Taylor Swift, poetessa tormentata. L'ultimo album è un diario maturo dei suoi amori finiti male - HuffPost Italia

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Gabriele Isman

Taylor Swift, poetessa tormentata. L'ultimo album è un diario maturo dei suoi amori finiti male

Era quasi certamente il disco più atteso dell’anno, della star più influente del pianeta, l’unica ad aver vinto quattro volte il Grammy nella categoria “Album dell’anno”, del personaggio che preoccupa anche Donald Trump per possibili endorsement finora non pervenuti, della cantante da poco entrata nel club dei miliardari di Forbes anche grazie all’Eras tour che il 13 e 14 luglio farà tappa a Milano. E Taylor Swift ha voluto stupire fino all’ultimo: un’ora prima dell’uscita sulle piattaforme di streaming ha rivelato che “The Tortured Poets Department” sarebbe stato un progetto doppio, un’antologia dei suoi ultimi anni composta esclusivamente di brani inediti, con ben 31 capitoli - ops, canzoni, quindici in più di quelle annunciate - a chiudere il suo undicesimo progetto in studio. “E ora la storia non è più la mia, è la vostra” ha scritto su Instagram Swift annunciando la sorpresa delle due del mattino americane.

Il progetto è torrenziale, pop contemporaneo dove i testi sono la parte migliore. E’ un diario maturo dei suoi amori finiti male, a partire da quello durato sei anni con l’attore inglese Joe Alwyn che non l’ha mai portata all’altare, ma che le ha suggerito il titolo dell’album dal nome di una chat chiusa con due amici attori come lui. E c’è poi la storia decisamente più breve con Matty Healy, frontman della band 1975, arrivato subito dopo Alwyn con la sua fama di misogino e il chiacchiericcio social sulla loro relazione. “E’ un lavoro catartico” dice l’autrice, necessario per il capitolo ancora da scrivere con maggiori promesse di felicità grazie al giocatore di football americano Travis Kelce: hanno fatto il giro del mondo le loro foto al Superbowl, vinto dai Kansas Chiefs in cui gioca il trentaquattrenne coetaneo di Swift.

Le storie di Taylor sono quasi sempre a due, intime e quindi spudorate, ma stavolta c’è qualcosa in più, e non solo grazie alla produzione di Jack Antonoff e Aaron Desnner: i testi sono meno mielosi e più maturi, schizzi di vita vissuta, masticata e messa in musica in cui, rispetto al passato, per i Swifties (così si chiamano i fan della cantante) sarà più complicato riconoscersi ma troveranno un’eroina più cresciuta, serena fino al punto di ammettere le sue paure: uno dei brani più interessanti è dedicato a Clara Bow, stella del cinema muto nell’America degli anni Venti, ma quando il cinema scoprì il sonoro, la sua voce risultò deludente e lei si ritirò nel 1933, prima dei numerosi ricoveri in case di cura.

Nel dipartimento dei poeti tormentati a farla da padrone sono ballad d’amore molto intime in cui scorrono i bozzetti delle tenerezze: “Affondando nei Blue Nile, lui mi ha mandato Downtown Lights, la mia noia è profonda, questa gabbia una volta andava bene, mi è concesso piangere?” canta in Guilty as a Sin, e la band scozzese (appena ricordata nella rubrica Dududadada di questa testata) è la preferita del ragazzaccio Healy. A lui potrebbe essere dedicato anche il primo singolo dell’album, “Fortnight”: “E per quattordici giorni eravamo tutto… Tutte le mie mattine sono dei lunedì bloccati in un febbraio senza fine” e la voce di Post Malone a sostenerla. Se Beyoncé e Springsteen offrono spesso l’idea di parlare a una comunità, Swift racconta benissimo se stessa, in una consapevolezza che sa piacevolmente di neofemminismo. Nel tempo dei social, delle storie dei singoli che aspirano a diventare di tutti, questo è uno dei segreti del suo primato planetario.

Alla fine dei 31 brani si scopre che la poetessa tormentata è proprio lei: “Questo periodo della vita dell’autrice - ha scritto Swift per il lancio del progetto - ormai è terminato, il capitolo è chiuso e sbarrato. Non c’è nulla da rivendicare, nessun conto da regolare una volta che le ferite si sono rimarginate. E dopo un'ulteriore riflessione, un buon numero di essi si è rivelato autoinflitto. Chi scrive è fermamente convinto che le nostre lacrime diventino sante sotto forma di inchiostro su una pagina. Una volta che abbiamo raccontato la nostra storia più triste, possiamo liberarcene”. Taylor Swift ora è davvero pronta al nuovo capitolo, anzi alla sua nuova era. 

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