ITINERARIO NELL’AREA ARCHEOLOGICA - Scarica la mappa 

    Un percorso da seguire, per visitare l’area archeologica di Pompei inizia da Porta Marina così chiamata perché si trova in direzione del mare.

    Questa Porta, che sembra quasi una torre compresa nella cinta muraria della città antica, aveva due passaggi: uno per i pedoni, l’altro per gli animali e i mezzi di trasporto leggeri.

    Scavi

    In una delle sue nicchie c’è la statua in terracotta di Minerva, protettrice della porta. Nelle vicinanze della Porta sorgeva la Villa Suburbana di Porta Marina, un’abitazione di epoca imperiale, con affreschi in terzo stile pompeiano (20 a.C. – 45 d.C.), di stampo egittizzante.

    Gli scavi di Pompei a 360 gradi con Google Streetview

     

    Appena fuori della porta ci sono le Terme suburbane, aperte al pubblico nel 2002, caratterizzate da un peculiare spogliatoio, in cui sono affrescati dei quadretti erotici che probabilmente servivano da segnaposto delle attività di prostituzione fornite ai clienti.

    In Via Marina sorge il Tempio di Venere costruito da Silla nell’80 a.C. data la sua particolare devozione alla dea. A sinistra, sempre sulla stessa traiettoria, sorge il Tempio di Apollo, costituito da un portico con quarantotto colonne. statua di apollo - miniatura

    Tale tempio risale all’epoca sannitica, ha dipinti in quarto stile pompeiano ovvero a tratti ornamentale e a tratti rigido, essenziale. Nell’interno del recinto sacro c’erano statue di varie divinità tra cui quella in bronzo di Apollo saettante e un busto di Diana.

    Nelle vicinanze del tempio c’è una basilica preromana che, può essere paragonata, per le sue funzioni, ad un odierno Palazzo di Giustizia.

     

    I siti archeologici di Pompei e dintorni


    Attiguo alla Basilica si erge il Foro civile che era il cuore della vita economica, religiosa e sociale dell’antica Pompei. Gli Osci, in un primo momento, la costruirono nel punto più centrale della città, mentre i Sanniti la posizionarono in un luogo più decentrato.

    a 049L’area del Foro, se al tempo degli Osci era circondata da portici, in epoca sannitica, caratterizzata da botteghe ed edifici tra i quali spiccava il Tempio di Apollo.

    Ai lati della piazza centrale sorsero il Tempio di Giove, la Basilica e la sede elettorale. In epoca imperiale furono costruiti l’Edificio di Eumachia, il Tempio di Vespasiano ed il Santuario dei Lari Pubblici protettori della città.

    L’Edificio di Eumachia fu costruito dalla stessa Eumachia sacerdotessa di Venere, che lo dedicò alla Concordia ed alla Pietà Augusta. L’edificio si compone di due ambienti: in uno si può vedere un vasto recipiente che serviva per contenere l’urina, l’altro, invece, era utilizzato come deposito della lana.

    Il Tempio di Vespasiano, la cui edificazione risale al periodo in cui eruttò il Vesuvio, è rimasto incompleto.

    Tuttavia, si può ammirare un altare marmoreo posto al centro del cortile su cui sono raffigurate le scene di un Sacrificio, gli Strumenti del Cerimoniale di Culto, due Alberi di alloro per l’imperatore Vespasiano e una Corona di foglie di quercia.

    Il Santuario dei Lari Pubblici, ornato con marmi policromi, poteva essere considerato un vero e proprio luogo di culto in età imperiale. Nella zona occidentale del Foro ci sono i Granai del Foro o Horrea che, al momento dell’eruzione del 79 d. C., erano un cantiere a cielo aperto.a 062

    Ora fungono da deposito per attrezzi e reperti archeologici ed inoltre conservano i calchi di alcune vittime dell'eruzione.

    Il Macellum risale anch’esso all’epoca sannitica ed è formato da tre ambienti: in quello centrale c’è un’edicola con due statue marmoree forse raffiguranti Ottavia e Marcello, quello a destra era destinato allo scolo delle acque perché vi si svolgeva il mercato del pesce, ed infine, l’ambiente a sinistra era adibito a pratiche di riti religiosi.

    Nella zona settentrionale del Foro sorgono il Tempio di Giove, dedicato a Giove, Giunone e Minerva e il Tempio della Fortuna Augusta, costruito da un certo Marco Tullio, un ricco uomo politico.

    Nella cella del tempo c’era la statua della Fortuna Augusta. Poi, si ergono le Terme del Foro, costruite nell’80 a. C., formate da una sezione maschile e da una sezione femminile e da tre ambienti: il Calidarium (bagno caldo), il Tepidarium (bagno tiepido) e il Frigidarium (bagno freddo).

     

    DALLA CASA DEL POETA TRAGICO ALLA VILLA DEI MISTERI (PORTA DI ERCOLANO)

    Prima di tracciare il seguito dell’itinerario, è opportuno precisare che a questo punto del percorso ci imbatteremo in un susseguirsi di case pompeiane, le quali non erano solo delle semplici abitazioni, ma luoghi domestici e sacri al tempo stesso che, nel corso dei tempi, hanno subito delle evoluzioni.

    Infatti, dallo schema semplice del IV sec. a.C. che poneva l’atrio quadrangolare al centro della vita domestica, si passa ad uno schema più ornamentale e lussuoso, dovuto all’influenza dell’Ellenismo nel III sec. a.C.

    La casa è così "impreziosita" da cortili che fungono da giardini con vasche e colonne ed il triclinium, ovvero i tre letti su cui i Greci banchettavano. In epoca imperiale si costruirono abitazioni che si estendevano su tre piani.

    La Casa del Poeta Tragico è l’emblema della dimora signorile di epoca imperiale.

    Nell’interno, sul pavimento decorato a mosaico, è possibile vedere il cane legato alla catena- il famoso Cave canem- e la Scena Teatrale, oggi conservata al Museo Archeologico di Napoli, che ha dato il nome alla casa. Poi c’è la Casa di Pansa che è una delle più estese di Pompei ed appartenne ad una famiglia di commercianti di Capua: i Nigidii.

    All’incrocio tra la Via delle Terme e la Via Consolare sorge la Casa del Bracciale d’oro, in cui ci sono pregevoli affreschi. Sulla Via Consolare, accanto alla bottega di un fornaio, sorge la Casa di Sallustio, esempio di dimora sannitica, forse trasformata in albergo in epoca successiva per la sua posizione centrale; nell’interno ci sono affreschi che rappresentano il mito di Diana e Atteone.

    La Casa del Chirurgo è anch’essa un’abitazione sannitica ed è così chiamata perché nel suo interno sono stati ritrovati singolari strumenti di chirurgia antica, che oggi sono conservati nel Museo Archeologico partenopeo. Alla fine della Via Consolare c’è la Porta di Ercolano che collegava la città con Oplontis ed Ercolano.

    Lungo la Via Mercurio, il cui inizio è rappresentato dall’Arco di Caligola, sorgono: la Casa dell’ancora a cui ha dato il nome il mosaico rinvenuto nella casa stessa, la Casa della fontana Grande, con una monumentale fontana nel giardino e la Casa della Fontana Piccola.

    Più avanti troviamo: la Casa di Adone, con un dipinto di Venere e Adone ferito, la Casa di Apollo, la sannitica Casa di Meleagro e la Casa di Castore e Polluce che è una delle pochissime abitazioni pompeiane ad avere un atrio corinzio ed è nata dalla fusione di tre abitazioni precedenti.

    casa del fauno - miniaturaLungo il vicolo di Mercurio si erge la Casa del Fauno, con una superficie di 3000 mq, così chiamata perché al centro dell’atrio c’è una statuetta bronzea che raffigura un Satiro danzante. Anche qui fu rinvenuto uno splendido mosaico: la Battaglia di Isso, che raffigura Alessandro Magno che combatte contro Dario, oggi è conservato nel Museo Nazionale di Napoli, che è ritenuto uno dei più alti esempi di arte musiva dell’Ellenismo.

    Sul lato opposto del vicolo di Mercurio c’è la sannitica Casa del Labirinto che prende il nome dal tappeto su cui è raffigurato Teseo che abbatte il Minotauro.

    Nel vicolo dei Vetti sorge l’omonima residenza che è così chiamata perché appartenne Ad Aulo Vettio Restituto e Aulo Vettio Conviva, personaggi illustri, arricchitisi grazie al commercio del vino.

    L’edificio è uno dei più raffinati dell’antica Pompei ed ha due atri. Ci sono affreschi raffiguranti Priapo, il dio della fertilità, gli Amorini e molti altri personaggi tratti casa dei Vetti, Priapo portafortuna - miniaturadalla mitologia greca. Molto peculiare e raffinato è il triclinium, posto in un ambiente decorato su pareti a fondo rosso con bande nere; in un piccolo cortile ci sono la cucina, un treppiede, vasellame in bronzo, nonché pitture erotiche.

    Il Vicolo dei Vetti ha il suo termine dinanzi ad una delle principali porte della città: Porta Vesuvio.

    Sulla via dell’omonima porta sorge la Casa degli Amorini Dorati, appartenenti a Gneo Poppeo Abito, discendente dalla gens Pompea, ricca famiglia imparentata con Poppea Augusta, amante e poi moglie di Nerone.

    La casa, infatti, ha un gusto raffinato tipicamente neroniano, ornata con Amorini su foglie dorate. Nel giardino ci sono molti elementi decorativi il cui motivo predominante è quello delle maschere teatrali. Poi, c’è la Casa di Lucio Cecilio Giocondo, un ricco banchiere pompeiano e, sul lato opposto della strada, la Casa di Orfeo con un affresco di Orfeo tra le fiere. Sulla Via di Nola sorgono la sannitica Casa del Torello e la Casa del Centenario appartenuta ad Aulo Rustio Vero.

    Nel vicolo delle Nozze d’Argento sorge l’omonima abitazione, il cui scavo avvenne in concomitanza con l’anniversario dei reali d’Italia. Nel giardino sono state ritrovate statue egizie; la stessa fu costruita in età sannitica ed è anche provvista di un impianto termale. Sempre sulla Via di Nola c’è la Casa di Marco Lucrezio Frontone di età imperiale.

    Palestra Grande - thumbnailPoi, c’è la Casa dei Gladiatori, così chiamata perché un tempo ospitava i gladiatori. Poco distante dalla porta di Nola c’è la Casa di Obellio Firmo, di età sannitica, detta anche Casa del Conte di Torino.

    Non appena ci si lascia alle spalle la Porta di Nola, c’è un’urna di vetro in cui sono racchiuse le ceneri di Obellio Firmo. Sulla Via di Stabia, così chiamata perché collegava l’antica Pompei con Stabia e Sorrento, sorgono le Terme Centrali, costruite dopo il terremoto del 62 a. C., per far fronte alle esigenze sempre crescenti dei cittadini e le Terme Stabiane, risalenti al IV sec. a.C. In questi luoghi ci si poteva dedicare alla cura del proprio corpo e, nella Grande Palestra attigua alla Terme, si potevano esercitare attività sportive all’ombra di enormi platani.

    Il Foro Triangolare era il centro per eccellenza delle attività ludico – sportive, infatti, su quest’area si svolgevano tali attività e, adiacente al Foro, sorgeva la Palestra Sannitica luogo in cui si poteva esercitare il proprio corpo.

    il Lupanare:  affreschi erotici - miniaturaMerita un cenno anche il Lupanare, il "bordello" di più basso grado sociale dell’antica Pompei, dove avvenivano incontri carnali, come testimoniano le pareti su cui ci sono affreschi erotici con il dio Priapo.

    Il popolo dell’antica Pompei amava anche gli spettacoli teatrali. Il Teatro Grande, ha una capienza di 5000 spettatori, che potevano assistere alle audizioni musicali e agli spettacoli dei mimi. Il colossale Anfiteatro di forma ellittica, risalente anch’esso all’80 a. C., poteva ospitare ben 12000 persone, che presenziavano allo svolgersi dei famosi giochi tra gladiatori.

    Sulla via dell’Abbondanza, uno degli assi viari principali che attraversa la città da est ad ovest, si susseguono varie tintorie o fulloniche, come quella di Stefano, dove l’impluvium, destinato alla raccolta delle acque, era stato trasformato in una vasca per lavare i panni che venivano in seguito pigiati con i piedi dagli operai e sbiancati con l’urina.

    Thermopolium: fast food dei romani - miniaturaDi notevole interesse sono anche i termopolii, ovvero le osterie, come quella di Asellina che ha il più completo banco di vendita per mescere bevande calde e fredde ed il Termopolio, con larario che ha il banco ad "elle".

    Sulla fine della Via dell’Abbondanza ci sono tre splendide ville: la Casa di Loreio Tiburtino, con il suo monumentale colonnato e pergolato; la Casa della Venere in Conchiglia, così chiamata per l’omonimo dipinto e, la Villa di Giulia Felice che era in parte destinata ad osterie e botteghe, mentre, il resto dell’abitazione era molto lussuosa per gli ornamenti del giardino e per le suppellettili. Sul Vicolo Meridionale, parallelo alla Via dell’Abbondanza, sorge la Casa del Menandro, il famoso commediografo greco, detto anche Casa del Tesoro delle Argenterie perché in essa è stata ritrovata una raccolta di ben 118 pezzi d’argento.

    Inoltre, lungo la Via dei Sepolcri, nei pressi della Porta di Nocera, oltre ad una Necropoli, sorgono alcune ville urbane come: la Villa di Diomede, che ha un giardino con piscina che è il più grande di Pompei e la Villa dei Misteri, scoperta nel 1909.

    La Villa fu costruita nel II sec. a.C. ed è così chiamata per un enorme dipinto sui Misteri dionisiaci (3 m. x 17) su di un fondo rosso pompeiano che decora una delle sue sale definita Sala del Grande Dipinto.

    Con la visita in questa meravigliosa villa si può concludere il nostro "viaggio" nei profumi e nei sapori, nell’arte e nella cultura di una città ricca di un antico fascino che si attualizza giorno per giorno grazie alla mole di turisti che l’affollano in ogni giorno dell’anno.

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    Testi: Teresa Gagliardi

    La città antica: topografia dell'abitato

    Pompei sorgeva su di un contrafforte di 40 m. all’incirca, originatosi in seguito ad una colata lavica emessa dal Vesuvio durante un’eruzione avvenuta in epoca preistorica.

    a 061Il terreno su cui si estendeva l’antica Pompei era per questa sua natura irregolare; si presentava pianeggiante solo nel punto in cui c’era il Foro ed aveva una forte pendenza verso Sud dove la lava sembrava aver costituito un presidio verso il mare. La cinta muraria fu ingrandita in epoca Sannitica fino a raggiungere l’estensione di 3200 metri.

    Le mura, costruite in travertino giallo, erano intervallate da otto porte: Porta Vesuvio e Porta di Capua a nord, Porta Marina a Ovest, Porta di Ercolano a nord – ovest, Porta di Nola e Porta di Sarno a est, Porta di Nocera e Porta di Stabia a sud.

    In epoca romana cominciarono a sorgere molte abitazioni private, tanto che gli archeologi hanno suddiviso il nucleo abitativo in nove regiones o quartieri.

    Le strade sono fiancheggiate da marciapiedi e, agli incroci delle stesse, ci sono maestosi pilastri con in cima un recipiente di piombo da cui scaturiva l’acqua per le fontane pubbliche.

    Inoltre, lungo le strade principali – le cardines o decumani – o secondarie – viae o itinera, sorgevano altari per il culto agli dei Lari, nonché botteghe, officine, sulle cui pareti erano incisi graffiti, epigrammi, poemetti d’amore ed anche invettive in lingua greca, latina, osca e aramaica.

    Gli istituti pompeiani e gli altri edifici

    Beato Bartolo Longo - fonte: www.santiebeati.itSulla Via Sacra ci sono gli Istituti Pompeiani fondati da Bartolo Longo e tuttora attivi.

    Il primo è formato dall’Orfanotrofio femminile fondato nel 1887; l’altro è l’Istituto maschile "Bartolo Longo" che ospita i figli dei carcerati. Oggi tale istituto ha trovato una più degna sistemazione nei locali del Seminario Pontificio "Bartolo Longo".

    In Piazza Immacolata, che deriva il nome dal monumento all’Immacolata che sorge al centro della stessa, c’è l’Istituto "Sacro Cuore" che accoglie le figlie dei carcerati.

    Di fronte al Santuario, in Piazza Bartolo Longo, c’è la Casa del Pellegrino, realizzata nel 1939 come tappa di ristoro per far fronte al sempre crescente numero di pellegrini.

    Infine, sono da segnalare anche il Municipio e le già menzionate Terme Fonte Salutare con la loro fonte carbonato – alcalino – ferrosa.

     


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    Principali collegamenti
    in treno:
    Ingresso Porta Marina o Piazza Esedra:
    Circumvesuviana Napoli-Sorrento (fermata Pompei Villa dei Misteri)
    Ingresso Piazza Anfiteatro:
    Circumvesuviana Napoli-Poggiomarino (fermata Pompei Santuario)
    FS Napoli - Salerno (fermata Pompei)
    in bus:
    Ingresso Porta Marina o Piazza Esedra
    SITA da Napoli e da Salerno
    CSTP n.4 da Salerno
    CSTP celere da Salerno (via autostrada)
    in auto:
    Autostrada A3 Napoli-Salerno (uscita Pompei ovest)
    Autostrada A3 Salerno-Napoli (uscita Pompei est)