronald Harwood, autore della commedia omonima e l�aderenza al testo � assicurata.
Ancora una grande star hollywoodiana dietro la cinepresa, dunque, sulla scia dei Redford, Eastwood, De Niro che hanno ottenuto alterni risultati. L�ex �piccolo grande uomo� a 75 anni diventa un �piccolo grande regista� e dirige un vero quartetto d�Assi: un invecchiato, ma sempre intensissimo Tom Courtenay, misurato ma sempre un po� arrabbiato, nella parte di Reggy; un simpatico filibustiere donnaiolo come Billy Connolly uno scatenato Wilf; una svampita memorabile come Pauline Collins che impersona Cissy, Alzheimer permettendo; �dulcis in fundo� la grande Maggie Smith, nel ruolo di Jean Horton, che, oltre ad avere il pregio di somigliare, seppur meno bella e un po� segaligna, a una mia sorella rendendomela pi� cara, alterna battute ed espressioni raffinate e lancinanti con un appropriato, incisivo ed efficace turpiloquio. Hoffman si toglie perfino lo sfizio di infilare in una parte secondaria Albert Finney, indimenticato bellone in Tom Jones (ragazzi: il top del �63!).
La trama � presto detta. C�� una casa di riposo per artisti, Beecham House, nel verde della campagna; numerosi ospiti sono stati astri del Belcanto ed ogni anno si organizza, in occasione dell�anniversario della nascita di Giuseppe Verdi, un concerto per ottenere i fondi necessari alla sopravvivenza dell�istituzione. L�arrivo di Jean Horton permetterebbe di riunire il famoso Quartetto Verdiano con l�effetto di ottenere pi� sostanziose donazioni dai danarosi ospiti dello spettacolo. Sembra facile convincere Jean, ma �
Nel film tutto � oliato e fila liscio con molti gradevoli momenti di divertimento. La storia per� non induce a speculazioni molto pi� profonde del rimpianto del tempo e delle occasioni passate: sono commendevoli pensieri, certo, in chi ha, come me, pi� passato alle spalle che non futuro davanti, ma non particolarmente appetibili per un pubblico pi� giovane. Sfizioso l�accostamento della Sacra Lirica al dissacrante e apparentemente pedestre rap.
Un film comunque da vedere, gusti e suggestioni personali a parte.
Vallutazione *** (su 5)
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padly
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mercoled� 20 febbraio 2013
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uno stupendo e delicato "meta-melodramma"
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Bellissima opera di Dustin Hoffman: Un "meta-melodramma delicato", fantasia di stati d'animo, sentimenti e passioni, emozioni e ricordi. Nella casa di riposo per anziani musicisti la musica � contesto totale, legame fra passato e presente, e proprio nella musica c'� l'insegnamento per reinventarsi, anche in vecchiaia perch� "c'� sempre tempo..". Si sorride, ci si commuove e quasi si vorrebbe essere l�. "L�opera � una persona che viene pugnalata alle spalle e anzich� morire canta. L�opera rende le emozioni libere.": pu� essere un invito, per la vita, a reinventarsi, se si viene pugnalati alle spalle e non solo. La trama non � essenziale perch� si amano i personaggi, le situazioni, l'atmosfera, i luoghi.
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Bellissima opera di Dustin Hoffman: Un "meta-melodramma delicato", fantasia di stati d'animo, sentimenti e passioni, emozioni e ricordi. Nella casa di riposo per anziani musicisti la musica � contesto totale, legame fra passato e presente, e proprio nella musica c'� l'insegnamento per reinventarsi, anche in vecchiaia perch� "c'� sempre tempo..". Si sorride, ci si commuove e quasi si vorrebbe essere l�. "L�opera � una persona che viene pugnalata alle spalle e anzich� morire canta. L�opera rende le emozioni libere.": pu� essere un invito, per la vita, a reinventarsi, se si viene pugnalati alle spalle e non solo. La trama non � essenziale perch� si amano i personaggi, le situazioni, l'atmosfera, i luoghi. L'esecuzione del famoso quartetto del Rigoletto di Verdi, sulla quale si focalizza l'attesa dello spettatore, si risolve con la prospettiva di un legame ritrovato e con l'applauso del pubblico. Poi � "Bella figlia dell'amore...", ma sui titoli di coda. Finale perfetto. Grandissimo film.
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flyanto
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luned� 28 gennaio 2013
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un delizioso 'quartetto' un p� retro
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Primo film diretto dall'attore Dustin Hoffman in cui vengono narrate le vicende, con la preparazione di uno spettacolo lirico quale saggio finale, di alcuni famosi ex cantanti lirici e musicisti, ora ritiratisi in una lussuosa casa di riposo in Inghilterra. Divertente per ciò che riguarda la trama e con una sceneggiatura alquanto brillante ed arguta, questa pellicola di esordio dell'attore americano è diretta con stile, eleganza, e brio. Molto sensibile per ciò che riguarda il delicato tema della vecchiaia e della notorietà ormai passata, il film riesce però ad infondere uno sguardo positivo verso un ormai sempre più precario e corto futuro.
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Primo film diretto dall'attore Dustin Hoffman in cui vengono narrate le vicende, con la preparazione di uno spettacolo lirico quale saggio finale, di alcuni famosi ex cantanti lirici e musicisti, ora ritiratisi in una lussuosa casa di riposo in Inghilterra. Divertente per ciò che riguarda la trama e con una sceneggiatura alquanto brillante ed arguta, questa pellicola di esordio dell'attore americano è diretta con stile, eleganza, e brio. Molto sensibile per ciò che riguarda il delicato tema della vecchiaia e della notorietà ormai passata, il film riesce però ad infondere uno sguardo positivo verso un ormai sempre più precario e corto futuro. Ottimi tutti gli attori (da Maggie Smith, ad Albert Finney, a Billy Connolly, ecc.) che vengono sicuramente a contribuire e ad innalzare il valore del film. Per chi ama la lirica, inoltre, eccellenti sono i brani scelti di opere magnificamente interpretate.
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sergiofi
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luned� 4 aprile 2016
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la terza et� raccontata a suon di musica
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Quartet racconta, con tocchi magistrali e la giusta dose di disincanto, storie di ordinaria quotidianità a Beecham House. Una casa di riposo per musicisti e cantanti, immersa nella campagna inglese, dove la vita di tutti i giorni scorre secondo ritmi mai banali perchè conformi all'eccezionalità dei suoi anziani ospiti. Dustin Hoffman, alla sua prima prova da regista, assembla un cast di grandi attori inglesi e li fa muovere al suono della grande musica operistica (e non solo) che ci accompagna dall'inizio alla fine del film. Non ci sono prime donne. Tutti trascorrono le loro giornate in comunione con gli altri, condividendo rimpianti e maliconia. Un tripudio di battute e di personaggi, al servizio di un'idea tratta dalla pièce di Ronald Harwood, che si gustano ancora meglio nella versione originale.
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Quartet racconta, con tocchi magistrali e la giusta dose di disincanto, storie di ordinaria quotidianità a Beecham House. Una casa di riposo per musicisti e cantanti, immersa nella campagna inglese, dove la vita di tutti i giorni scorre secondo ritmi mai banali perchè conformi all'eccezionalità dei suoi anziani ospiti. Dustin Hoffman, alla sua prima prova da regista, assembla un cast di grandi attori inglesi e li fa muovere al suono della grande musica operistica (e non solo) che ci accompagna dall'inizio alla fine del film. Non ci sono prime donne. Tutti trascorrono le loro giornate in comunione con gli altri, condividendo rimpianti e maliconia. Un tripudio di battute e di personaggi, al servizio di un'idea tratta dalla pièce di Ronald Harwood, che si gustano ancora meglio nella versione originale. Ne esce un film elegante, raffinato, spesso divertente e altre volte velato da un filo di tristezza, prevedibile nel suo sviluppo eppure coinvolgente. La conferma, come sempre, che la classe non è acqua. Sia davanti che dietro la cinepresa.
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alessanvan
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sabato 2 marzo 2013
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commedia deliziosa
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Quartet è una deliziona commedia dieretta dell'esordiente (alla regia) Dustin Hoffman ambientata in una casa di riposo dove risiedonoartisti una volta famosi soprattutto nel mondo dell'opera lirica. Antiche rivalità,vecchie questioni sentimentali non risolte fanno da sfondo alla preparazione dell'annuale gala molto importante sia perché la musica, l'opera lirica e il palcoscenico sono le uniche passioni che tengono in vita gli ospiti della casa, sia perché è l'ulima speranza per raccogliere gli introiti economici necessari per la sopravvivenza dell'isituto. La musica e l'opera diventano così quasi il tema centrale del film.
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Quartet è una deliziona commedia dieretta dell'esordiente (alla regia) Dustin Hoffman ambientata in una casa di riposo dove risiedonoartisti una volta famosi soprattutto nel mondo dell'opera lirica. Antiche rivalità,vecchie questioni sentimentali non risolte fanno da sfondo alla preparazione dell'annuale gala molto importante sia perché la musica, l'opera lirica e il palcoscenico sono le uniche passioni che tengono in vita gli ospiti della casa, sia perché è l'ulima speranza per raccogliere gli introiti economici necessari per la sopravvivenza dell'isituto. La musica e l'opera diventano così quasi il tema centrale del film. Ottila la parte dove Reginald cerca di spiegare l'opera ai giovani con un paragone tra opera e rap che però non è dell tutto fuori luogo come potrebbe sembrare all'inizio
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gloin90
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gioved� 23 maggio 2013
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hoffman e la commedia inglese
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Dietro la macchina da presa per la prima volta, l’attore cinematografico Dustin Hoffman riesce a dirigere, con impegno, semplicità e capacità, attori del calibro di Michael Gambon, Maggie Smith, Billy Connolly e Tom Courtenay, nel suo Quartet.
Tre cantanti di un quartetto operistico, Reginald Paget (Tom Courtenay), Wilf Bond (Billy Connolly), Cissy Robson (Pauline Collins) vivono in una casa di riposo per cantanti lirici. Sebbene sia il periodo in cui ci si debba preparare per il gran galà in occasione dell’anniversario della nascita di Giuseppe Verdi, la loro routine scorre abbastanza tranquilla: tra musica, croquet, animazione e passeggiate nell’enorme giardino della casa.
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Dietro la macchina da presa per la prima volta, l’attore cinematografico Dustin Hoffman riesce a dirigere, con impegno, semplicità e capacità, attori del calibro di Michael Gambon, Maggie Smith, Billy Connolly e Tom Courtenay, nel suo Quartet.
Tre cantanti di un quartetto operistico, Reginald Paget (Tom Courtenay), Wilf Bond (Billy Connolly), Cissy Robson (Pauline Collins) vivono in una casa di riposo per cantanti lirici. Sebbene sia il periodo in cui ci si debba preparare per il gran galà in occasione dell’anniversario della nascita di Giuseppe Verdi, la loro routine scorre abbastanza tranquilla: tra musica, croquet, animazione e passeggiate nell’enorme giardino della casa.
L’arrivo del quarto membro, Jean Horton (Maggie Smith), scombina i piani dell’organizzatore del galà, Cedric Livingstone (Michael Gambon) e riaffiorano dissidi e passati rancori con l’ex marito Reginald.
Dopo aver recitato nei recenti La versione di Barney e Vi presento i vostri (entrambi del 2010), Hoffman esordisce alla regia con un film che si può definire inglese a tutti gli effetti, non solo perché ambientato in Inghilterra (le scene che si svolgono all’esterno ci restituiscono la verde e meravigliosa campagna inglese), gli interpreti sono inglesi ed è una trasposizione di una pièce teatrale di Ronald Harwood (qui sceneggiatore) ma anche per il registro che Hoffman cerca di dare al lungometraggio: amalgamare un tono spensierato e semplice, tipico della commedia inglese, alle difficoltà della terza età.
Ci riesce grazie anche alla performance degli attori: la Smith carismatica e splendida in questo ruolo; la Collins che mescola dolcezza e tristezza; Connolly brillante in un vecchio dongiovanni sempre pronto a sedurre e Courtenay capace nel restituire al pubblico il suo orgoglio spezzato di marito. Una nota positiva va anche a Gambon abilissimo nel ruolo marginale di un uomo brontolone e perfezionista. In alcuni punti però il film scade nella semplicità e nei cliché: i battibecchi tra Reginald e Jean che sfociano invece in uno scontato e ritrovato amore e l’approfondimento marginale del motivo per cui Jean non vuole più cantare.
Tra i vari temi che trasmette la pellicola (l’età che avanza, i ricordi passati) spicca l’amore per la buona musica. Il regista adopera la musica lirica come una scenografia: la sentiamo sempre intorno a noi che sia essa diegetica o extradiegetica; la musica diventa un accompagnamento per i personaggi non perché, una volta, di essa ne facevano il loro mestiere ma perché è la ragione della loro vita, è ciò che li fa sentire vivi.
Ed è questo (la musica) uno dei punti forti, insieme alla maliziosa, intelligente e spiritosa recitazione degli attori, ad un montaggio senza pecche che ne fanno una briosa commedia inglese, un buon film e confermano Dustin Hoffman anche come regista preparato.
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enzo70
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sabato 23 febbraio 2013
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un quartetto di stelle
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Un film intelligente per un debutto intelligente. Dustin Hoffman non aveva mai diretto un film ed inizia tardi. Non cerca effetti speciali, in linea con il personaggio ed il risultato è un film estremamente gradevole che ha come insolito protagonista il bel canto. E’ un film buono, ma non buonista, recitato con grande maestria da grandi attori e che nel volare basso arriva in alto in diversi punti. La storia è semplice, in una specie di ospizio di lusso per vecchie glorie del bel canto, gli equilibri vengono rotti dall’arrivo di Maggie Smith che interpreta alla grande l’ex, infedele e bizzosa, moglie di Tom Courtney. E anche la coppia di amici formata da Pauline Collins e uno straordinario Albert Finney viene messa in crisi.
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Un film intelligente per un debutto intelligente. Dustin Hoffman non aveva mai diretto un film ed inizia tardi. Non cerca effetti speciali, in linea con il personaggio ed il risultato è un film estremamente gradevole che ha come insolito protagonista il bel canto. E’ un film buono, ma non buonista, recitato con grande maestria da grandi attori e che nel volare basso arriva in alto in diversi punti. La storia è semplice, in una specie di ospizio di lusso per vecchie glorie del bel canto, gli equilibri vengono rotti dall’arrivo di Maggie Smith che interpreta alla grande l’ex, infedele e bizzosa, moglie di Tom Courtney. E anche la coppia di amici formata da Pauline Collins e uno straordinario Albert Finney viene messa in crisi. E si, perché occorre organizzare un grande concerto in occasione dell’anniversario per la nascita di Verdi cui solo Jean Horton (per l’appunto Maggie Smith) può dare il lustro che merita . La storia di per sé è scontata, ma la buona musica ed il livello degli interpreti danno una grande mano a Dustin Hoffmann che, comunque, di suo ci mette lo stile ed un grande equilibrio. Il film è ambientato in campagna, la casa di riposo, Beecham House è un posto incantevole, ma i toni ricordano in più punti il vissuto di New York. Il film va avanti tra prevedibili colpi di scena ma non è un film da effetti speciali o da grandi sorprese. E’ un film diretto da un grandissimo attore che sa quali colleghi chiamare per colpire al cuore lo spettatore. E alla fine anche la storia diventa gradevole. Consigliato.
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gloin90
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domenica 19 maggio 2013
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hoffman e la commedia inglese
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Dietro la macchina da presa per la prima volta, l’attore cinematografico Dustin Hoffman riesce a dirigere, con impegno, semplicità e capacità, attori del calibro di Michael Gambon, Maggie Smith, Billy Connolly e Tom Courtenay, nel suo Quartet.
Tre cantanti di un quartetto operistico, Reginald Paget (Tom Courtenay), Wilf Bond (Billy Connolly), Cissy Robson (Pauline Collins) vivono in una casa di riposo per cantanti lirici. Sebbene sia il periodo in cui ci si debba preparare per il gran galà in occasione dell’anniversario della nascita di Giuseppe Verdi, la loro routine scorre abbastanza tranquilla: tra musica, croquet, animazione e passeggiate nell’enorme giardino della casa.
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Dietro la macchina da presa per la prima volta, l’attore cinematografico Dustin Hoffman riesce a dirigere, con impegno, semplicità e capacità, attori del calibro di Michael Gambon, Maggie Smith, Billy Connolly e Tom Courtenay, nel suo Quartet.
Tre cantanti di un quartetto operistico, Reginald Paget (Tom Courtenay), Wilf Bond (Billy Connolly), Cissy Robson (Pauline Collins) vivono in una casa di riposo per cantanti lirici. Sebbene sia il periodo in cui ci si debba preparare per il gran galà in occasione dell’anniversario della nascita di Giuseppe Verdi, la loro routine scorre abbastanza tranquilla: tra musica, croquet, animazione e passeggiate nell’enorme giardino della casa.
L’arrivo del quarto membro, Jean Horton (Maggie Smith), scombina i piani dell’organizzatore del galà, Cedric Livingstone (Michael Gambon) e riaffiorano dissidi e passati rancori con l’ex marito Reginald.
Dopo aver recitato nei recenti La versione di Barney e Vi presento i vostri (entrambi del 2010), Hoffman esordisce alla regia con un film che si può definire inglese a tutti gli effetti, non solo perché ambientato in Inghilterra (le scene che si svolgono all’esterno ci restituiscono la verde e meravigliosa campagna inglese), gli interpreti sono inglesi ed è una trasposizione di una pièce teatrale di Ronald Harwood (qui sceneggiatore) ma anche per il registro che Hoffman cerca di dare al lungometraggio: amalgamare un tono spensierato e semplice, tipico della commedia inglese, alle difficoltà della terza età.
Ci riesce grazie anche alla performance degli attori: la Smith carismatica e splendida in questo ruolo; la Collins che mescola dolcezza e tristezza; Connolly brillante in un vecchio dongiovanni sempre pronto a sedurre e Courtenay capace nel restituire al pubblico il suo orgoglio spezzato di marito. Una nota positiva va anche a Gambon abilissimo nel ruolo marginale di un uomo brontolone e perfezionista. In alcuni punti però il film scade nella semplicità e nei cliché: i battibecchi tra Reginald e Jean che sfociano invece in uno scontato e ritrovato amore e l’approfondimento marginale del motivo per cui Jean non vuole più cantare.
Tra i vari temi che trasmette la pellicola (l’età che avanza, i ricordi passati) spicca l’amore per la buona musica. Il regista adopera la musica lirica come una scenografia: la sentiamo sempre intorno a noi che sia essa diegetica o extradiegetica; la musica diventa un accompagnamento per i personaggi non perché, una volta, di essa ne facevano il loro mestiere ma perché è la ragione della loro vita, è ciò che li fa sentire vivi.
Ed è questo (la musica) uno dei punti forti, insieme alla maliziosa, intelligente e spiritosa recitazione degli attori, ad un montaggio senza pecche che ne fanno una briosa commedia inglese, un buon film e confermano Dustin Hoffman anche come regista preparato.
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