Denni (Francesco Lombardo al suo debutto) è un bambino la cui madre (Barbara Ronchi) è vittima della violenza fisica del padre (Andrea Sartoretti). Per porre fine alla cosa, Denni decide di “assoldare” un delinquentello da nulla, il “Secco” (Andrea Lattanzi), perché uccida il genitore.

“Io e il secco” è già stato presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice nella Città e proiettato durante il concorso Visioni Italiane 2023 a Bologna. Al Bellaria Film Festival apre la sezione “Casa Rossa”, dedicata alle prime e seconde opere cinematografiche di autori italiani emergenti. Trattasi del lungometraggio di debutto di Gianluca Santoni, ispirato al suo corto realizzato per il diploma al Centro Sperimentale di Roma, “Gionatan con la G”. La sceneggiatura, realizzata in collaborazione con Michela Straniero, ha vinto nel 2017 la menzione speciale del Premio Solinas.

La forza del film risiede, in effetti, più che nella regia di Santoni nella sua scrittura. Questa tratteggia con chiarezza e senza didascalismo dei personaggi e delle situazioni vivide, elementi che in altre mani sarebbero potuti facilmente cadere nello stereotipo. Giocoforza in questo caso è dato anche dagli attori e dalla chimica che si viene a formare tra loro. 

Particolarmente importante per la riuscita del film è il rapporto tra Denni e il Secco, il quale fornisce tanto la componente comica della storia quanto il suo cuore emotivo. Era allora fondamentale trovare la giusta accoppiata, e in questo caso possiamo dire che la missione è riuscita. Il piccolo Francesco Lombardo, scelto tra migliaia di altri attori bambini, si avvicina al ruolo di Denni con una naturalezza e delicatezza disarmanti. Andrea Lattanzi dà vita col Secco ad un criminale assolutamente poco credibile, sin dall’inizio caratterizzato come un cuore d’oro che cerca di mascherare la propria fragilità e il crescente affetto verso il protagonista.

Il tema della violenza di genere, tristemente molto caldo, come rivelato dallo stesso Santoni è accompagnato ad un altro importante elemento, ovvero quello della riflessione attorno all’educazione maschile. Denni è un personaggio nel mezzo di un momento formativo fondamentale, ed è diviso tra la rappresentazione di mascolinità violenta fornita del padre che, senza volerlo e pur disprezzandolo, si trova a reiterare nella sua immaginazione, e l’esempio materno. Non per niente, il personaggio della madre e, successivamente, quello di Denni, sono legati così strettamente alla canzone “Sere nere” di Tiziano Ferro, ad un modello di mascolinità completamente diverso da quello ‘tradizionale’ fornito dal padre violento e dal fratello di Secco. Personaggio, questo, che non solo rimanda a livello fisico ad un immaginario di violenza e di forza fisica, ma che  denigra il fratello mettendone in dubbio la virilità. Il percorso personale dei due protagonisti è, in entrambi i casi, quello di scoperta di un modello di mascolinità più attenta e più affettuosa, un processo che come nei migliori buddy movie avviene attraverso il rapporto che si viene a sviluppare tra loro

A fronte di alcuni scivoloni nella trama vera e propria e di alcune scene d’azione meno riuscite, Io e il secco resta un interessante punto di vista da assumere sul tema della violenza di genere, con al centro una riuscita (doppia) interpretazione attoriale che permette al copione di brillare. Il risultato finale fa ridere e commuovere senza essere stucchevole o retorico.

Io e il secco uscirà nelle sale italiane il 23 maggio.

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Silvia Strambi,
Redattrice.