Immanuel Kant compie 300 anni, ed è in piena forma. Il suo pensiero è sempre attuale, nato a Königsberg il 22 aprile del 1724, morto nel 1804, solitario, misogino, mai uscito dalla provinciale città dove nacque, riesce a dare una risposta ai problemi attuali.
Kant il filosofo che piace a Vladimir Putin
Come un divo appare sulla copertina delle riviste, è riscoperto dai giovani, perfino Putin rivela che Kant è il filosofo che ama, perché oggi sarebbe un critico del capitalismo. Lo citano pubblicitari ed esperti di moda, conquista fans come un influencer, e viene arruolato anche dagli ecologisti che si battono per salvare il mondo.
Ma qualcuno lo accusa sempre di essere un razzista, un antisemita, di odiare le donne.
Nei suoi libri critica gli ebrei ma non era antisemita
Nei suoi scritti si trova qualche critica agli ebrei, ma era un Kind seiner Zeit, un figlio del suo tempo. Bisogna comprendere com’era il mondo tre secoli fa.
Immanuel Kant veniva a conoscenza di quanto avveniva lontano da Königsberg con grande ritardo e in modo parziale. Normale che cadesse in qualche errore, ma tutta la sua opera non è affatto razzista o tanto meno antisemita.
Si è occupato di tutto, anche dell’animo femminile
Quando se lo poté permettere amava invitare gli studenti a pranzo a casa sua, e tra i suoi allievi alcuni erano ebrei, ed erano tra i più bravi.
A tavola non sedevano mai donne, ma a quei tempi le ragazze non andavano all’università. Non si conoscono amori, relazioni, amiche nella vita del professore, ma questi sarebbero affari suoi.
Nei saggi si occupa di tutto, anche dell’animo femminile, e scrive che gli uomini sono ardimentosi e le donne più paurose. È un’osservazione, un giudizio comune nel Settecento, non una critica. Il coetaneo Casanova (1725-1798) nelle memorie scrive un’appassionata difesa delle donne, sostenendo che abbiano un’anima, cosa di cui molti al tempo dubitavano.
Da giovane si è mantenuto agli studi giocando a biliardo
Era metodico e prevedibile, secondo la leggenda i concittadini regolavano gli orologi sulle giornaliere passeggiate di Kant. Vero o no, non era un uomo noioso. Da giovane, senza mezzi, il padre era artigiano. si mantenne agli studi giocando a biliardo, come Paul Newman nel film Lo spaccone (1961). Vinceva sempre, finché nessuno volle più giocare con lui, non a soldi.
Gli imprenditori dovrebbero seguire il pensiero di Kant: individualisti ma organizzati in gruppo
All’Università di Fulda si è tenuto un seminario sul Der Billardspieler von Königsberg. La Tv gli dedica una trasmissione, si vede Kant vagare per Königsberg di notte, la fiaccola in pugno.
La sua vita senza scandali e amori, non offre spunti per un film come quello girato su Kafka per i cento anni dalla morte. Era uno spirito libero ma ordinato, e Kirsten Schick, consulente per l’industria, scrive che gli imprenditori dovrebbero seguire il pensiero di Kant: individualisti ma organizzati in un gruppo.
Uomo alla moda ma parsimonioso
Elsabeth Kackspiel-Mikosh, docente di sociologia della moda, analizza Kant dai suoi ritratti: era un uomo di buon gusto, si poteva permettere, dopo essere salito in cattedra, abiti ben tagliati. Al museo di Dresda è conservato un suo paio di scarpe, un modello elegante in cuoio marrone e nero, foderato di seta nera, alla moda verso la fine del Settecento. Certamente un esemplare costoso. Secondo Kant, sostiene Frau Elisabeth, un uomo deve essere alla moda ma deve conservare la sua personalità. Alla moda, ma parsimonioso, portò lo stesso cappello per vent’anni.
Amazon vende le T-shirt con le sue frasi celebri
Su Amazon si vendono magliette con il suo volto, in una appare con gli occhiali da sole, in altre si citano le sue frasi più celebri e attuali. Su una T-shirt si legge: What would Immannuel Kant do?, che farebbe Kant se vivesse oggi? Königsberg, oggi Kaliningrad, si trova in un’enclave russa in territorio polacco, il che provoca continue tensioni.
Kant non era un ingenuo pacifista, il suo era un Idealismus ohne Illusion, idealismo senza illusioni, ha scritto Jürgen Habermas.
La pace si ottiene difendendo i diritti umani
La pace si ottiene difendendo i diritti umani, e ci si batte per conquistare libertà e democrazia, ma che non possono essere esportate, come scrisse nel 1795 in Zum ewigen Frieden, per la pace perpetua. È un controsenso pensare di imporre con le armi la libertà a un altro popolo, un’osservazione di senso comune, non serve il genio di Kant per comprenderlo.
Se i leader di oggi avessero letto quanto scriveva il professore tre secoli, fa avremmo evitato le guerre in Iraq, Afghanistan, Libia, Siria.
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