Giulia Bongiorno (Lega): “Sistema giudiziario al collasso, questa riforma è insufficiente” - la Repubblica

Politica

Giulia Bongiorno (Lega): “Sistema giudiziario al collasso, questa riforma è insufficiente”

Giulia Bongiorno
Giulia Bongiorno 
La responsabile giustizia del Carroccio: "Uno sciopero delle toghe sarebbe inconcepibile per i cittadini, già sfiduciati"
2 minuti di lettura

"La riforma Cartabia non affronta i punti cruciali che stanno a cuore alla Lega per cambiare un sistema al collasso". Così l’avvocato di Salvini, nonché responsabile Giustizia della Lega Giulia Bongiorno, spiega il sì al testo Cartabia e le mani libere sui referendum.


Perché Salvini ha cambiato idea sull’appuntamento con Draghi?
"Ero con lui a Palermo per il processo Open Arms e Salvini non ha mai bloccato la trattativa sulla giustizia che stavo conducendo io stessa".


Tredici anni fa, ai tempi di Berlusconi, lei era con i magistrati contro i bavagli. Ora che effetto le fa sentire il presidente dell’Anm Santalucia parlare di sciopero?
"In un sistema paralizzato uno sciopero sarebbe solo un danno ulteriore per il sistema giustizia. Inconcepibile per i cittadini, già disorientati e sfiduciati".


Lei è una nota penalista, non teme che, dopo il fascicolo su ogni toga, avrà di fronte pm e giudici che penseranno più alla carriera che a decisioni giuste?
"Il fascicolo altro non è che uno storico della carriera di ogni magistrato. Un registro delle decisioni assunte, quelle giuste e quelle che hanno comportato errori giudiziari. Si tratta perciò di uno strumento meritocratico e più oggettivo rispetto alle esasperate logiche correntizie che sinora, talvolta, hanno determinato promozioni e avanzamenti di carriera altrimenti inspiegabili".


Riforma con tanti distinguo della Lega, tant’è che chiedete mani libere sugli emendamenti simili alle proposte referendarie.
"La visione della Lega e di tutto il centrodestra della giustizia è molto distante da quella del centrosinistra e da quella dei 5Stelle; questa è una certezza. Cartabia sta cercando di trovare un punto di equilibrio, e noi la sosteniamo. Deve essere chiaro però che la sua è una riforma circoscritta ad alcuni temi e che non affronta punti cruciali che stanno a cuore alla Lega per imprimere un autentico e profondo cambiamento di un sistema al collasso".


E sarebbe?
"Stiamo affrontando il sistema elettorale, ma per me è ancora più importante capire chi vogliamo mandare al Csm. Il cambiamento epocale sarebbe affidarlo ad esponenti più autorevoli che, per il percorso eccelso già raggiunto in carriera, non nutrono alcuna mira ulteriore. L’obiettivo è sfuggire dalla logica clientelare dello scambio di favori tra toghe elette al Csm e gli elettori. Perciò è necessario ricostruire da zero il Csm".


È stata sua l’idea del sorteggio dei distretti del voto. Sarà la fine degli accordi tra le correnti?
"Noi siamo sempre costruttivi. Se si può fare un passo avanti lo facciamo. La nostra prima proposta resta il sorteggio dei candidati. Ma non c’è accordo. Allora abbiamo proposto di creare un effetto sorpresa per le elezioni del Csm, individuando un sistema che sorteggi i distretti elettorali. Ma ribadisco che i cambiamenti radicali richiedono ben altri interventi".


Un solo passaggio di carriera tra pm e giudice, neppure questo vi basta?
"La parola d’ordine è la terzietà del giudice rispetto alle parti del processo. Ma fino a quando un pm esponente di una corrente può condizionare la carriera del giudice, questa terzietà non c’è".


La legge di Cartabia è acqua fresca?
"Glielo ripeto, è necessario separare le carriere di pm e giudici e prevedere due distinti Csm. È uno degli obiettivi del referendum; una spinta dei cittadini renderebbe ineludibile e non procrastinabile questa svolta epocale".


Non è anomalo che la Lega voti per conto suo?
"Non precorriamo i tempi. Vedremo le proposte sul tavolo e le valuteremo".
 

I commenti dei lettori