Ermanno Olmi e Corrado Stajano nel 1972 raccontarono gli anni dell’impegno antifascista attraverso quattro protagonisti della lotta contro la dittatura: don Giovanni Minzoni, Giovanni Amendola, Lauro De Bosis, Camilla Ravera. In occasione della Festa della Liberazione, le Teche Rai rendono disponibile su RaiPlay la versione integrale del film TV “Le radici della libertà”, trasmesso per la prima volta il 25 aprile del 1972 sul primo canale.
In questo estratto video è riportato un brano del primo capitolo del film che ripercorre l’esperienza di don Minzoni. Il parroco di Argenta (Ferrara) fu assassinato dagli squadristi di Italo Balbo nell’estate del 1923 a causa della sua attività ispirata ai principi del cattolicesimo sociale, dall’organizzazione di cooperative di braccianti alla promozione di iniziative educative per le classi più povere, sempre in aperto contrasto con il nascente fascismo.
Olmi e Stajano, sulla scorta della loro precedente collaborazione per il documentario “In nome del popolo italiano” (1971, sulla nascita della Costituzione repubblicana) e adottando un modello narrativo riproposto poi con “Nascita di una formazione partigiana” (1973, ideale seguito di “Le radici della libertà”), rievocano le lontane origini della Resistenza incrociando l’inchiesta e le interviste ai testimoni con una suggestiva ricostruzione cinematografica, affidata ad interpreti privi di battute.
Un emozionante racconto degli anni dell’impegno antifascista sotto il regime mussoliniano, attraverso le quattro figure rappresentative di diverse tendenze politiche della lotta contro la dittatura.
Nel secondo episodio – un estratto qui di seguito – viene tratteggiata la personalità del deputato liberale Giovanni Amendola che, dopo il feroce omicidio di Giacomo Matteotti, assunse un ruolo di punta nel guidare l’opposizione parlamentare al governo di Mussolini, patrocinando la cosiddetta “secessione dell’Aventino”. Più volte aggredito dai fascisti, morì nell’aprile 1926 a Cannes dopo aver subito gravi lesioni in un agguato nei pressi di Montecatini pochi mesi prima.
La terza parte è incentrata sulle vicende che portarono a una delle azioni più eclatanti messe a segno dal fronte dell’antifascismo nel periodo della clandestinità, il volo dello scrittore e poeta Lauro De Bosis su Roma, a bordo di un piccolo aereo da turismo. Era il 3 ottobre 1931: De Bosis, che l’anno precedente era stato tra i fondatori della formazione antifascista di ispirazione conservatrice e monarchica Alleanza Nazionale per la Libertà, dopo aver lanciato sulla capitale 400mila manifestini contro il regime scomparve nelle acque del Mar Tirreno con il suo velivolo.
La storia conclusiva è quella di Camilla Ravera, esponente di primo piano del Partito Comunista ed unica protagonista ancora in vita all’epoca della realizzazione del film. Intervistata da Stajano, la donna politica (successivamente prima senatrice a vita della Repubblica italiana) ricorda i lunghi anni del carcere e poi del confino seguiti al suo arresto nel 1930 e alla condanna subita da parte del Tribunale speciale per la difesa dello Stato.
Da ricordare infine, accanto a due lavori d’autore come “Le radici della libertà” e “Nascita di una formazione partigiana”, la presenza su RaiPlay di una nutrita serie di titoli del catalogo Teche Rai che contribuiscono ad arricchire l’offerta sulla ricorrenza del 25 aprile: lo sceneggiato “Quaranta giorni di libertà – Pagine di diario della Repubblica dell’Ossola” (1974), il documentario “Pertini e Saragat – Fuga da Regina Coeli” tratto dalla trasmissione “Testimoni oculari” di Gianni Bisiach (1978), il doppio adattamento televisivo a cura di Raffaele La Capria “Racconti della Resistenza” (1965, da “Il clandestino” di Mario Tobino e “Il voltagabbana” di Davide Lajolo), il breve ma toccante servizio “Gassman racconta i fratelli Cervi”.